The Strangers
2008
The Strangers è un film del 2008, diretto da Bryan Bertino.
Siamo a pochi giorni dall’uscita del secondo capitolo di quell’home invasion che dieci anni fa andò bene ai botteghini e divise in due la critica. In tutto questo tempo la pellicola diretta da Bryan Bertino, va detto, non ha assunto un’aura più importante nel panorama horror, specie dopo due lustri in cui si è visto obiettivamente di meglio. L’arrivo nelle sale del sequel diretto da Johannes Roberts può però aiutarci a riconsiderare meriti e demeriti di The Strangers in maniera più ragionata e tranquilla. Un fatto è che il film di Bertino ebbe una sola sfortuna, ossia uscire poco dopo Them dei francesi Palud e Moreau e il filologico auto-remake yankee di Funny Games: due pellicole dal comparto visivo, registico e produttivo assolutamente superiore. Simile sul piano narrativo, a volte fin troppo, The Strangers aveva però dalla sua un’anima slasher volutamente inespressa ed incompleta, così come uno stile singolare nella gestione dei tempi e della tensione. Il tutto insieme ad un messaggio di fondo spietato e nichilista.
The Strangers introduce Kristen (Liv Tyler) e James (Scott Speedman) nel momento più delicato della loro relazione: lui le ha chiesto di sposarlo, lei ha mestamente rifiutato. La tensione tra i due è palpabile, vagano per la casa come fantasmi evitandosi il più possibile. Cercano di venire a capo di questa crisi quando una misteriosa ragazza bionda bussa alla porta, chiedendo se tale Tamara è in casa. I lineamenti del suo viso sono completamente immersi nell’oscurità: “Ci vediamo dopo” dice allontanandosi. L’incubo ha inizio ed è di quelli da cui non ci si sveglia facilmente. Tutto ciò che segue ha i tratti di una grottesca e dissonante allucinazione: i colori caldi delle pareti rafforzati dal fuoco che arde nel camino, i colpi battuti contro la porta d’ingresso e la folk song My First Lover che continua ad andare in loop sul motivetto “quicksilver girl”. Kristen ha sicuramente l’argento vivo addosso, non ce l’hanno invece i tre individui mascherati, che hanno solo cominciato con i loro mind games. La logica narrativa vuole che lo spettatore sia anch’egli vittima dell’attesa spasmodica e torturante che subiscono i protagonisti. L’home invasion è dunque più fastidiosa di quanto potrebbe essere con l’immediato irrompere della violenza fisica: ciò che viene conquistato ed importunato è un luogo intimo da cui si cercava di uscire senza ossa rotte e cuori spezzati.
Le tre losche figure altro non sono che agenti del caos, nichilisti che vedono nella violenza su due ignare vittime come una scelta presa a casaccio, giusto “perché erano in casa”. Il disordine che portano, e che Bertino intende sempre sottolineare, è il sonno della mente: subire e non capire. Un disordine che porta i due protagonisti a non distinguere più chi si celi dietro gli angoli della casa e che porterà anche a tragiche conseguenze quando James tenterà di abbozzare una minima reazione. Infine la resa dei conti, dove lo slasher viene tradito definitivamente: il supplizio della carne non viene mostrato ma crudelmente sottinteso. Le urla di Kristen risuonano nella stanza, il suo volto straziato dal dolore psicologico e fisico sono gli unici elementi di un quadro dell’orrore che lascia tutto all’immaginazione dello spettatore. Con The Strangers sembra di essere tornati ai tempi del codice Hays, a quando si doveva atterrire senza far vedere. “It’ll be easier next time” dice Pin-up Girl mentre si allontana in macchina con i suoi complici. Parla forse Bertino pensando a ciò che verrà? Per chi è curioso di saperlo, The Strangers: Prey at Night è lì in sala che vi aspetta.