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The Boys 4

2024
CAST:
Karl Urban (William "Billy" Butcher)
Jack Quaid (Hughie Campbell)
Antony Starr (John Gillman / Patriota)

Il nostro giudizio

The Boys 4 è una serie tv del 2024, creato da Garth Ennis e Darick Robertson.

Patriota è ancora in sella, ed è più pericoloso che mai. Ne ha passate tante ma nulla è riuscito ad abbatterlo, nonostante più di una volta si sia trovato a un passo dalla caduta: è sopravvissuto alla perdita di Stormfront, agli assalti di Soldatino, unico super in grado di impensierirlo, e alla guerra senza quartiere che Butcher e i Boys gli hanno fatto a colpi di attentati e di sputtanamenti mediatici. Nemmeno la dirigenza Vought, che lo ha creato, è riuscita a spodestarlo dalla sua posizione, trovandosi per rappresaglia sostituita dallo stesso Patriota che ora controlla l’azienda e si prepara a realizzare i suoi sogni, che raggiungono nuove vette di megalomania, a un livello ancora più alto dimostrando nel contempo uno sprezzo sempre meno velato nei confronti della razza umana che, nella sua psiche sempre meno stabile, altro non è che bestiame che nel migliore dei casi può aspirare a intrattenerlo con la propria sofferenza.

The Boys, serie TV tratta dal best seller a fumetti di Garth Ennis e Darick Robetson, giunge alla quarta stagione con una svolta che si può definire inaspettata. Pur ripulito e smussato negli angoli più inutilmente grotteschi fino a risultare persino più efficace dell’opera originale, l’adattamento della creazione del padre di Preacher ne manteneva il tono scanzonato ed eccessivo con l’acceleratore schiacciato a tavoletta sullo splatter, sulla volgarità e sul sesso sbattuti in faccia a un pubblico che, fino a qui, pare di aver gradito. Le inquadrature al limite del ginecologico e più di un caso anche oltre, innaffiate da litri di sangue, hanno costruito in tre stagioni l’identità visiva di una serie da cui gli spettatori sanno, o per lo meno hanno sempre pensato di sapere, cosa aspettarsi. E in questa quarta stagione niente di questo manca davvero. L’ultraviolenza, il gore, i dialoghi sboccati e qualche nudo vengono mostrati ma, rispetto alle stagioni precedenti, tutto sembra essere più contenuto in favore di una svolta intimista. Con moderazione, s’intende, sempre di The Boys stiamo parlando e lo spirito dell’opera non viene tradito, ma rispetto alle prime tre stagioni viene dedicato un tempo molto più esteso all’approfondimento dei protagonisti e dei villain, alla loro psicologia e alle loro motivazioni. Dopo tre stagioni serrate in cui sì, i personaggi avevano un loro spessore ma a farla da padrone era un ritmo tirato che sparava rovesciamenti di fronte a mitraglia, qui il tempo della narrazione sembra dilatarsi, non eccessivamente ma in proporzione con il resto della serie si sente, con una gestione dei rapporti di forza che pare stabilizzarsi in una direzione che vede la lotta evolversi quasi a senso unico.

Un cambiamento interessante e mai banale, quello della quarta stagione di The Boys, che non va a minare l’economia del tutto dando, al contrario, una rinfrescata a un format che evita abilmente la ripetitività senza tuttavia perdere nulla in termini di tensione. Meno veloce, perché non si può comunque parlare di una narrazione lenta non significa meno avvincente anzi, le contraddizioni a cui viene dato modo di svilupparsi allargano poco a poco delle crepe che portano la situazione vicino al crollo iniettando nuovo interesse nello spettatore che sperimenta una tensione nuova. Per quanto nemmeno nelle stagioni precedenti siano stati susurrati, i sottotesti politici in The Boys 4 esplodono facendo vibrare i nervi scoperti di una nazione, l’America, che sembra attraversare un momento che definire complesso è poco, al punto che Eric Kripke, lo showrunner della serie, ha dovuto specificare non senza una buona dose di delusione che no, Patriota non è un personaggio positivo né tantomeno l’eroe della serie nonostante una parte degli spettatori lo abbia preso a modello. Quando l’interazione di un’opera di fiction raggiunge questi inquietanti livelli, significa che in un modo o nell’altro chi l’ha realizzata ha centrato un punto importante. Anche per questo il difetto più grande di  è che la prossima stagione non è ancora disponibile.