Underwater
2020
Underwater è un film del 2020 diretto da William Eubank.
La curiosità attorno al nuovo film di William Eubank era davvero tanta. Dopo il brillante esordio con The Signal, un film di fantascienza low budget, il regista torna sul grande schermo con una storia affascinante e misteriosa, accompagnato da un cast davvero niente male. Un gruppo di scienziati sta lavorando all’interno di una base sottomarina quando un terremoto blocca il team nel profondo degli abissi. Nessuno sa da cosa sia stato provocato e la paura incombe sempre di più. I sopravvissuti, tra i quali spicca una Kirsten Stewart modello Ellen Ripley, dovranno fare delle scelte estreme per sopravvivere, scoprendo verità raccapriccianti. Underwater si potrebbe dividere facilmente in due parti: la prima, che in qualche modo cerca di scimmiottare – o quanto meno omaggiare – il capolavoro di Ridley Scott, e la seconda che assomiglia a un ibrido tra The Abyss di James Cameron e la voglia di creare qualcosa di veramente originale. Peccato che il tentativo da parte del regista sia pressoché fallito.
Un film che parte sin da subito nel peggiore dei modi, con una regia che, il più delle volte, usufruisce di rallenty inutili, come se stessimo assistendo a un qualunque prodotto firmato da Michael Bay. La voglia di osare c’è, d’altro canto stiamo parlando di un regista di talento, ma le carte a sua disposizione, per mostrare allo spettatore qualcosa di veramente suggestivo, sono veramente poche e usate male. Tuttavia, non possiamo non apprezzare l’ottimo lavoro fatto con le atmosfere, dalle inquadrature claustrofobiche, al buio minaccioso attorno ai protagonisti, che per quanto siano serviti per usufruire di un mezzo ormai banale come il Jump-Scare, funzionano davvero bene. Ma il vero problema di Underwater è la sceneggiatura. Seppur ispirata a capolavori dal passato, la storia risulta senza spessore, dalle caratterizzazioni incerte che punta su due elementi in forte contrasto tra loro: l’eroismo e l’umorismo. Non fraintendete, a volte funzionano, ma dipende dal prodotto. Se parliamo di un film targato Marvel è chiaro che uno spettatore difficilmente possa storcere il naso, dal momento che sono due componenti fortemente legate ai personaggi che vengono trasposti, come per esempio un Iron-Man o un Thor.
Ma qui stiamo parlando di un horror ad alta tensione, dove l’umorismo – parliamoci chiaro – non dovrebbe nemmeno esistere. Ed ecco che ci viene presentato sin da subito Paul, un personaggio fastidiosissimo, interpretato da T.J. Miller. Fra battute irritanti e momenti forzati che ad ogni scena devono ribadire il suo concetto di “pazzia”, il film perde diverse occasioni per creare una maggiore caratterizzazione, che con qualche accortezza in più, avrebbe dato maggior valore al prodotto stesso. Kristen Stewart si sforza per portare a casa un’interpretazione quantomeno decente, ma con uno script del genere anche la sua prova attoriale risulta scarna e priva di mordente, per non parlare di Vincent Cassel, completamente inutile ai fini della trama. Underwater è un’occasione sprecata che parte da un soggetto incredibilmente avvincente, giocato con le carte sbagliate, accontentandosi della via più facile, ovvero l’ispirazione del passato, osando veramente poco.