Scare Campaign
2016
Scare Campaign è un film del 2016 diretto da Cameron e Colin Cairnes
Il principio su cui i fratelli australiani Cairnes basano Scare Campaign, è quello delle Matrioske. Lo stesso principio della cosiddetta pittura ricorsiva, conosciuto come “effetto Droste”: un’immagine all’interno della quale troviamo la stessa immagine ridotta e così via, in una fuga pressoché infinita. Nel loro horror vige lo stesso gioco di apparenze e di sorprese che si spalancano di continuo, a catena, e che hanno lo scopo di lasciare lo spettatore nel dubbio se ciò che sta vedendo sia la riproposizione di quel che ha già visto o no. Scare Campaign è uno slasher, la natura primaria che lo identifica è questa: un gruppo di persone viene decimato da assassini spietati in maschera che esperiscono i metodi più truci e sanguinari per realizzare il body count. Dallo slasher mutua anche la figura della final girl, incarnata da Meegan Warner. Ciononostante, Scare Campaign manifesta, prima della natura di slasher, quella, più evidente e quasi primaria, di mockumentary, cioè del Genere nell’horror dopo il Duemila. Il pretesto, l’innesco del film, ci conduce, infatti, nel regno del falso che deve sembrare vero, sfruttando gli show televisivi che in America e nel resto del mondo hanno grande seguito (in Italia non sono mai arrivati) e che si basano su atroci candid camera, costruite attorno a situazioni particolarmente spaventose, con protagonisti del tutto ignari che ciò che stanno vivendo è una rappresentazione, una enorme trappola.
Si può considerare, lo Scary Prank, una ennesima variante del mockumentary, l’evoluzione horror di ciò che era il classico “Specchio segreto”. Dopo i primi dieci minuti di film, e dopo la prima sorpresa che ci rivela il dietro le quinte di uno Scary Show, Scare Campaign fa quello che nessuno si aspetterebbe: ripropone la medesima situazione – la troupe mette in scena un ultimo, terribile scherzo all’interno di un vecchio manicomio, che dovrebbe risollevare le sorti declinanti del programma con una sterzata in un maggior realismo gore – e gioca sull’equivoco che qualcosa stia andando terribilmente storto e che la vittima in questa circostanza sia, in realtà, uno psicopatico pericoloso, che comincia a uccidere veramente. Anche stavolta, per la seconda, si tratta di un trucco, l’apparenza inganna. Ma questo ci viene svelato nel modo più inaspettato e scioccante possibile, quando entrano improvvisamente in azione i veri killer, artefici di un loro show trasmesso da un sito Internet che ha abdicato alla finzione e propone al pubblico veri omicidi. Sono coloro che gli autori del programma volevano in qualche modo imitare e dai quali vengono invece fagocitati e massacrati.
Con questo, slitta nell’orbita della storia anche il tema degli snuff-movies, i leggendari filmati di cui si favoleggia che conterrebbero torture, violenze estreme ed esecuzioni reali. Il mockumentary e gli snuff sono quasi un endiadi, difficilmente procedono l’uno senza l’altro, ma la novità di Scare Campaign è quella di averli messi a servizio di uno slasher, quindi di qualcosa di essenzialmente irrealistico, in modo da creare una nuova formula ibrida, che funziona, tuttavia, alla perfezione. Oltre al leading role di Meegan Warner, nel cast in grandissima parte composto da attori australiani di mestiere (Ian Meadows, Patrick Harvey, Josh Quong Tart), va segnalata la giovane (classe 1998) Olivia DeJong, che si era fatta notare nella parte della ragazzina co-protagonista di The Visit di M. Night Shyamalan: qui interpreta una debuttante capace di lanciare strilli di buona scuola e perciò inserita (con una bella citazione baviana) nella puntata dello show in cui si gioca il tutto per tutto. Un personaggio pieno di sorprese…