Survival of the Dead
2009
Con Survival of the Dead George A. Romero ritorna all’anno zero, a una nuova Notte dei morti viventi, che cancella i film precedenti.
Survival of the Dead voleva essere un remake horror di Il Grande Paese, tant’è che Romero prima di iniziare le riprese ha “costretto” attori e troupe a vedere più volte il dvd del film. Il risultato uno zombi-movie dei più atipici. Qualcosa che va oltre il già di per sé variegato universo romeriano. Un country horror con echi western che guarda cinicamente al presente e al mal di vivere della nostra società. C’è di tutto, dalla guerra in Iraq (ma potrebbe essere qualsiasi guerra), al problema dell’immigrazione, alla difficile convivenza con persone di credo, abitudini e costumi (alimentari) diversi.
C’è persino una lesbica che fa il soldato e si masturba sulla camionetta maledicendo un mondo che si è portato via gran parte della popolazione femminile. Si torna all’anno zero, quello sancito da Diary of the Dead, a una nuova “notte dei morti viventi” che ha cancellato con un colpo di spugna quando raccontato nei quattro film precedenti. Le “teste morte”, come vengono chiamati oggi gli zombi, camminano ancora. Cosa li ha richiamati alla vita è un mistero e non interessa più nessuno.