Featured Image

Silent Night

2021
REGIA:
Camille Griffin
CAST:
Keira Knightley (Nell)
Roman Griffin Davis (Art)
Matthew Goode (Simon)

Il nostro giudizio

Silent Night è un film del 2021, diretto da Camille Griffin.

Nell, Simon e il piccolo Art sono pronti ad accogliere amici e parenti per festeggiare il natale nella loro casa in campagna. C’è solo un dettaglio che potrebbe disturbare l’umore dei presenti: tutti stanno per morire. Una nube tossica sta per raggiungere l’Inghilterra dopo aver devastato già gran parte del mondo, in quello che sarà per tutti il loro ultimo Natale. Il governo inglese ha quindi concesso ad ogni cittadino legalmente riconosciuto dallo stato una pillola rossa che, se ingerita, conduce dolcemente alla morte. Il gas tossico, infatti, provoca dolori tanto atroci che l’idea di suicidarsi prima del suo arrivo sembra assolutamente logica. Art, però, non ci sta.

In una recente intervista il critico Goffredo Fofi ha fatto una distinzione fondamentale: “Il mondo si divide tra chi accetta così com’è il mondo e chi non lo accetta. Se sei un accettante sei un servo, sei uno schiavo, sei un conformista.” Silent Night parla proprio di questo. Il suo piccolo protagonista è un ribelle, un sovversivo. E’ qualcuno che non accetta così come gli viene venduta la realtà, che anziché rassegnarsi allo stato delle cose, piuttosto che accettare il nichilismo come unica ideologia possibile, preferisce immolarsi, soffrire… Perché se “lottare significa esistere, rassegnarsi è come morire.” Ora, è chiaro che nell’era pandemica il ruolo del non-accettante debba essere rivisto. In fondo, il film della Griffin sembra parlarci proprio della situazione corrente (sostituite la nube tossica con un virus potenzialmente letale, le pillole con i vaccini), ed è quindi logico tornare a riflettere sul presente. Poco importa che la prima stesura della sceneggiatura sia antecedente alla pandemia di Covid: far uscire un film del genere in questo preciso momento storico significa qualcosa. Il giovane Gilby Griffin Davis (figlio della regista) interpreta qui un eroe no-vax, tanto testardo e ingenuo da non poter venire a patti con la fine del mondo, eppure così cocciuto e inflessibile da non poter far altro che lottare.

E quindi esistere. Insomma, con il suo esordio Camille Griffin non lascia certo indifferenti, e ci costringe a riconsiderare la diffidenza di chi non accetta anche le imposizioni più logiche. Gli spunti di riflessione non mancano, ora legati alle questioni pandemiche, ora alla minaccia ecologista (la generazione Z si ritrova tra le mani un mondo già morto). Senza dimenticare il potere suggestivo di un ultimo Natale, festeggiato ad ogni costo e nonostante tutto. La comitiva protagonista si fa così rappresentanza di un’umanità incastrata nei propri riti, con i genitori che regalano ai figli dei giocattoli con i quali non potranno mai giocare. Eppure, qualcosa non convince… forse lo stile registico anonimo, il ritmo affaticato del racconto, o magari l’umorismo un po’ fiacco. In generale, Silent Night manca di un’irriverenza spontanea e di una stravaganza sincera: l’opera prima della Griffin sarebbe potuta essere graffiante, e invece lascia a malapena un segno in superficie. E questo perché la regista si adagia sullo stato delle cose nel cinema, senza riuscire davvero a sovvertire il sistema. In fin dei conti, pure lei è un’accettante.