Synchronic
2020
Synchronic è un film del 2020, diretto da Justin Benson e Aaron Moorhead.
Una coppia di paramedici s’imbatte in una serie di incidenti molto strani. Un ragazzo ferito da una spada, una donna morsa da un serpente che non si dovrebbe trovare nella camera d’albergo dove la ragazza dormiva e altre situazioni simili accomunate dall’utilizzo da parte degli infortunati di una droga sintetica legale, la Synchronic. L’allucinogeno in questione, scopre Steve, uno dei due paramedici, ha la caratteristica di far viaggiare nel tempo. Caratteristica che l’uomo si troverà a utilizzare in una corsa contro il tempo per salvare una vita. Synchronic parte con un intento tutto sommato lodevole: rendere un sottogenere spesso aggrovigliato ai limiti del sostenibile, quello che racconta i viaggi nel tempo, tutto sommato semplice e fruibile. Il meccanismo che lo fa funzionare non è affatto complesso, anzi, se la gioca su un elemento di casualità che taglia il nodo gordiano delle teorie astruse ma butta il bambino insieme all’acqua sporca rinunciando a creare un world building credibile ed evitando ad arte di porsi domande troppo scomode.
Quasi quasi, Synchronic è più un film d’avventura che di fantascienza, perché alla fine manca quella domanda di senso che sta alla base dei film del genere. Tutto sommato il viaggio nel tempo è un pretesto che serve a dare un motore narrativo a una vicenda che, tutto sommato, poteva essere gestita a partire da tutt’altro incidente narrativo e senza la componente fantastica che, in fin dei conti, non serve a nulla. Anche se diverte, e fa colore. L’espediente della designer drug dà al film un sapore tutto suo una volta che si accetta di prenderlo così, dal lato del puro intrattenimento. C’è poi da dire che il ritmo non manca, e che i personaggi sono caratterizzati piuttosto bene sia presi singolarmente sia nelle loro interazioni, senza calcare troppo la mano con melodrammi o scrittura sopra le righe. Fanno la loro parte, e la fanno nella giusta misura.
Synchronic non è un brutto film ma non eccelle, scorre tranquillamente e senza troppi scossoni, si lascia vedere ma senza grosse pretese. Ai tempi delle videoteche sarebbe stato forse uno straight to video senza lode e senza infamia, non uno di quei film che ti riguardi all’infinito ma nemmeno uno spreco di soldi per passare un paio d’ore in una domenica uggiosa. Certo un po’ di coraggio in più non avrebbe guastato, le possibilità in fondo non mancavano pur restando dell’intento, sempre lodevole, di mantenere semplice il discorso sui viaggi nel tempo. Un’occasione perduta? Per certi versi sì. Soprattutto perché non viene fatta quella scelta di campo forte tra plot driven e character driven, il film continua a oscillare senza riuscire a prendere del tutto una strada. Ed è un peccato, perché dove non mancava il potenziale è mancato il coraggio.