X-Files
1993-2002
X- Files è una serie tv del 2016 ideata da Chris Carter.
La Verità è tornata sugli schermi televisivi dopo quattordici anni. Si è nascosta per parecchio, abbastanza da sembrare svanita nel nulla. Eppure c’è sempre stata, alimentata dal vivo culto dei seguaci. Soffermarsi su quanto sia amata X- Files e sull’enorme importanza avuta nella storia della televisione è superfluo: ciò che ci interessa davvero è analizzare la compiutezza dell’operazione revival e l’effettiva qualità del format. Andiamo per ordine. Dopo aver raggiunto l’eccellenza con la quarta e quinta annata (sfociante in un film dagli ottimi incassi), dalla sesta stagione in poi X – Files ha subito un costante declino qualitativo, di pubblico e critica. Televisivamente, le indagini paranormali si concludono con il doppio episodio “La Verità”: una carrellata dei volti più amati chiude in maniera appena sufficiente il glorioso percorso. X- Files, voglio crederci (il secondo film) fu più spiazzante che brutto: un thriller con pochi riferimenti alla Mitologia, intento a mostrarci la nuova vita degli agenti Mulder e Scully lontano dal Bureau. Stando alle dichiarazioni di Chris Carter, l’obiettivo era chiudere la Colonizzazione già sviluppata nella serie con un terzo film da far uscire nel 2012, data dall’Apocalisse annunciata nella nona stagione. Ma non se ne è fatto niente. Fino alla notizia bomba del 17 gennaio 2015: la Fox autorizza una mini-stagione revival di X- Files. Le basi c’erano: Gillian Anderson lanciatissima grazie a Hannibal e The Fall, David Duchovny che bissa il successo di Californication con gli ottimi ascolti di Aquarius e, non ultimo, un amore smisurato da parte di una numerosissima legione di fan, come dimostra l’edizione del Comicon in cui Carter, Duchovny e la Anderson hanno celebrato la serie davanti a un pubblico euforico. In un periodo di abbondanza seriale e di importanti investimenti (e soprattutto dopo il ritorno di un altro mito battezzato Twin Peaks) perché non scommettere su un cult degli anni ’90? Le reazioni sono state ovviamente tante, tra euforia e perplessità. Alle domande: “Ha davvero senso riesumare un fossile del passato? “Cosa hanno ancora da dire alieni, mostri e fantasmi?” sono sopraggiunte le euforiche controbattute di chi non vedeva l’ora di riappassionarsi alle oscure e intriganti indagini di Fox e Dana. Dopo tante attese, spoiler, dichiarazioni e febbrili attese, il 24 gennaio 2016 i file più terrificanti e inspiegabili sono stati riaperti. I dati hanno parlato chiaro: la prima puntata è stata vista da 50 milioni di spettatori in tutto il mondo. Il resto degli episodi ha avuto dati altrettanto notevoli, considerando la concorrenza e gli eventi concomitanti come i Grammy. Bene: il pubblico ha detto la sua, ma la critica? È stato tutto oro il luccichio mandato in onda? In buona parte si.
L’inizio di My Struggle part 1 sono brividi veri: una carrellata di fotografie su cui sono impressi i momenti storici della serie e un toccante discorso di Mulder ci ricordano dove eravamo rimasti e come la sua ricerca vada avanti. Poi parte la storica sigla, come se niente fosse. Magnifico. Il resto della puntata è destabilizzante: senza spoilerare troppo, alcuni dei dogmi della Mitologia (così sono definiti gli episodio di X – Files collegati tra di loro) vengono completamente cancellati e si riparte da zero, in un contesto molto più politico che fantascientifico. Il resto di My Struggle è molto verboso e si salva con la scena finale: il primo piano “scottante” di una vecchia conoscenza. Un buon inizio, ma vogliamo – giustamente – di più. Il secondo appuntamento ci accontenta. In Founder’s Mutation Mulder e Scully faranno i conti con un caso molto delicato riguardante dei bambini “speciali” e il drammatico passato del loro figlio William. Un episodio di notevole spessore emotivo, sulla scia dei vertici drammatici della serie come Memento Mori e Emliy. Mulder and Scully Meet the Were-Monster – già il titolo dice tutto – continua invece la tradizione ironico-surreale. Oltre i momenti comici e una scena hot già nel cuore di tutti i fan (maschi), la puntata ha un messaggio molto profondo e sentito. Geniale. E l’orrore e lo