The Pacific
2010
The Pacific è una serie tv del 2010, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2010.
Il carboncino che sui titoli di testa di The Pacific disegna volti e caratteri dei protagonisti, frantuma, sotto il peso della mano che lo conduce, la propria grafite, allo stesso modo in cui Steven Spielberg & Tom Hanks (ormai un marchio di fabbrica) delineano le triettorie della storia ricamate sui ricordi dei reduci che nell’incipit di ognuna delle 10 puntate riassaporano l’amaro del piombo e la puzza del sangue rappreso, mentre le loro parole ri-scrivono la storia e la tragedia: Sidney Phillips, Richard Green, Hugh Corrigan, volti scavati dalle rughe, fieri della vittoria americana e consapevoli dell’orrore, della solitudine e della paura. The Pacific non parla solo della guerra tra esplosioni e morti, ma racconta l’aspetto psicologico ed esistenziale, i dubbi e il “senso” degli ordini, il dramma di premere un grilletto contro un nemico e quello di vedere i proprii compagni morire; gli aspetti più cruenti e sotterranei del coflitto bellico (inteso in senso universale) sono visti attraverso l’esposizione dei sentimenti dei soldati (un po’ come ha fatto Malick con La sottile linea rossa).
The Pacific ha un ritmo lento e cadenzato, che permette di sentire il fruscio delle fronde delle palme, il ticchettio della pioggia sugli elmetti e il rumore “assordante” del nemico. Un nemico mai così uomo, dai tratti sofferenti o allucinati, plasmato (letteralmente) dai movimenti sinuosi delle steady-cam, oltraggiato dalla contrapposizione umana della guerra e ricolmo di ricordi, esperienze e dolori. Gli stessi degli uomini in divisa da marine, elmetto calato “largo” sopra la testa e paura (quella vera) nascosta dentro le tasche della mimetica.
Protagonisti di The Pacific sono gli uomini, delle divisioni americane impegnati a combattere di stanza nel Pacifico dal dicembre 1941 allo sbarco di Okinawa il 1° aprile 1945. Alla fine, due di loro, Sledge e Leckie, ritornano a casa: Leckie riabbraccia la sua famiglia e riottiene il vecchio lavoro, mentre Sledge ha seri problemi a reintegrarsi nella vita civile e non comprende perché alcuni uomini come lui siano sopravvissuti (illesi) mentre altri sono morti. Il tema musicale, tronfio e retorico, di Hans Zimmer (unica nota stonata), rieccheggia sullo sfondo del sibilare dei proiettili calibro 30, nel silenzio della giungla di Guadalcanal, sulle spiaggie delle Isole Solomon o delle coste australiane tra i traccianti della contraerea e i corpi ammassati sulla spiaggia. I dubbi (perchè non vi sono certezze) si sviluppano progressivamente tra i singoli per poi giungere al collettivo: il terrore del capitano immobilizzato dalla paura, la “scoperta” dell’uomo dietro il soldato giapponese attraverso le foto rinvenute nello zaino… Infine il gruppo, la divisione dei marines, rappresentata come un “corpo” unico e indivisibile.