V.I.S. Vampire ipnotiche seduttrici
Il nuovo saffo-horror di Roger Fratter, in dvd nella collana Caffè da Brivido - Home Movies.
V.I.S. Vampire ipnotiche seduttrici, il nuovo saffo-horror di Roger Fratter, in dvd nella collana Caffè da Brivido – Home Movies.
Roger A. Fratter è sulla breccia da quando, in tempi insospettabili (anno 1997, ma anche da prima), in Italia nemmeno esisteva il concetto di regista indi(pendente). E chi c’era ricorderà, troneggiante in uno splash sulla cover di un Nocturno storico della prima serie, quell’immagine di Elisabetta Principe, che incarnava la protagonista erratica di Sete da vampira, il primo lungometraggio di Roger. Ristampato di recente in dvd in una uncut version, insieme al mediometraggio del 2018 Fame da vampira, Sete da vampira conduce dritto dritto nelle fauci dell’ultimo lavoro di Fratter, in uscita per Caffè da Brivido – Home Movies: V.I.S. Vampire ipnotiche seduttrici, che è certamente altro rispetto a quel film seminale, ma allo stesso tempo ne ripropone il mito della succhiasangue così come insiste e persiste nell’immaginario del regista . E che è molto vicino a quell’archetipo di vampira che Jess Franco (cui infatti il nuovo film è dedicato, non a caso, nei generici iniziali) è andato narrando in molti dei suoi film.
La vampira erratica, solitaria, altrettanto bella e letale, ingualdrappata in panni neri, che frequenta boschi e altre locazioni desolate, in cerca di prede, preferibilmente del proprio sesso. Altre ascendenze esistono, certo, a cominciare dal Plenilunio delle vergini, ma quell’icona, quel feticcio franchiano hanno finito per essere anche icona e feticcio fratteriano. La protagonista in questione è Francesca Cavallo, new entry nella scuderia di Roger e della quale vi avevamo parlato poco tempo fa su Nocturno, a proposito di un bel corto, Il parto. Questa linea vampiristica, tuttavia, viene incrociata e si mixa con un secondo grande nucleo tematico che ha caratterizzato gran parte della produzione autarchica del regista da diversi anni a questa parte. E si intendono quei film “esistenzialisti” che gravitano attorno ai rapporti di coppia irrisolti, complessi, sbilanciati quasi sempre a sfavore del maschio. E anche nel caso di V.I.S. c’è una coppia in procinto di scoppiare, costituita dallo stesso Fratter e da Daniela Picciolo, attrice ormai fissa nei cast di Roger (Ruderi d’amore, Italian concupido, Mery Coltrane: la seduttrice mortale).
Il titolo introduce ai fatti, più di quanto sembri, poiché la vampira che fa la ronda intorno alle proprie vittime, come una tigre alle prede, possiede un influsso mesmerico, a distanza, sulle stesse, tale da scatenare in loro sopite o latenti pulsioni omosex. Diverse donne cadono in questo incantamento, tuttavia è la sola Picciolo a risultare responsiva fino in fondo, perché la vampira si incunea profondamente nella crisi coniugale della donna. La faccenda è più complessa di quanto si possa pensare, specialmente allorché costei sviluppa una sorta di doppio: da una parte prosegue la sua vita con il marito e dall’altra si accompagna sessualmente alla vampira. Fino a un colpo di scena imprevedibile, che coinvolge anche Fratter nel triangolo dei sensi. Espanso rispetto ad alcuni spunti che erano già presenti nel medio Fame da vampira (i tre strani oggetti che la sovrannaturale creatura semina sul cammino di coloro che vuole sedurre), V.I.S. fa sì leva sulle scene erotiche e sugli effetti speciali truculenti (ci sono vari smembramenti e sbudellamenti, poiché il vampirismo non va disgiunto, stavolta, dal cannibalismo), ma Fratter porta anche il discorso sulla metafora, come già accennato, della “sete” di sesso eterodosso come valvola di sfogo alle frustrazioni coniugali, secondo una lettura in linea con la parte più recente della sua filmografia.
Ottime le due protagoniste, la vampira, caratterizzata dalla fisicità corvina e inquietante della Cavallo, che ostenta due scure occhiaie, e la Picciolo, dalla femminilità più fragile e nevrotica e che bene esprime la scissione tra la sé che accetta l’allettamento lesbico e l’altra sé che cerca di restare ancorata alla routine del reale. Tra i luoghi, in gran parte esterni, che incorniciano la vicenda, spicca, riconoscibile, il cimitero di Crespi D’Adda, là dove anche Lamberto Bava girò alcune scene di Macabro e dove avrebbe dovuto ambientare il purtroppo mai realizzato I ritornanti. «Ho vinto come migliore regista straniero al Festival di Calcutta con il thriller Blu 38 – dice Roger -, ma non mi sono montato la testa, come molti miei colleghi. Cerco di rimanere fedele a me stesso e infatti credo che il cinema indipendente permetta di raccontare storie che il cinema mainstream non prende nemmeno in considerazione. Con V.I.S. ho voluto rappresentare, dietro la facciata di un horror, l’impulso omosessuale represso, nascosto (forse) in ogni donna, e al contempo, poiché le fantasie più nascoste spesso le sfoghiamo attraverso la finzione e la rappresentazione, raccontare l’ambiguità della mente femminile, che da sempre mi affascina».
Daniela Picciolo è al suo secondo film come protagonista, il primo era stato Italian concupido, una commedia: «dove dovevo interpretare una donna un po’ comica, dovevo gesticolare molto, muovermi in maniera strana, essere un po’ ridicola, anche se poi la storia prendeva pieghe diverse e più serie. In V.I.S., invece, ho avuto modo di esprimere più emozioni e angosce. Le scene difficili sono state tante e a volte dovevo addirittura quasi trasfigurare il mio volto, così come facevano gli attori del cinema impressionista degli anni Venti. Roger mi spingeva molto in quella direzione, in fondo stavamo girando un film onirico e visionario». Francesca Cavallo legge V.I.S. come un film «molto femminista. Io interpreto una vampira (per modo di dire, visto che si ciba di carne umana) lesbica, che seduce telepaticamente molte donne. Non ho avuto problemi a girare tutte quelle scene di nudo perché mi ritengo una mente libera, semmai ho provato inizialmente un po’ di imbarazzo per le scene omosessuali con Daniela, ma l’ambiente serio e professionale mi ha aiutato molto e fin da subito. Considero Roger il mio mentore, mi trovo bene a lavorare con lui ed è la persona che ha creduto in me, fin da subito».
Il dvd di Vampire ipnotiche seduttrici contiene diversi materiali extra: le interviste alle due protagoniste, a Fabiola La Gala (che nel film tenta safficamente Daniela Picciolo) a Stefano Ravanelli, operatore, e a Reiko Nagoshi e Paolo Del Fiol che hanno curato gli effetti speciali, nonché un intervento del sottoscritto, che va rivangando anche i tempi pionieristici di Nocturno, quando Roger entrò nella nostra orbita (o noi nella sua, che è lo stesso). In aggiunta, nei bonus, una chicca che non c’entra direttamente con il film, ma c’entra con la passione di Fratter per il western all’italiana (non sto a ricordare i numerosi dossier da lui curati per Nocturno nel corso degli anni, sull’argomento), trattandosi di un corto di sette minuti inedito, Il ritorno di Johnny Texas diretto da Willy Colombini nel 1967 e che Roger ha montato per la prima volta a partire dai girati dell’epoca.