Per amore di Linda
Ripercorriamo la triste storia della pornostar scomparsa nel 2002
La sintesi più credibile e serena sulla controversa vicenda di Linda Lovelace, è da attribuirsi a Candida Royale, ex pornostar degli anni ‘70, oggi raffinata produttrice di film hard al femminile. Ecco quanto dichiarò subito dopo la morte di Linda (avvenuta, a Denver, Colorado, il 22 aprile 2002, quando la Lovelace aveva 53 anni, in seguito a un incidente stradale). Commentava così, la Royale: «Ciò che mi turba è che Ordeal [il libro realizzato dalla Lovelace dopo aver rinnegato il porno, ndr] non è un libro sulla pornografia, ma sulla violenza domestica. Riguarda una donna picchiata da bambina, che sposa un uomo violento ed è trasformata in prostituta. Da lui. Non dal porno. Leggendo il libro troverete – nelle sue stesse parole! – che la storia della pistola puntata alla testa è arrivata da suo marito e non è mai avvenuta sul set di Deep Throat.
Di fatto Linda dice che la realizzazione del film è stata il primo momento in cui si è sentita di sorridere, perché le persone erano gentili con lei. La ragione per cui si è ritrovata con dei lividi è perché il marito era così geloso di come la troupe fosse gentile con lei da picchiarla, dopo le riprese, nella loro stanza d’albergo. Se la violenza avesse avuto luogo sul set, la troupe l’avrebbe certamente fermata […]. Essere coinvolta nell’industria e diventare una star si è rivelato, invece che un atto d’accusa contro la pornografia, ciò che le ha permesso infine di scappare. Women Against Pornography [movimento femminista Usa anti-hard, ndr] si è impadronita della sua storia e ha agito come uno sfruttatore, proprio come il marito. Ha preso il suo racconto, e invece di tentare davvero di aiutare una donna che aveva disperato bisogno d’aiuto, ha deciso di travisare i fatti e di presentarla come la bandiera della propria causa».
NEL NOME DELL’ASINO E DEL SIGNORE
Ma torniamo indietro di una cinquantina d’anni, nel 1949, quando Linda Boreman, questo il suo vero nome, nasce a New York, nel Bronx, da una madre religiosa, severa e poco attenta alle esigenze della figlia (nel film Lovelace di Friedman & Epstein la mamma di Linda è interpretata da un’intensa Sharon Stone) e da un padre agente del NY Police Department. Studi in scuole cattoliche come la Saint John the Baptist e la Maria Regina High School, ne completano l’educazione repressiva che diviene spesso foriera di effetti reattivi opposti (anche Moana Pozzi aveva studiato in un istituto cattolico, dalle Orsoline). La sua famiglia si trasferisce in Florida, dopo il pensionamento del padre, quando Linda ha 16 anni. A vent’anni ha già un figlio. I contrasti con la famiglia la portano a tornare a NY a studiare informatica.
Lì è vittima di un primo incidente stradale. Ancora in Florida dalla famiglia, in convalescenza, incontra, tramite un’amica, Chuck Traynor che, scrive Pietro Adamo, «si presenta come fascinoso fotografo ma in realtà gestisce un locale notturno a Miami. Lieta di poter uscire di casa, la ragazza va a vivere con lui, occupandosi della gestione del Vegas Inn, noto per le sue ballerine topless e bottomless. Solo in questo ambiente Linda scopre che Chuck ha precedenti penali, deve affrontare un processo per contrabbando di droga e in passato ha gestito un ring di prostitute. I rapporti sessuali tra i due sono quasi inesistenti («platonici», affermerà Linda nel 1983), poiché Chuck sembra impotente; tuttavia, usando l’ipnosi, la guarisce dal vizio del fumo, insegnandole nel contempo, con lo stesso mezzo, la tecnica del deep throat.
