Un’età da sballo
1983
Un’età da sballo è un film del 1983, diretto da Elo Pannacciò.
«Goodbye my lover… thank you for the good time». La colonna sonora del film è davvero (per rimanere in tema) uno sballo. Ci sono Tullio De Piscopo, i Kim & The Cadillacs e sembra che dietro lo pseudonimo Phil Nicols si nasconda, addirittura, uno dei Matia Bazar. Di certo l’iperglicemica title track, Today, resta in testa come un proiettile esploso da una calibro 38. Elo Pannacciò era veramente genio e sregolatezza. Uno che faceva di tutto dando l’impressione di non sapere fare nulla. Un’età da sballo, ad esempio, se l’è scritto, prodotto e girato tutto da solo. L’idea forte era di mischiare il genere vacanziero imperante dei Vanzina con quello mieloadolescenziale importato dalla Francia del Tempo delle mele, senza però rinunciare all’aspetto pruriginoso pornografico che ha caratterizzato l’intera sua filmografia.
Il risultato: una sedicenne in vacanza che, stufa del fidanzatino, mostra le tettine a un collega del padre che voleva scoparsi la madre. Alla base c’è il pesante fardello di un imene che reclama a gran voce di essere deflorato. Incredibile come Panacciò riesca a ridisegnare ogni volta i limiti del triste involontario, del sublime squallore di chi non sa come spendere bene i pochi soldi a disposizione. Tutto è sbagliato. La fotografia, i vestiti degli attori, la location (San Felice fuori stagione), il doppiaggio. Stendiamo un velo pietoso poi sul cast di anonimi, amici degli amici, tutti fuori parte… incominciando da quella povera demente di Karina Hauser che di suo aveva giusto il fascino e l’innocenza necessaria per interpretare la giovane mignottella. Di lei si diceva che arrivasse dalla Germania e che fosse sentimentalmente legata a qualcuno della produzione. Nel cinema italiano non ha lasciato altra traccia.
Nella parte del fidanzatino c’è il regista Antonio Bonifacio, qui impegnato anche come aiuto (cosa non si farebbe per risparmiare). Pannacciò e Bonifacio si sono conosciuti in sala di doppiaggio. Leggenda vuole che Antonio commentasse un film del maestro definendolo: «Una gran cagata!». Colpito, Pannacciò lo invitò a lavorare con lui. Un’età da sballo non incassò un granché in Italia nonostante la colonna sonora bomba distribuita con discreto successo in vinile, ma il regista assicura di averlo venduto un gran bene in tutto il mondo. Dopo Un’età da sballo, Pannacciò girò in corsa, Stesso mare, stessa spiaggia, forse il più atroce spiaggiarello mai commesso.