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Ciak… si muore!
Lo scenario prevede che la vittima, posta dinanzi a una macchina da presa, subisca sevizie e abusi fino al raggiungimento del suo reale decesso.
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L’occhio che uccide
“Peeping tom”, letteralmente “guardone”; oppure “voyeur”, come titola la versione francese del film. L’anno è il ’60, lo stesso di Psycho, il progetto iniziale quello di girare un film sulla vita di Freud ma Huston annuncia il suo Freud, passioni segrete quando Michael Powell e lo sceneggiatore Leo Marks hanno appena cominciato a lavorarvi e li costringe a fermarsi.
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Il Torture politico
La tortura oggi è parte integrante della nostra società. Viviamo circondati da sevizie e violenze da non farci più caso e le esorcizziamo al cinema. Senza tirare in ballo le decapitazioni di guerra e le pruriginose frenesie giovanilistiche alla base dei delitti di Meredith e Chiara, basta dare uno sguardo al di fuori del genere per vedere quanto la comunicazione di massa si stemperi sempre più nella violenza.
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Lo Splat Pack
Nel tentativo di codificare il cinema horror del nuovo millennio il gaio Alan Jones su Total Film si è inventato il termine splat-pack per indicare quelli che, a suo dire, sarebbero i nomi di spicco del torture porn (ma conoscendo Alan, il termine “torture porn” non me lo passerebbe proprio!). Della fratellanza farebbero parte: Eli Roth (e ci siamo), James Wan e Derren Lynn Bousman (la saga di Saw) , Rob Zombie (ça va sans dire), Greg McLean (Wolf Creek, volendo… prendendola alla larga), Alexande Aja (Alta tensione) e Neil Marshall (The Descent).
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Verrà Nick Bougas e avrà i tuoi occhi
Metti una sera a cena con Nick Bougas e Jack Huddleston, falla cucinare e servire da Anton La Vey e l’effetto ottenuto sarà pari allo scontro tra un tir di coca cola e un tir di mentos.
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