Un urlo dalle tenebre: un caso ancora aperto
Analisi e rivelazioni inedite sulle edizioni del film di Elo Pannacciò e Franco lo Cascio
L’emissione televisiva su Cine34 ha riaperto la questione sulle versioni del film Un urlo dalle tenebre di Elo Pannaccio e Franco Lo Cascio. Una copia dall’ottima qualità video, censurata in svariate scene ma, a sorpresa, contenente alcuni frammenti espunti dalla versione approvata per le sale cinematografiche. Alla luce della complessa questione filologica legata al film in analisi, ripercorreremo l’albero genealogico delle sue edizioni e versioni, fino ad approdare alla copia trasmessa da Cine34. Il titolo provvisorio era L´esorcista n.2, come risulta da alcuni manifesti d’epoca. Le riprese si svolsero tra Roma e Viterbo, nel novembre 1974. Il film, ci informa Alessio Di Rocco, venne iniziato da Franco Lo Cascio e terminato da Elo Pannaccio, anche se nei titoli risulterà accreditato alla regia solo quest’ultimo, peraltro responsabile anche della produzione. La prima scena ci mostra una messa in piazza San Pietro, alla quale seguirà una celebrazione di ben altro calibro: un sabba presieduto da Franco Garofalo con Salvatore Baccaro tra gli adepti. Faremo poi conoscenza col giovane Piero (Jean-Claude Verné) e con sua sorella Elena (Patrizia Gori), suora con un passato segnato dalla malattia mentale. Durante un’escursione alle Cascate di Monte Gelato, Piero intravede una ragazza completamente nuda interpretata da Mimma Biscardi.
Impiegherà poco tempo a scoprire che dietro le spoglie di quest’ultima, che nessuno pare aver visto e che nemmeno rimane impressa nelle foto, potrebbe celarsi nientemeno che il Diavolo. È solo l´inizio di una serie di morti e allucinazioni che porteranno il ragazzo in uno stato di possessione demoniaca e la sua famiglia a crollare progressivamente in seguito ai suoi agguati. Interverrà, direttamente dall’America, un inedito Richard Conte esorcista, qui al suo ultimo ruolo. Segnaliamo, tra le tante cose, alcuni flashback in manicomio atti a descrivere il passato di Elena, in cui la grana della pellicola appare sensibilmente differente. La cosa non è casuale, dato che si tratta di scene riciclate da La casa delle mele mature di Pino Tosini, altra produzione Pannaccio. A film montato appare chiaro che il susseguirsi di orge sataniche e possessioni non può esser visto di buon occhio dalla censura nostrana. Per questo Pannaccio decide di giocare d’anticipo, sviluppando, in fase di stampa, quattro scene con luci sovraesposte: il sabba iniziale, il rito satanico rievocato durante il funerale, la seduzione saffica subito successiva e, infine, la reminiscenza orgiastica di Verné nella propria stanza. Se la sequenza del sabba è stampata con un’esposizione errata ma che non compromette la comprensione della scena, gli altri tre passaggi citati risultano talmente sovraesposti da risultare indecifrabili. In questa veste Un urlo dalle tenebre è proiettato alla 5a Sezione della Commissione di Revisione Cinematografica in data 25 giugno 1975. Nonostante gli accorgimenti del produttore-regista, la censura impone comunque una serie di tagli:
1) Scena dell’accostamento del calice con l’ostia e il movimento sessuale della donna.
2) Scena in cui la donna si scopre il pube nella camera del ragazzo (taglio di 13”).
3) Il rapporto sessuale del ragazzo con la madre (in realtà un tentativo di aggressione del giovane, sotto le spoglie della Biscardi, ai danni della madre interpretata da Françoise Prévost, taglio di 5”).
4) Il rapporto sessuale del ragazzo con la sorella (il giovane che, tramite il citato doppelgänger al femminile, ha un approccio sessuale con la sorella, tagli di 8” e 6”).
5) Le scene che riguardano il ricordo del ragazzo con rappresentazioni di accoppiamenti di gruppo (l’orgia rievocata dal ragazzo in casa, peraltro una delle scene stampate sovraesposte; taglio di 20”).
Tali espunzioni, esclusa la prima citata (la scena è integralmente presente nella copia censura), vengono regolarmente effettuate e il giorno successivo il film ottiene il nulla osta con divieto ai minori di 18 anni. L’edizione dura 84’48”. Quattro prime copie vengono stampate il giorno stesso, altre sedici il 9 luglio, poi ulteriori dieci il 24 ottobre. I dati SIAE forniti da Alessio Di Rocco riportano il 23 agosto 1975 come data della prima proiezione pubblica, ma il grosso della distribuzione avrà luogo l’agosto successivo, come riportato da numerose testate locali e nazionali. In mezzo a questo intersecarsi di date e versioni differenti, non è difficile ipotizzare che ad essere circolata nelle sale possa essere una copia non coincidente quella approvata in censura, se non diverse copie dal contenuto discordante.