spavento? Tranquilli, ci pensa il Trash Man di Home Again. Tra terrorismo e attentati, Babylon è la puntata più attuale e oltre a due new-entry di cui parleremo a breve, ci regala anche una sequenza onirica davvero indimenticabile. Si arriva così al finale di My Struggle Part 2: la questione è tutt’altro che chiusa … X – Files ha una impostazione molto equilibrata e attenta: la formula giusta per fare felici i vecchi fan e acquistarne dei nuovi. Mulder e Scully si sono perfettamente tecnologizzati e alla classica torcia e pistola hanno aggiunto anche lo smartphone. Una figura cardine della nuova stagione è sicuramente Ted O’Malley (My Struggle Part 1- 2), un guru della rete (non ha un partito pentastellato, tranquilli) che con il suo programma virale (mai termine fu più adatto) denuncia crimini e complotti segreti. Ted O’Malley è un amplificatore dell’attuale pensiero di Carter: la sua nuova ossessione non sono più gli UFO ma le trame oscure del governo ai danni dei cittadini e guardando la serie si percepisce palesemente quanto l’autore sia stato colpito dall’11-09. Anche la figura dell’Uomo che Fuma risente del cambiamento: non è più Il Mastro Burattinaio intento a muovere le trame della Storia, è più un consulente in pensione che offre privilegi ai propri prediletti. E Mulder e Scully? Il revival offre ogni sfaccettatura della loro relazione: li vediamo sostenersi nei lutti e nelle difficoltà, li vediamo condividere con ironia i momenti più intimi, stare ancora una volta spalla a spalla contro i mostri e misteri. Un affiatamento che buca lo schermo.
Scully non è più la scettica scienziata degli esordi: serie dopo serie, trauma dopo trauma, è diventata sostenitrice delle teorie del collega, mettendo in gioco la fede e certezze. Ha visto troppi eventi impossibili per avere sempre lo stesso sguardo, come testimonierà la sua carrellata fotografica all’inizio dell’ultima puntata. Gillian Anderson è sempre eccelsa nei panni del ruolo che le ha data la gloria: senza esagerare, è ancora più bella e brava. Mulder lo ritroviamo sempre più outsider: le battaglie per la ricerca della Verità gli sono costate care. È una testimonianza incoraggiante: se Scully è tornata alla medicina, Mulder (che per contrappasso spesso la pensa come una Scully alle prime armi) preferisce non avere più nulla a che fare con un mondo corrotto che gli ha tolto tutti i suoi amori, e resta fedele alle sue convinzioni, per quanto “spettrali” possano essere. Duchovny è nato per interpretare Fox Mulder e dimostra quanto vi sia legato indissolubilmente. Possiamo quindi condividere lo spavento degli spettatori quando nelle ultime due puntate sono apparsi gli alter-ego più giovani e altrettanto validi dei due agenti (anche qui i nomi dicono tutto): Miller (Robbie Amell di Flash) e Einstein (la grande Lauren Ambrose di Six Feet Under). I social si sono riempiti in un attimo dei commenti più o meno riassumibili con questo: no spin off, please! Ovviamente, aver visto le stagioni precedenti è cosa gradita per il pieno godimento; solo così potrete gustarvi i ritorni di Skinner, Reyes, l’allucinato cammeo dei Loone Gunmen, il già citato Fumatore e svariati ester egg, alcuni davvero notevoli: le battute di Scully sulla sua immortalità, la tomba di Kim Manners e la suoneria di Mulder (in una scena già storica). Nel complesso – a prescindere che si sia fan o no – la decima stagione di X – Files è un gran prodotto. Chris Carter, Glen Morgan e James Wong hanno concentrato dieci anni di attesa e idee in sei puntate cariche e dense di spunti, trame appassionanti e momenti indimenticabili. Meglio poche ma buone. Il nuovo linguaggio più realista e moderno (l’inizio di Founder’s Mutation ricorda Fringe) aggiunge un hype che non scacchia affatto con la veste storica. L’alternanza di puntate surreali e ironiche a quelle più horror e Mitologiche garantiscono un mix di sei episodi davvero vincenti. Un pretesto in più per rinnovare l’amore dei vecchi fan e per accederne di nuovi. Sorvolando sulle teorie lasciate dal finale di My Struggle Part 2, meglio soffermarsi su un dato di fatto: la Verità è sempre la fuori. Anzi: la verità è ancora dentro di noi. Al prossimo caso paranormale, Agenti Mulder e Scully.