Surviving life
2010
Surviving Life, di Jan Svankmajer, è un film surreale e molto divertente, in cui sogno e realtà si intrecciano l’un l’altro senza soluzione di continuo.
“Ho sempre avuto voglia di girare un film in cui il sogno si mescolasse alla realtà, e viceversa. Perché, come sappiamo con Georg Christoph Lichtenberg, è solo l’unione di sogno e realtà a creare la pienezza della vita umana. Purtroppo questa nostra civiltà non fa più affidamento sui sogni, dal momento che loro non possono essere capitalizzati”. Inizia con queste parole, recitate dallo stesso regista Jan Svankmajer, Surviving Life, una delle opere più curiose e interessanti viste finora alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione fuori concorso.
Il film, realizzato con una particolare tecnica di collage fra disegni e immagini filmate dal vivo, racconta il dilemma di un uomo maturo che si ritrova a vivere una doppia vita, una nella realtà e l’altra nei propri sogni. È in quest’ultima che conosce una donna di una bellezza radiante di cui si innamora perdutamente. Ossessionato dal desidero di stare con lei a tutti i costi, si convince che dietro queste visioni oniriche prodotte dal suo inconscio si celi un preciso significato e decide quindi di frequentare una psicanalista. Seduta dopo seduta, sogno dopo sogno, egli scopre alcune cose della sua prima infanzia e del rapporto col padre e la madre che lo porteranno ad un bivio: in quale delle due vite continuare a vivere? Memorabili gli scambi di battute con la psicanalista, l’umorismo pungente e disincantato che sostanzia i dialoghi e i moltissimi riferimenti ai padri fondatori della psicanalisi, Freud e Jung, i cui ritratti sono appesi alle pareti dell’ufficio della dottoressa e partecipano attivamente, e in modo molto esilarante, allo svolgimento delle sedute. Un film surreale e molto divertente, in cui sogno e realtà si intrecciano l’un l’altro senza soluzione di continuo, rivelando con tono leggero e intelligente gli sconfinati spazi della psiche umana, e le difficoltà di una società disillusa che ha perso la capacità di guardare oltre l’orizzonte.
Considerato in tutto il mondo un genio dell’animazione, il regista ceco è tuttora poco conosciuto nel nostro Paese, dove le sue opere non sono quasi mai state distribuite – nonostante lui abbia da tempo passato i settanta -, ma dai suoi lavori hanno tratto ispirazione registi come Tim Burton ed Henry Selick, solo per citarne due fra i più celebri. Il suo ritorno al Lido dopo dieci anni, oltre ad essere un evento di per sé, è memorabile perché Surviving Life è un compendio del suo modo di fare cinema: colto, surreale, ironico, sperimentale e squisitamente divertente con un occhio ben aperto alla contemporaneità.