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Le facce della morte 2015
Per André Bazin la rappresentazione cinematografica della morte reale è qualcosa di osceno. L’osceno, stante l’etimologia, è quello che dovrebbe stare al di fuori della scena, che non dovrebbe essere mostrato. La morte, come l’amore, cioè l’atto sessuale, nella cogitazione del filosofo francese, si vivono come “negazioni assolute del tempo oggettivo”.
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La settima arte: dolce mattatoio
Quando uscì in sala Baària, di Giuseppe Tornatore, più che per le nomination all’Oscar il film fece parlare di sé per la polemica con la LAV (Lega Anti Vivisezione), che denunciò una scena in cui un bovino viene sgozzato veramente ad uso e consumo della ripresa. Addirittura Claudia Endrigo, figlia del cantante Sergio, dichiarò che
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Ciak… si muore!
Lo scenario prevede che la vittima, posta dinanzi a una macchina da presa, subisca sevizie e abusi fino al raggiungimento del suo reale decesso.
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Da Slaughter a Snuff
Girato in Argentina e Cile nel 1971 da Michael e Roberta Findlay con un budget di circa 30.000 $, Slaughter era un film fuori tempo massimo. Le gesta della congrega di motocicliste hippie capeggiata da un magrolino emulo di Charles Manson che si fa chiamare Satan erano (come molti altri lavori di Findlay, al cui confronto Al Adamson sembrava Orson Welles) di una noia mortale, inframmezzate da interminabili sequenze folkloristiche e con un doppiaggio costantemente fuori sincrono.
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Sintonizzati su Videodrome, l’arena della morte
Max Renn (James Woods) è il presidente di un’emittente televisiva canadese specializzata nella messa in onda di contenuti sensazionalistici: erotismo, pornografia e violenza sono i principali ingredienti con i quali la CIVIC-TV compone il suo palinsesto. Sempre alla ricerca di qualcosa che possa soddisfare un pubblico esigente come quello della CIVIC-TV, Renn si imbatte in
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