Una trama sanguinaria e raffinata che si chiude come un cerchio perfetto: The Loved Ones è uno degli horror migliori della stagione, a riprova dei fermenti innovativi della ozploitation.

Dopo aver causato la morte del padre in un incidente, il giovane Brent (Xavier Samuel) viene rapito dal papà di Lola (Robin McLeavy), una compagna di liceo della quale aveva rifiutato un invito al ballo. Il ragazzo viene a lungo seviziato dalla coetanea e da suo padre, mentre la madre assiste allo scempio in stato catatonico. Una volta riuscito a liberarsi, scopre di non essere il solo prigioniero in quella casa degli orrori…

Uno degli horror migliori della stagione, a riprova dei fermenti innovativi della ozploitation. Raccontata così la storia potrebbe apparire fin banale, un campionario di violenze in serie degno del più trito torture porn, in realtà c’è molto di più. Il regista-sceneggiatore Sean Byrne ci risparmia la logica del taglione moralista (Brent non finisce nel tritacarne per espiare la sua “colpa” iniziale, ma anzi proprio quel meccanismo di morte fu causa dell’incidente) e invece costruisce una trama sanguinaria estremamente raffinata, che si chiude come un cerchio perfetto.

La famiglia di Lola è a dir poco disfunzionale, il suo rapporto con il padre esplicitamente incestuoso, da qui una serie di eventi malati che vedono il ragazzo vittima di un transfert abietto. Lui, “reginetto del ballo”, rappresenta la dimensione di tenerezza “sana” dalla quale la mostruosa coetanea è esclusa, per questo viene torturato senza pietà, fino a minacciare di inchiodargli il pene alla sedia (non succede: in compenso gli inchiodano i piedi e gli trapanano la fronte).

Sgomenti di fronte all’immagine di una “happy family” rovesciata, ci si rende conto di come la violenza esasperata non sia mai gratuita , ma revochi gli antri più oscuri dell’horror fiabesco, ricolmo di orchi e creature minacciose. Un grande film.