Valhalla rising
2009
Dopo avergli dedicato una Personale (Nocturno 87), riaccendiamo i riflettori su Nicolas Refn e il suo film capolavoro, Valhalla Rising, storia di vichinghi e indios, violenza e religione, viaggi nello spazio e nella mente…
Dopo aver diretto la trilogia di Pusher (1996/2004/2005), il sorprendente Bleeder (1999), il controverso Fear X (2003) e l’acclamato Bronson(2009), Nicolas Winding Refn è oggi considerato il più “ribelle” tra i promettenti e talentuosi registi danesi di tutti i tempi. Ne è una conferma la sua ultima opera cinematografica, il film Valhalla Rising (2009), presentata nella sezione ufficiale del Toronto International Film Festival 2009 e fuori concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia lo scorso anno.
Come un fulmine a ciel sereno, l’affascinante epopea vichinga messa in scena da Refn, fra le suggestive highlands scozzesi, ha letteralmente colto di sorpresa pubblico e critica, decisamente impreparati dinnanzi a questo insolito cocktail di fantasy, mitologia e spiritualità. In novanta minuti, con spiazzante maestria, Nicolas Winding Refn mescola assieme violenza e poesia, stasi e azione, raccontando una lenta e inesorabile “discesa all’inferno” scandita in sei brevi capitoli: 1) Ira; 2) Il guerriero silenzioso; 3) Uomini di Dio; 4) La terra Santa; 5) Inferno; 6) Il sacrificio.