Tra gli indizi che avvalorano tale ipotesi abbiamo il master presentato in vhs dalla Golden Video e dalla Easy Video. Tratto da positivo di proiezione dalla durata di 85´41”, esso ci mostra Un urlo dalle tenebre in una versione completamente integrale e priva di censure ottiche, seppur in un errato formato 4/3. Anche la successiva videocassetta italiana, edita dalla Avo film, presenterà il film in 4/3, ma il master appare stavolta massacrato dai tagli, oltre che privo dei titoli di coda. Tale copia, curiosamente, lascia intatto il secondo taglio di censura (la Biscardi che si alza la gonna di fronte a Verné), ma effettua sugli altri quattro momenti incriminati censure ben più marcate, alle quali si aggiunge la soppressione parziale o totale di tutte le restanti scene erotiche del film, oltre a una decina di tagli di natura non censoria. La durata si ferma a 78´46¨. Il film, forte del successo internazionale di L’esorcista di William Friedkin, ha goduto di una distribuzione su scala internazionale. Le uscite in videocassetta ci testimoniano, in maniera più o meno fedele, come il film sia circolato nei vari Paesi di distribuzione. Premettiamo che, per quanto si vociferi di varianti hardcore in riferimento al film di Lo Cascio e Pannacciò, le copie qui verificate non contengono scene che non siano già presenti nel master Golden/Easy. Non fa eccezione l’edizione francese. Proprio quest’ultima, fra tutte, risulta essere la più breve. Essa circolò nelle sale d’oltralpe nel 1977 col titolo Bacchanales Infernales ed è stata pubblicata in due edizioni vhs edite dalla MPM (una col titolo d’epoca francese, l’altra come Le malin). Integrale nelle scene erotiche, tale edizione rimonta totalmente il film apportando enormi sfoltite nel corso di tutta la narrazione, riducendo il minutaggio totale a 70’21¨, senza titoli di coda.
Di durata poco più ampia la vhs spagnola edita dalla Video Laser, dalla durata di 72´20¨. Il film, qui intitolato El regreso del exorcista, taglia senza pietà ogni singola scena erotica, lasciando sopravvivere solo 8” di nudo complessivi (tre frammenti con la Biscardi: in camera con la Gori, sul pavimento dopo aver assalito la Prévost e alle cascate, scena qui ridotta a immagine subliminale). Integrali, invece, la vhs statunitense Wizard (Cries and Shadows) e quella inglese edita dalla HBL video (The Exorcist III – Cries and Shadows), entrambe fullscreen. Citiamo infine la videocassetta giapponese (Cries and Shadows), in buona qualità video, formato corretto e in versione uncut, ma con censure ottiche nei nudi integrali, oltre che con sottotitoli giapponesi forzati sulla traccia inglese. Si evince, dunque, che il film non abbia mai goduto di un’edizione homevideo realmente soddisfacente, in quanto nessuna tra le vhs citate presenta una versione al tempo stesso senza censure e di qualità video accettabile. Per questa ragione l’emissione televisiva di Cine34 è stata accolta con particolare interesse da parte dell’appassionato. La fonte del master trasmesso è, come per tutti i titoli del fondo Variety, o un negativo o una copia intermedia, quindi qualità video per la prima volta ottima, formato corretto e nessuna scena sovraesposta. Un’esperienza ai limiti del surreale per chi, per anni, ha dovuto convivere con le fortunose copie citate sopra. Però, in ossequio alla legge che impedisce ai film vietati ai minori di essere trasmessi in televisione, Un urlo dalle tenebre è passato nuovamente in censura per ottenere l’abbassamento del divieto ai 18 erogato ai tempi dell’uscita. Partendo da un master integrale (non, quindi, quello approvato in censura), il nuovo divieto ai minori di 14 anni è stato concesso al prezzo di 5 minuti di scene tagliate, ovvero:
1) Parte finale della messa satanica con comunione orgiastica (38”, 21”).
2) Apparizione di Mimma Biscardi nuda alle cascate (13”).
3) Il protagonista nudo sulle scale dopo aver ucciso la madre (6”).
4) Le tre scene dell’orgia satanica che inframmezzano il funerale (3”, 38”, 1’7”).
5) Il protagonista, da solo in casa, ha una visione di un’orgia (1’11”).
6) Agguato sessuale del protagonista, sotto le spoglie della Biscardi, ai danni della sorella (1’4”).
Facciamo notare che, nonostante gli ampi tagli, sono presenti ben due scene eliminate per l’uscita in sala: la Biscardi che si solleva la gonna di fronte al ragazzo e l’agguato ai danni della madre del protagonista. Facciamo notare, infine, che la copia Mediaset/Variety presenta in titoli in bianco su fondo nero, mentre nelle precedenti edizioni italiane avveniva il contrario. La durata del master Mediaset è di 80’26”.