Upgrade
2018
Upgrade è un film del 2018 diretto da Leigh Whannell.
L’originalità, all’interno di un genere come la fantascienza è un elemento sempre più raro da conquistare, soprattutto se il soggetto della storia ruota attorno a sistemi operativi o intelligenze artificiali. Tuttavia Upgrade, thriller sci-fi australiano prodotto dalla Blumhouse, consapevole dei limiti imposti dalle scelte narrative, riesce comunque a risultare irresistibile sotto molti aspetti. La storia narra le vicende di Gray Trace (Logan Marshall-Green), un uomo che rimane paralizzato nel disperato tentativo di salvare sua moglie da una brutale e misteriosa uccisione. Nel momento più difficile della sua vita, viene avvicinato da un inventore miliardario che con una cura sperimentale promette di “aggiornare” il suo corpo. La Cura, un impianto di intelligenza artificiale chiamata STEM, conferisce a Gray abilità fisiche incredibili che lo porteranno ad essere invincibile e a intraprendere un’implacabile vendetta verso coloro che hanno ucciso sua moglie.
Parte subito spiazzando lo spettatore il nuovo film di Leight Whannell. Una voce robotica annuncia le varie case di produzione e il nome del regista mettendoci nella condizione di immedesimarci il più possibile. Scelta veramente interessante che riflette su un futuro piuttosto credibile, dove l’essere umano risulta fragile e facilmente manipolabile. Upgrade si avvale di una sceneggiatura scritta con il giusto equilibrio e che non può fare a meno di attingere a piene mani da capisaldi del passato, non solo cinematografici, ma anche televisivi come Black Mirror di Charlie Brooker. L’esempio più lampante è sicuramente quello di Robocop di Paul Verhoeven. Non tanto per le tematiche trattate, ma bensì per il drastico cambiamento fisico che subisce il protagonista, qui interpretato dal sosia ufficiale di Tom Hardy, ovvero Logan Marshall- Green. La sua è una prova attoriale veramente valida, in grado di gestire perfettamente i numerosi stati d’animo del personaggio che interpreta.
Dopo un esordio registico piuttosto anonimo, cominciato nel 2015 con il terzo capitolo di Insidious, il regista Leight Whannell ci mostra tutto il suo stile, dosando bene le scene d’azione, alternandole con momenti splatter davvero riusciti e mai gratuiti. Il tutto arricchito da una fotografia psichedelica, con una parte centrale che strizza l’occhio inevitabilmente al cinema di Nicolas Winding Refn, che con l’andare del tempo diventerà sempre più cupa. Dunque una sceneggiatura di ferro, con un finale tutt’altro che convenzionale che lascia la porta aperta a un seguito. Questo è quello che speriamo. A un primo sguardo Upgrade potrebbe risultare il classico film d’azione, fantascientifico, che mostra la parte oscura e inaffidabile della tecnologia, capace di manipolare anche l’essere umano più fragile, ma è molto di più. Un soggetto che non brilla particolarmente per la sua originalità, questo è vero, ma al suo interno ha così tanti spunti da poter diventare, col tempo, un vero e proprio cult. Uno dei film più avvincenti del 2018.