Quando gli affari del Vegas cominciano ad andar male, Traynor chiede ripetutamente a Linda di mettersi a praticare la professione più vecchia del mondo; dopo molti rifiuti la ragazza comunica al boy friend l’intenzione di lasciarlo e tornarsene a New York. È questo il turning point della sua vita: per la prima volta Traynor la picchia ferocemente, concludendo il pestaggio con uno stupro. La relazione prende una piega estremamente violenta: Linda viene colpita ripetutamente per motivi banali e costantemente minacciata con armi; il suo persecutore la controlla minuto per minuto; oltre a lei, minaccia di morte anche i suoi genitori. Nel luglio 1971 Traynor la costringe per la prima volta a prostituirsi, in un incontro con cinque uomini. Mesi dopo, mentre Linda comincia a specializzarsi nella sua nuova professione, Chuck la sposa in pratica a forza, dopo un ulteriore duro pestaggio. All’inizio dell’autunno i due si dirigono verso Aspen, Colorado; lungo il viaggio Chuck comunica a Linda che devieranno per Juárez, in Messico, dove l’ha iscritta a un concorso di sesso con asini: nelle sue biografie la Boreman indica in questo il momento di massimo terrore. Fortunatamente per lei, l’auto di Traynor viene tamponata e il marito decide allora di recarsi a New York».
DAI LOOPS A DEEP THROAT
E così Linda gira, istigata da Traynor, nel 1971 e nei primi del 1972, i primi loops: Piss Movie, Dogarama, Sex for Sale (dove non è accreditata), Peeverted, Knothole Gomorrahy (anche qui uncredited) del 1972. Dogarama è il video dove la Lovelace si porta a letto un cane: una sorta di segugio di nome Norman cui pratica masturbazioni manuali, fellatio e con il quale ha un vero e proprio rapporto penetrativo. Guardando il video si ha l’impressione che Linda sia tutt’altro che disgustata e tanto meno abbia l’aria di una persona obbligata a fare ciò che non vuole. Diversa la versione di Linda, riportata nel suo libro anti-porno (Ordeal) scritto nove anni dopo con il giornalista di dubbia fama Mike McGrady.
Ce la sintetizza ancora Adamo: «La Boreman ha offerto un resoconto drammatico dell’episodio. Dopo i suoi reiterati rifiuti di avere a che fare con il cane, anche di fronte alle minacce di pestaggio da parte di Traynor, la donna viene portata in una stanza dove di fronte a un tavolino sono seduti il regista (tale Bob Wolf) e il suo assistente, cui si unisce il marito: sul tavolo c’è una pistola. “Sei proprio sicura di non voler fare il film?”, le chiede il regista. “È meglio che tu ne sia davvero sicura”, aggiunge l’assistente. “Togliti i vestiti, cunt”, le dice il marito. Per più di un’ora Linda è costretta a reprimere i conati di vomito, mentre la troupe (diciamo così) gira la parte più importante del loop». Il padrone del cane Norman riferirà invece che la stessa Linda lo contattò, dopo il primo filmetto con il suo animale, per chiedergli se Norman fosse stato disponibile per un secondo video. Anche l’operatore del loop, Larry Revene, racconterà che Linda aveva girato il film senza subire alcuna coercizione. Tanto che Linda ripeterà l’esperienza animal (ma senza penetrazione), dopo il successo di Deep Throat, divenuta ormai un personaggio mondano, con il pastore tedesco Rufus durante uno spettacolino live in una festa di Hugh Hefner (l’editore di Playboy).
Scrive ancora Adamo: «Nelle stesse settimane Gerard Damiano scopre la sua straordinaria abilità» di Linda come «ingoiatrice in uno dei suoi loops, la ribattezza Lovelace e le cuce addosso Deep Throat, girato in gran parte a Miami all’inizio del 1972 (dove Linda viene ferocemente picchiata da Chuck) e poi montato a New York. Nei primi mesi dell’anno Linda continua la sua attività di prostituta e pornostar (Traynor la costringe a un intervento chirurgico per aumentare la misura di seno). La prima newyorchese di Deep Throat (giugno 1972) e poi quella losangelina proiettano Linda, da un giorno all’altro, al top della celebrità».
