Pinocchio
2019
Pinocchio è un film del 2019, diretto da Matteo Garrone.
Pinocchio è forse una delle favole italiane più importanti e conosciute dal resto mondo ma anche quella che ha avuto più trasposizioni teatrali e cinematografiche della storia, divenendo di fatto, una delle più grandi allegorie delle società moderna dall’elevato valore pedagogico. Viste le premesse, era un’impresa ardua riuscire a riproporre l’epopea del burattino più famoso di tutti i tempi sotto una luce diversa, ma Matteo Garrone si è tuffato in questo “nuovo” progetto fantasy – a distanza di poco più di quattro anni dallo splendido Il racconto dei racconti – col dovere di realizzare un Pinocchio autentico e senza tempo, che ripercorra con passionale devozione e rispetto i fatti salienti dell’opera di Collodi, pur non tradendo il suo vivido sguardo autoriale e il suo ricercato gusto estetico. La trama del film è arcinota e segue passo per passo le vicende del romanzo, dalla quale riesce a descrivere e a mostrarci anche personaggi “minori” e poco conosciuti (fra cui la Lumaca, la Civetta, il Tonno), e prendendo ispirazione anche dal memorabile sceneggiato televisivo Le avventure di Pinocchio di Comencini (dalla quale riprende quell’atmosfera montanara e bucolica della Toscana del XIX secolo).
Il comparto tecnico è sicuramente tra i punti forti più del film: ogni inquadratura, ogni scena, ogni piccolo squarcio diviene come un quadro dipinto su tela che – grazie alla magnifica fotografia di Nicolaj Brüel (vincitore del David di Donatello nel 2019 per Dogman) – il regista dipinge con colori vivi, vissuti, pregni di antichità, intagliando paesaggi e personaggi da favola (ispirandosi all’arte toscana dei Macchiaioli). Degno di nota è inoltre il maestoso trucco artigianale del premio Oscar Mark Coulier (Grand Budapest Hotel, Harry Potter) che, rafforzato dall’uso minuzioso della CGI riesce a ricreare tutto quel vasto immaginario (e grottesco) di ibridi umano-animali dell’opera di Collodi, rendendo a sua volta più reali e materici gli interpreti (in totale contraddizione con gli standard patinati e mainstream odierni). Basti pensare al lavoro eccezionale nel simulare le venature e i difetti del legno nel burattino di Pinocchio, o anche al trucco azzeccato del Gatto e la Volpe, Mangiafuoco o del Grillo Parlante (interpretato da Davide Marotta celebre per i ruoli da cattivi deformi in film horror come Demoni 2… l’incubo ritorna o Phenomena) per farci un’idea del livello artistico raggiunto.
Purtroppo, l’aspetto visivo non basta da solo a promuovere un film che ha già in primis il duro compito di eludere la struttura di un plot fin troppo famoso e l’amore per il testo originale di Collodi non riesce a fare la differenza, risultando fin troppo freddo e scontato per un pubblico più adulto e cinefilo. Probabilmente da un regista importante come Matteo Garrone è lecito aspettarsi sempre qualcosa di più, anche perché ci ha abituato da anni a pellicole nettamente più crude e anticonformiste che hanno saputo scuotere il pubblico nostrano e guadagnandosi il rispetto e la meritata notorietà anche nel resto del mondo. Pinocchio di Matteo Garrone però, contrariamente a quanto ci si poteva attendere, è una piacevole favola per tutta la famiglia che, seppur non aggiungendo nulla di nuovo, è fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e riuscirà a toccare i cuori degli spettatori e a far riflettere.