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Perfetti sconosciuti

2016
Titolo Originale:
Perfetti sconosciuti
REGIA:
Paolo Genovese
CAST:
Kasia Smutniak (Eva)
Marco Giallini (Rocco)
Anna Foglietta (Carlotta)

Il nostro giudizio

Perfetti sconosciuti è un film del 2016, diretto da Paolo Genovese

La tecnologia ha davvero regalato il progresso al nostro mondo oppure ci ha chiuso in un triste circolo di solitudine e isolamento? Difficile capirlo, di certo l’arte in questi ultimi anni ha studiato molto il tema e sta cercando di capire dove l’uomo potrà arrivare. Perfetti sconosciuti è l’ultimo film di Paolo Genovese e proprio su questo riflette. Sette amici, tre coppie e un single, si riuniscono attorno a un tavolo per una cenetta intima. Nessuno si aspetterebbe che all’improvviso parta la provocazione di tirar fuori gli smartphone e di leggere per tutta la durata della cena i messaggi, oltre ad ascoltare le chiamate col vivavoce. Questa commedia degli equivoci si rivolge proprio a noi, la generazione che vive incollata al cellulare che non sa più condividere le proprie emozioni. È molto interessante come un film italiano a basso budget riesca, senza chissà quale artifizio, ad arrivare così dritto al cuore dello spettatore.

Gli interpreti sono straordinari e in pochi schemi riescono a delinearsi come complesse figure umane. Nonostante l’unica location sia un tavolo rettangolare, se si escludono poche altre sequenze, si riesce a capire per filo e per segno come ognuno di loro sia fatto e nonostante ci siano alcuni stereotopi le descrizioni sono reali, molto verosimili. Marco Giallini (Rocco) è il padrone di casa insieme alla moglie Kasia Smutniak (Eva). Edoardo Leo (Cosimo) è lo sposino con qualche vizio di troppo e Alba Rohrwacher (Bianca) la sua impaurita consorte. Valerio Mastandea (Lele) e Anna Foglietta (Carlotta) sono la coppia storica che in realtà nasconde molti scheletri negli armadi. Infine c’è Giuseppe Battiston (Peppe) che è il single sempre pronto a occultare la sua vita privata. Tra di loro scoppiano dinamiche assurde che ci fanno capire quanto di noi ci sia, purtroppo, dentro i nostri smartphone che in maniera molto acuta vengono paragonati alla scatola nera delle nostre vite.

Nel nostro Paese è difficile trovare tanto acume: di solito si punta sulla risata facile e troppo poco spesso viene chiamato in causa il cinema per riflettere sullo stato attuale delle cose. Nonostante questo non manca l’ironia, la risata è sempre dietro l’angolo. Ridere con gusto però è ben diverso da ridere tanto per il gusto di farlo. Alla fine lo spettatore esce soddisfatto perché si ritrova in quelle stesse situazioni. In fondo c’è la possibilità di immedesimarsi in tutti i protagonisti che sono altrettanti aspetti di un unico disegno che viene completato grazie a una visione a tutto tondo sulle situazioni analizzate.. La speranza è che in Italia se ne vedano di più di film come questo.