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Something Good

2013
Titolo Originale:
Something Good
REGIA:
Luca Barbareschi
CAST:
Luca Barbareschi (Matteo)
Zhang Jingchu (Jiazhen)
Carl Ng (Zhao)

Il nostro giudizio

Something Good è un film del 2013, diretto da Luca Barbareschi.

Un faccendiere viene assoldato da una multinazionale cinese per gestire gli affari dietro una rete corrotta di scambi alimentari con l’Occidente. Dapprima l’uomo non si fa scrupolo a “truccare” i cibi esportati in nome del dio denaro; poi però incrocia una bella ristoratrice cinese il cui figlio è morto anni prima a causa di un’intossicazione da cibo alterato, e il suo destino subisce una svolta.

Di fronte alla scarsa simpatia che nutriamo per Luca Barbareschi, abbiamo corso il rischio di partire prevenuti nei riguardi di Something Good. Mettendo da parte le prese di posizione, invece, bisogna riconoscere all’attore-regista-(ehm, ehm)-politico di aver realizzato quello che a conti fatti è il suo film migliore dei tre che finora ha concepito stando anche dietro la macchina da presa (il terribile Ardena e il mediocre Trasformista). Something Good è un thriller ecologista ambientato nel mondo dell’alimentazione e vede Barbareschi nel ruolo del protagonista, un faccendiere assoldato da una multinazionale cinese per gestire il monte di affari che si cela dietro una rete corrotta di scambi alimentari con l’Occidente.

Dapprima uomo senza scrupoli che non si fa problemi a “truccare” i cibi esportati in nome del dio denaro, sarà redento da una bella ristoratrice cinese il cui figlio è morto anni prima proprio a causa di un’intossicazione da cibo alterato. Interamente girato in inglese (con Barbareschi che dà sfoggio di una dizione da British Film Institute) e ambientato a Hong Kong, il film, che è liberamente tratto dal libro Mi fido di te di Massimo Carlotto e Francesco Abate, sfoggia orgoglioso una mise en scene internazionale, come di prim’ordine è il cast di attori secondari (Jingchu Zhang, Kenneth Tsang, Michael Wong e Gary Lewis) e la troupe su cui spicca il nome di Milena Canonero ai costumi. Peccato che Barbareschi a un certo punto preferisca la strada del melodramma. A calcare la mano sull’azione e la suspense, c’erano buone possibilità di vedere un thriller ancora più insolito e avvincente.