V/H/S/94
2021
V/H/S/94 è un film horror antologico del 2021.
Il genere found footage, che si tratti di videocassette (e di solito sono proprio le vhs) o dei video girati col cellulare e via dicendo, ha mostrato nel tempo di poter offrire grandi risultati in termini di angoscia e spavento. Pensiamo al primo The Blair Witch Project, Rec, Lake Mungo, The Poughkeepsie Tapes o Megan Is Missing. La cosa che non regge mai, per quanto riguarda la verosimiglianza, è la cornice, ma gli autori non si sprecano neanche troppo a inventare un incipit credibile attorno a questo misterioso materiale recuperato: che spunti in una casa abbandonata, che sia trafugato dagli archivi della polizia o che compaia nella cassetta delle lettere di una tranquilla famigliola, il pubblico vuole solo che il film cominci a mostrare quelle immagini, dimenticando il resto. E una volta che la storia prende il via, tra inseguimenti fatti di respiri pesanti e luci confuse, personaggi misteriosi che appaiono per un momento all’orizzonte o rumori crescenti nel buio più totale, il divertimento è quasi sicuro, basta avere una certa fantasia. Il grosso del lavoro in questo tipo di film, infatti, lo fa il pubblico stesso. Motivo per cui non sono neanche tanto costosi, ma tutt’altro che facili, vista la mole di schifezze venute fuori negli anni. Per divertimento, con un film horror, intendiamo ovviamente angoscia, spavento, terrore. Chi vede questo tipo di cose ha bisogno di un valido motivo per non dormire la notte, e invece girarsi nel letto e sudare, trasalire e darsi dell’idiota tutto il tempo. Solo in questo caso il film si può dire un vero capolavoro. V/H/S non è un capolavoro, nessuno dei capitoli della serie. Si tratta come saprete di film a episodi, girati a più mani, dalla struttura classica (Amicus docet) ma vestiti di questa forma “modernariale” delle videocassette anni 90.
I primi due capitoli di V/H/S, sempre con l’andazzo altalenante e invincibile dei film a episodi, offrono alcuni segmenti di grande efficacia (penso in particolare alle storie dirette da Timo Tjahjanto, regista presente anche in questo quarto e al momento, ultimo capitolo). V/H/S/94 non sembra risalire il livello a cui era sceso già il terzo V/H/S/Viral. Per scendere di livello cosa intendiamo? Il livello di terrore, di spavento e angoscia, quelle solite prelibatezze che un horror dovrebbe garantire al proprio pubblico affezionato. Un critico dovrebbe ogni volta che analizza un film, farsi questa domanda: “mi sta spaventando? Se la risposta è no, allora non va bene. Può essere anche ben girato e farcito di furbesche implicazioni tecno-femministe, come Titane, ma se non ti mette paura, non chiamarlo horror. Si tratta di altro. Con V/H/S/94 non ci si annoia troppo, questo no, ma sul discorso di cui sopra, si resta abbastanza delusi. Vediamo nello specifico i singoli episodi. Storm Drain, con la giornalista che si infila nei cunicoli sotterranei delle fogne di una piccola città di provincia in cerca del fantomatico Rat Man, un misterioso mutante che molti testimoni un po’ strambi sostengono di aver visto in più occasioni, parte bene, la regista Chloe Okuno crea una bella tensione, in particolare nel momento in cui la donna avanza nel buio sotterraneo e inquietanti homeless baluginano dalle tenebre. Poi però l’epilogo vira deciso sul grottesco e il ridanciano, restituendoci alla realtà ben prima che la storia raggiunga il suo picco cronenberghiano.
The Empty Wake, diretto da Simon Barrett è l’ennesima variante del racconto di Ambroce Bierce, La veglia al morto, con esiti più in stile EC Comics, ma non c’è grande presa e gli effetti speciali analogici sono talmente modesti da far rimpiangere, almeno per una volta, quelli in CGI. L’episodio di Timo Tjahjanto, ancora una volta il migliore di tutti, mescola Kafka e Tetsuo in salsa splatterpunk, con uno sviluppo che batte ancora una volta in ritirata verso il grottesco e la caciara. Paradossalmente, il segmento diretto da Ryan Prows, intitolato banalmente Terror, su un gruppo di terroristi patrioti che vogliono riprendersi l’America facendo un attentato al Governo con un’arma non proprio convenzionale, che già nelle intenzioni degli autori è direzionato verso satira cruenta, risulta il più inquietante dell’intera raccolta, visto che ancora non ci siamo ripresi dall’Assalto alla Casa Bianca e al Campidoglio compiuto da “normali” cittadini aizzati da un ex presidente che tanto normale non è mai stato. Sulla cornice non c’è molto da dire, è la solita cucitura alla buona dei V/H/S.