Wayward Pines 2
2016
Wayward Pines 2 è una serie tv del 2016 ideata da Chad Hodge.
Io parto da un principio abbastanza controcorrente. As usual. La bellezza e la forza della prima stagione di Wayward Pines, posto che a M. Night Shyamalan andasse dato ciò che gli spettava e che non erano le fatidiche 23 coltellate, era funzione degli attori. La compagine degli interpreti, secondo chi scrive, faceva la serie. E dico, tanto per cominciare, il fantastico, sorprendente Matt Dillon, attore che ha raggiunto una stupenda maturità sia esteticamente sia come allure, che qui aveva una congruenza assoluta con il personaggion del racconto. Dico poi Shannyn Sossamon nel ruolo di sua moglie. Quindi Carla Gugino, Toby Jones, Melissa Leo, Hope Davis, Charlie Tahan, Sarah Jeffery. Con un cast del genere, ben miscelato e amalgamato, si poteva andare ovunque e raccontare qualsiasi cosa, anche una distopia allucinante ambientata nell’universo chiuso di un paesino che sembra collocato nell’oggi ma che in realtà si trova 2000 anni in avanti nel futuro, perché uno scienziato vi ha trasportato dentro un’arca della salvezza criogenica un certo numero di uomini e di donne destinati a ereditare la Terra del post catastrofe. Un pianeta, la Terra, che adesso, nel 4028, è diventato il regno di feroci umanoidi antropofagi, aberrazioni della specie – sono conosciuti, infatti, come ABI – che si aggirano al pari di tigri intorno alla preda, dietro la barriera elettrificata che difende, insieme alle montagne, l’Eden di Wayward Pines, dove sopravvive l’Uomo. Tutte cose che si scoprivano quando la serie sembrava avviata a raccontare tutt’altro – qualcosa in stile Il prigioniero con Patrick McCowan – sfoderando un colpo di scena scioccante e imprevedibile (tranne per chi avesse letto la trilogia di romanzi di Crouch Blake da cui il serial era stato tratto).
Quindi, se Wayward Pines 1 lo comperavi e te lo godevi per il cast, grazie al quale avresti accettato qualsiasi storia ci avessero costruito attorno – perdipiù, la storia era figa, quindi… –, Wayward Pines 2 invece… pure. Dillon era stato spazzato via alla fine della prima serie, immolatosi per il bene degli abitanti della città. Ben, suo figlio, finiva in coma e si risvegliava tre anni più tardi, scoprendo che la Prima Generazione, cioè i primi nati in Wayward Pines, avevano preso il potere e governavano con pugno di ferro. Il cliffhanger era sulla visione di gente impiccata ai pali della luce: il biglietto di benvenuto nel nuovo mondo. Fuori Dillon, entra Jason Patric, un medico di nome Theo Yedlin, che viene risvegliato dal sonno criogenico perché a Wayward c’è bisogno di qualcuno in grado di operare Carla Gugino, levandole una pallottola alla base del collo. Perché far vivere una colonna portante dei ribelli? Perché lei è la sola che può dire dove sia finito Ben, il figlio di Dillon, che nel frattempo è diventato il capo della dissidenza armata. Il potere adesso è retto dal poco più che adolescente Jason Higgins (Tom Stevens), guidato – ma solo fino a un certo punto – dalla bionda Megan (Hope Davis), la quale ora è in carrozzella ma continua a fare la mezzana e a sovrintendere agli accoppiamenti dei puberi nella comunità, oltre che a sperimentare sugli ABI. Theo, nel nostro secolo, era stato sequestrato insieme alla moglie Rebecca, un pezzo di femmina che non finisce mai, interpretata dall’indiana Nimrat Kaur, che già è stata svegliata da tre anni a Wayward quando il marito riemerge alla coscienza. Tra i due c’è qualcosa che non funziona, legato alla procreazione e in alcuni squarci retrospettivi sembra chiaro che sia lui, Theo, ad avere dei problemi. Come facciano due così a non riuscire a scopare facendo scintille e, accessoriamente, un bambino, resta un mistero…
Comunque, Jason Patric ha una faccia che non si smetterebbe mai di guardarla e una fisicità ipnotica che ha raccolto alla grande l’eredità di Dillon. E come Dillon, la sua collocazione nella nuova società riveste un ruolo chiave, perché è l’unico medico esperienziato in mezzo a tutti i ragazzini aspiranti dottori di Wayward. Jason Higgins che ha accanto la compagna Kerry (Kacey Rohl) si pone all’inizio come un gran bastardo pronto a giustiziare chiunque gli si opponga ma man mano si mitiga e il focus dell’azione si sposta, più che sulle lotte intestine in città, su quello che avviene al di fuori delle cinte elettrificate, dove Ben ha fatto una brutta fine: prima delle numerose scelte che prendono in contropiede lo spettatore, eliminando di volta in volta personaggi chiave della precedente stagione: intanto Carla Gugino in una grande scena dell’episodio pilota, poi Ben, appunto, e quindi Pam, madre vicaria e istitutrice di Jason – scopriamo – il quale non esiterà a rivolgere le armi anche contro di lei. Il resto della trama si apre all’esterno, alla scoperta del mondo di fuori e non lesinerà altre sorprese, legate anche al personaggio di Shannyn Sossamon e a quello di Josh Helman, alias Xander Beck, che ha un debole – comprensibilissimo – per la moglie di Theo…