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Transformers – Il risveglio

2023
Titolo Originale:
Transformers: Rise of the Beasts
REGIA:
Steven Caple Jr.
CAST:
Anthony Ramos (Noah Diaz)
Dominique Fishback (Elena Wallace)
Dean Scott Vazquez (Kris Diaz)

Il nostro giudizio

Transformers – Il risveglio è un film del 2023 diretto da Steven Caple Jr.

Transformers – Il risveglio è il settimo capitolo della saga cinematografica ispirata ai celebri giocattoli Hasbro e diretto da Steven Caple Jr., adrenalinico regista di Creed II. Se a uno sguardo poco attento il film sembra conforme a quanto fatto da Bay, va denotato che il franchise ha subito un ‘soft reboot’ con la pellicola precedente, Bumblebee. Le differenze stanno soprattutto in elementi di continuity (ad esempio la data in cui gli Autobot scelgono per la prima volta sulla Terra) e nel design degli automi, ora più piccoli, compatti e simili alle versioni giocattolo che maneggiavamo da bambini (con riferimento soprattutto alla generazione classe ’76-’80) regalandoci anche un piacevole senso di familiarità. Per certi versi è più facile gestire il riavvio di un franchise che ha per protagonisti dei robot creati in cgi: non ci sono cambi di attori da gestire, come avviene per 007 o Batman, il che per gli spettatori risulta sempre meno traumatico. A livello di contenuto il film segue lo stesso processo operato per il design: più misurato, più diretto, senza le derive al limite della video-arte che caratterizzavano le iterazioni precedenti ma più concentrato a livello d’azione e svolte narrative. Funziona e risulta solido, asciugando anche la durata a due ore nette, perfettamente idonee per un prodotto che si propone in maniera chiara come semplice e puro intrattenimento, comprensibile da tutti.

Possiamo dire che questo film rappresenta quello che i primi film dei Marvel Studios (prima dell’acquisizione da parte della Disney) hanno rappresentato nel 2008 – Iron Man e The Incredible Hulk – rispetto al periodo precedente, quando i film sui supereroi erano affidati a grandi registi come Sam Raimi, Chris Nolan e Ang Lee. Erano film con pochi fronzoli e meno ambizioni artistiche, il cui obiettivo principale era divertire sia il pubblico che conosceva i fumetti che anche quello che non li conosceva, gettando al contempo le basi per un futuro universo condiviso di grande successo. Non a caso, nel finale di questo Transformers compare un altro grande marchio Hasbro, con l’obiettivo chiaro di creare un crossover e chissà quale futuro ci riserverà. L’inizio del film è visivamente fenomenale e coinvolge i Maximals, le versioni “bestiali” dei Transformers (come gorilla, nibbio, leone, ecc.), che in questa storia si sono evoluti su un pianeta molto simile alla Terra, assumendo forme simili agli animali terrestri. Ovviamente, è una premessa che richiede un “salto di fede” (come quello che deve compiere Indiana Jones durante una delle prove de L’ultima crociata), ma funziona, così come funziona vedere gli Autobot all’opera sul proprio pianeta, trasformati in veicoli, sebbene con caratteristiche diverse da quelli terrestri di marca.

Va detto che Michael Bay è sempre stato molto più attento all’aspetto “scientifico”: i Transformers assumevano la forma delle nostre automobili solo dopo averle viste e imitate, e potevano in teoria adattarsi a qualsiasi forma, ma sceglievano una specifica per coerenza. È evidente che in questa saga bisogna fare i conti con l’irrealismo di base delle forme giocattolo originali. Il villain Megatron, ad esempio, si trasformava in una pistola, che rispetto alle sue dimensioni sarebbe risultata gigantesca. Bay ha comunque inserito un omaggio a questa forma originaria, su insistenza dei fan, ma non è stato facile. Una critica costante verso questa saga è stata posta all’eccessiva enfasi sugli esseri umani, che spesso non si rivelano altrettanto carismatici come i robot. In questo senso, il film di Caple perde un’opportunità di sperimentare qualcosa di nuovo, poiché ancora una volta combina una storia di terrestri che si intreccia con quella degli alieni tecnologici. D’altro canto, un film dei Transformers senza la presenza degli umani sarebbe molto simile a un film d’animazione, il che cambierebbe notevolmente la prospettiva, anche in termini di attrattiva per il pubblico che, come si sa, è affezionato alle star e ai volti noti. Comunque sia, Bay rimane tra i produttori, e la sua influenza si fa sentire. Le sequenze d’azione sono ben realizzate, concitate e coinvolgenti, con un mix di elementi militari e una certa dose di spettacolarità che permea l’intera storia, e il finale sorprendente non può che confermarlo. Eppure non leggere il suo nome dopo la dicitura ‘directed by’ farà sentire più rilassati coloro che sono sempre stati critici nei suoi confronti, sdoganando la voglia di divertirsi con un mondo di balocchi per un paio d’ore, senza pensare ad altro.