The Day of the Triffids
2009
Il terzo adattamento, prodotto dalla BBC, del classico romanzo sci-fi di John Wyndham è anche il migliore: regia di Nick Copus, con Joely Richardson…
Se al film di Steve Sekely del 1962 chi scrive darebbe un sei – rivisto oggi è meglio di come ce lo si ricorda ma resta bruttarello – e al polpettone televisivo BBC del 1981 un cinque, a questo terzo adattamento del romanzo di John Wyndham The Day of the Triffids, diretto lo scorso anno da certo Nick Copus, si potrebbe azzardare persino un otto. Anche se (e forse proprio perché) tutti l’hanno stroncato, dal Manzanarre al Reno, con quell’acrimonia che deve subito indurre in sospetto. Nei 180 minuti della mini trasmessa in due parti dalla BBC all’inizio di quest’anno, il lavoro di adattamento da Wyndham lo hanno compiuto Patrick Harbinson e Richard Newis, all’insegna dell’attenzione filologica rispetto al testo di partenza – come già era accaduto per il serial del 1981 e come invece non era stato nel caso del film di Sekely. Le libertà, che pure non mancano, investono soprattutto il personaggio di Jo Playton che diventa una speaker radiofonica (in origine era autrice di un romanzo piccante) e quello di Torrence, da semplice teppista elevato qui al rango di un folle genio criminale. Viene inoltre introdotto il personaggio del padre del protagonista Bill Masen, in direzione della cui fattoria fortificata, nel cuore della campagna inglese, confluiscono e culminano i vari rivoli della vicenda.
Non si capisce per quale ragione i censori del prodotto se la prendano con la sua supposta debolezza narrativa e con la sua supposta incapacità di mordere: come diceva Totò, parliamo di cose reali e le supposte mettiamole dove meritano. Le cose reali sono che il film di Copus parte bene, mostrandoci le fattorie in cui i trifidi vengono allevati, per ricavarne un preziosissimo olio combustibile, con la cautela con cui si trattano delle tigri in cattività; progredisce altrettanto bene con l’evento cataclismatico della tempesta solare che acceca tutta quanta l’umanità che sta col naso per aria ad ammirare l’aurora boreale mondiale; ed entra quindi nel cuore post-apocalittico della vicenda affiliandoci e affezionandoci ai personaggi, che almeno per quel che riguarda i caratteri principali sono tutti abbastanza ben rifiniti e affidati a buoni interpreti: Dougray Scott (Bill Masen), Joely Richardson (Jo Playton) e Eddie Izzard (Torrence). E non sono nemmeno i trifidi la pietra d’inciampo per cui non si possa ritenere DOT 2009 meglio dei predecessori ; piante carnivore semoventi sono un adynaton contro il quale naufragherebbe qualunque possibile sospensione dell’incredulità e siamo tutti d’accordo; ma in questo caso la convergenza degli effetti speciali e di accorte tecniche di ripresa scavalca il gap e riesce a rendere abbastanza minaccioso l’incombere dell’esercito vegetale, sia nelle lande desolate della campagna inglese sia a Trafalgar Square.
Ma il quid in più, ci si domanda, c’è o non c’è? Sì che c’è: sta nascosto nei ricordi di Dougray Scott che da bambino assisté alla morte di sua madre, una scienziata che studiava i trifidi in Africa, accecata e martoriata dalle piante assassine. Lui, piccino, riuscì a salvarsi con l’aiuto di uno stregone locale e con l’ausilio di una maschera, che tornerà fuori quarant’anni dopo, nel momento più opportuno. Un’idea ottima e suggestiva…