Linda è richiestissima, intervistata da giornali e tv, è una star. Persino in Italia: il produttore di Laure (1976), Ovidio G. Assonitis, le propone una parte di protagonista (che andrà poi ad Annie Belle). Neppure un secondo, ma sempre consistente, ruolo sarà di Linda (andrà a Michele Stark). La Lovelace si limiterà a un cammeo nella scena di una festa – per tutti i dettagli inediti della vicenda è d’obbligo il rimando al nostro dossier nr. 82, Beyond the Screen il cinema di Ovidio Assonitis. Ma il boom non durò molto. Scrive Adamo: «Nel 1973 Linda compare in quattro film: uno è una semplice compilation dei suoi loops (Linda Lovelace Meets Mr. Jones, in coabitazione con l’altra nuova stella dell’hard, Georgina Spelvin); un altro è una seconda compilation, stavolta di loops stranieri (Exotic French Fantasies), dove è riprodotto un breve episodio di oral sex tra Linda e un superdotato che potrebbe essere John Holmes; il terzo (The Confessions of Linda Lovelace) è ancora una specie di compilation, con una cornice di raccordo interpretata da una donna velata che dice di essere Linda, in cui compaiono scene da Deep Throat; il quarto, Deep Throat II, diretto da Joe Sarno, viene evirato delle scene hard in un momento di grande tensione per il futuro del sex industry (l’insieme di sentenze note collettivamente come Miller vs California promulgate tra la primavera e l’estate 1973 da una Corte Suprema ancora nixoniana).
Nello stesso anno, mentre Linda continua a essere intervistata e fotografata da riviste importanti, viene pubblicato il suo Inside Linda Lovelace, frutto di due settimane di interviste e di un’intensa attività di ghost-writing. Nel dicembre 1973 interpreta una parte nello spettacolo teatrale non-porno Pajama Tops, che si rivela però un fallimento. Finalmente Linda, ora indipendente dal punto di vista economico, riesce a lasciare Traynor, che prontamente si mette con un’altra pornodiva, Marilyn Chambers, non prima di aver passato un po’ di tempo a cercare la moglie “con un M-16”. In coppia con il nuovo compagno David Winters Linda realizza, nel corso del 1974, un secondo libro autobiografico sulle gioie del sesso, The Intimate Diary of Linda Lovelace, e interpreta un soft demenziale, Linda Lovelace for President: nessuno dei due progetti incontra però il favore del pubblico».
PORNO SÌ PORNO NO
Dopo un arresto per cocaina, nel 1974, comincia un percorso in discesa per Linda: lascia anche il secondo marito e sposa Larry Marchiano, operaio violento almeno quanto Traynor. Da questo matrimonio nascono tre figli. Bisognosa di soldi, Linda accetta di scrivere un terzo libro, Ordeal, vero e proprio j’accuse nei confronti del porno. Il successo è notevole. La femminista Gloria Steinheim coglie al volo l’occasione per la sua crociata anti-hard a base di conferenze e presentazioni del libro, anche all’estero. In Canada, nel 1981, Linda arriverà a dire: «Quando guardate Deep Throat mi state guardando mentre mi stuprano. È un crimine che il film sia ancora proiettato: per tutto il tempo avevo una pistola puntata alla testa». L’attività di paladina anti-porno prosegue fino al 1986 quando, priva di sostententamento economico, pubblica ancora un libro con McGrady (Out of Bondage), ma il successo stavolta non arriva. Senza un soldo, è costretta a una colletta fra amici per sottoporsi a un trapianto di fegato (conseguenza di una trasfusione “inquinata” dopo l’incidente stradale avuto da ragazza). Negli ultimi anni di vita, chiosa Adamo «trovato un nuovo compagno, a metà degli anni Novanta (…) molto probabilmente proprio a causa dei mutamenti nella sua vita familiare e sessuale, pare assumere un atteggiamento più morbido nei confronti del porno.
Collabora con l’amico Eric Danville, uno dei direttori di Screw, alla preparazione di un libro che ne celebra le imprese hard (The Complete Linda Lovelace); rilascia nuovamente interviste sulle gioie del sesso, giudicando in modo negativo sia le sue ex amiche femministe sia le istanze di censura generalizzata; presenzia alla proiezione dei video di Veronica Vera. Cosa forse più importante, nel 2001 posa per la rivista Leg Show in calze e guepière, in una posa certamente sexy: “Stava davvero cominciando a tornare al punto di partenza”, ha scritto, qualche giorno dopo la sua scomparsa, Annie Sprinkle, sua grande ammiratrice, con entusiasmo forse eccessivo, “l’ho trovata una cosa molto eccitante e ho pensato che sarebbe stato davvero incredibile se fosse nuovamente finita a fare del porno!”». D’altra parte, se è vero come è vero, che la Lovelace guadagnò con Deep Throat poco più di 1.200 dollari e il suo produttore (legato a Cosa Nostra) Lou Peraino centinaia di milioni (compresi i diritti video), un certo risentimento nei confronti dell’hard-industry è più che comprensibile.