The Following – Stagione 3
2015
The Following – Stagione 3 è una serie tv del 2015, ideata da Kevin Williamson.
Molti personaggi , anche “storici”, delle stagioni precedenti sono morti, ma come recita un brano ancor più storico dei Queen: “Show must go on”. Inoltre, l’agente FBI Ryan Hardy/Kevin Bacon si presenta in The Following – Stagione 3 un po’ più attento alla sua salute fisica, cosa che ce lo mostrerà impegnato anche in corsi di recupero per alcolisti. Ma il concetto di base — un‘incredibile quantità di persone invasate che prima adorano e poi seguono una setta di serial killer, diventandone parte attiva — resta invariato. Non merita una votazione eccellente, certo, e la produzione sembra aver inserito alcuni nuovi melodrammi atti ad attenuare un forse previsto calo di interesse da parte del pubblico e a far sì che la fama(non malvagia) dell’ideatore Kevin Williamson non cadesse in bassa fortuna. Sebbene la narrazione di The Following sembrasse una di quelle destinate a restare nel tempo,la serie non era stata creata per durare. E le svolte adoperate per prolungare i rischi e pericoli di Ryan Hardy, le cui mani non sono meno sporche di sangue di quelle dei suoi nemici, sono apparse qua e là un tantino ridicole.
È passato un po’ di tempo dalla seconda stagione: all’inizio della storia Ryan sembra avere una vita tranquilla e un nuovo amore con la bella dottoressa Gwen (Zuleikha Robinson) la quale, viste le precedenti liaisons del nostro, si profila fin dall’inizio come il personaggio più coraggioso. Ma la serenità non dura molto:un nuovo corso di sanguinari omicidi sparsi, collegato ai sopravvissuti al violento finale della stagione 2, esplode senza tregua. La comprensione completa di cosa stia accadendo si avrà già alla fine del secondo episodio quando Ryan, il suo seguace fedele Mike Weston (Shawn Ashmore) e la nipote Max (Jessica Stroup) scoprono i tentacoli di una cospirazione che ha lo scopo di annientarli. Il cast è valido e i nuovi personaggi funzionano bene. Ma serpeggia latente un senso di fastidio che ci suggerisce in continuazione che The Following – Stagione 3 avrebbe avuto sorti migliori se Hardy avesse continuato a giocare al gatto e alla volpe con il sempre più “lecteriano”Joe Carroll (James Purefoy) per una sola stagione e basta, senza mungere troppo l’idea — e spingere la violenza a livelli troppo cerebrali nella stagione due — per arrivare alla tre a rendere per diversi episodi Carroll il mero protagonista di flashback e allucinazioni. Forse la Fox aveva bisogno di questa terza serie per ragioni di produzione, ma i risultati non sono sempre esaltanti.
«The killing is only beginning», “la carneficina è appena all’inizio”, dice Ryan molto solennemente, esaminando una scena del crimine nel primo episodio. E i fatti dimostreranno che ha ragione, e che lo scopo principale dello spettatore sarà quello di immaginare e scoprire come questa mattanza potrà avere fine. A questo proposito ci sentiamo di affermare che Williamson & co., almeno per il gran finale, non ci risparmiano riusciti colpi di scena, degni degli esordi, e un epilogo per niente scontato, per ricordarci almeno che The Following – Stagione 3, pur nei sui innegabili difetti, resta una serie nuova, non banale, che ha dato un contribuito originale al mondo delle thriller -fiction. E la colonna sonora si conferma all’altezza delle stagioni precedenti.