Shark – Il primo squalo
2018
Shark – Il primo squalo è un film del 2018, diretto da Jon Turteltaub.
Ciò che conosciamo come il fondo marino, il realtà non è altro che un manto di densa schiuma. Sotto di esso, c’è una porzione di mare non contaminata dall’uomo, dove vivono specie non ancora catalogate. La classica spedizione di un multimiliardario americano nelle acque orientali, risveglia qualcosa di antico e preistorico da questo luogo misterioso: un megalodonte, uno squalo quattro volte più grande di quelli che abbiamo imparato a conoscere nel cinema degli ultimi anni. Con una spedizione sul fondo del mare da recuperare e lo stesso antico cacciatore a piede libero nell’oceano, verrà chiamato l’esperto di salvataggi in immersione Jonas Taylor (Jason Statham) per risolvere la situazione. La produzione di Shark – Il primo squalo (The Meg in originale), è iniziata già durante metà anni ’90, con i diritti cinematografici di sfruttamento dal romanzo originale, The Meg di Steve Alten, che sono passati di produzione in produzione, non riuscendosi mai a concretizzare in un film vero e proprio.
Dopo quasi due decadi la trama prende forma, si inserisce anche una co-produzione cinese e si chiama un regista di mestiere come Jon Turteltaub che, favorito da un paio di buoni successi alle spalle, riesce a portare al cinema al meglio delle possibilità un film come Shark, questo perché, prassi per il genere e per la scelta del protagonista principale, è un film che vede Jason Statham mattatore assoluto del film, che alla veridicità degli eventi – supportati da diversi momenti di scienza e biologia spicciola – preferisce la totale sospensione dell’incredulità, portando su schermo scene adrenaliniche, umorismo a piccole dosi e grande senso dell’avventura. Nella sua dimensione di puro intrattenimento, il film è inattaccabile: Statham ha il perfetto physique du role per personaggi del genere, coraggiosi, forse un po’ pazzi, ma risoluti nelle decisioni prese e le diverse scene a caccia del megalodonte, sia dentro che fuori dall’acqua, regalano sempre quel pizzico di adrenalina necessario per non perdere l’attenzione nelle diverse dinamiche narrative e registiche.
Nonostante ciò, il film poteva – e forse voleva – essere di più: il grande cast mal gestito non rende giustizia ad alcuni nomi, lasciando altri a classico spuntino per il grandissimo squalo, come mal si digeriscono i continui riferimenti cinesi (tute e sottomarini sono tutti di colori rosso o giallo, i due colori della bandiera cinese), elementi che un occhio più attento potrebbe notare facilmente, rimanendo sempre dell’idea che questa mega produzione filocinese ha bisogno proprio di sfondare in quel tipo di mercato, ma dove si evidenziano particolari difetti è nella voglia di affacciarsi al genere techno-thriller, avendone le caratteristiche, ma lasciandole in disparte per privilegiare le ipercinetiche azioni di Statham, che si fa sempre ben piacere dal pubblico femminile come da quello bisognoso di un action spensierato, ma Shark aveva tutte le carte in regola per essere il Jurassic Park marino, con tutti i suoi crismi – avventura dilatata su diverse location, nozioni di scienza e biologia citate ogni tanto – ma la già nota censura delle scene più cruente, ristabilisce l’ordine, portando Shark a identificarsi come blockbuster che si inserisce perfettamente nella cornice del summer movie su cui il mercato cinematografico sembra puntare da pochi anni a questa parte.