Featured Image

Un fiocco nero per Deborah

1974
Titolo Originale:
Un fiocco nero per Deborah
REGIA:
Marcello Andrei
CAST:
Bradford Dillman (Michel Lagrange)
Marina Malfatti (Deborah Lagrange)
Gig Young

Il nostro giudizio

Un fiocco nero per Deborah è un film del 1974, diretto da Marcello Andrei

Se si dovesse dare retta a Wikipedia, bisognerebbe concludere che questa rara pellicola di Marcello Andrei, con protagonista la bravissima e da poco, purtroppo, scomparsa Marina Malfatti, sia un film derivativo del Rosemary’s Baby di Roman Polanski, sebbene infilarlo nel filone demoniaco sia un abuso; dal momento che né Satana né Lucifero né un qualsivoglia anticristo, hanno parte alcuna nella trama del film. Però, diciamo “auralmente”, nell’immaginario collettivo è indubbio che il lavoro di Marcello Andrei sedimenti come equiparabile ai satanici classici italiani, tipo L’anticristo, Chi Sei? o L’ossessa; con tutta probabilità a causa dell’immagine del titolo, così funerea e ominosa, che non può non evocare subito – ed è supponibile che l’abbiano usata apposta per questo – il ricordo di Nastro rosso a New York di Ira Levin, il romanzo da cui proveniva Rosemary’s Baby.

dentro 2

La storia si avvolge intorno a Deborah, sposata a un fisico nucleare, che vive con frustrazione l’impossibilità di avere figli. Un giorno, dopo avere soccorso una ragazza vittima di un incidente stradale (Micaela Esdra), Deborah sembra però presentare, improvvisamente, i segni inequivocabili di una gravidanza. Un fiocco nero per Deborah è film da lungo tempo irrintracciabile, se non in copie in videocassetta (New Pentax) che sedimentano dagli anni Ottanta e anche in televisione si è visto poco. Diciamo che esiste il legittimo sospetto che altro sia quello che gli sceneggiatori (Alvaro Fabrizi, Giuseppe Pulieri e Piero Regnoli) e il regista hanno fatto, ossia una ghost story su una donna sterile, ma potentissima medium spontanea, che “ruba” la gravidanza a una giovane morente, la quale le riapparirà sotto forma di spettro per tormentarla, altro fosse quello che avevano in testa di fare. Che cosa? Probabilmente un mistery sulla falsariga del film di Polanski, che galoppasse la moda dei demoniaci con possessione (siamo nel 1974, quindi nel cuore del fenomeno dei rip-off italiani di L’esorcista).

dentro 1

D’altro canto, la gravidanza di Deborah (una Marina Malfatti con taglio di capelli alla maschietto, davvero deliziosa e in evidente congiunzione con il look del personaggio di Mia Farrow nel film del 1969) più che isterica, come sentenziano i medici, sembra essere diabolica, tali e tanti sono i segni sinistri che l’accompagnano: dagli animali che impazziscono (una bella scena girata allo zoo di Roma, che anticipa Il presagio), al tramestio di passi in stanze vuote, alle statue che lacrimano sangue e a un esperimento medianico la cui risoluzione in un incubo è probabilmente il momento migliore del film. Nel cast, subordinati a Marina Malfatti – della quale non si potrà mai dire bene senza che non meriti se ne dica meglio – ci sono due attori americani, Gig Young e Bradford Dillman, entrambi alla loro unica esperienza in Italia. Dillman era sposato con un attrice, Suzy Parker, che sembra essere stata la ragione ultima della sua calata a Cinecittà in questa circostanza. Vi resti il dubbio della ragione precisa. Noi pettegolezzi non ne vogliamo fare.