SPECIALE – La Famiglia Adams
Tutto sulla famiglia che domina l'horror indie americano
Il loro marchio collettivo è oggi sinonimo di un cinema DIY risoluto e professionale, ma anche l’espressione di una personalità artistica libera e inconfondibile. Un’apologia nata nei festival dell’horror e del fantastico ma montata negli ultimi anni in un’aura di ammirato stupore che anche il cinema più indie raramente ha conosciuto. Questa volta non si trattava infatti dell’ennesima coppia di filmmaker, straordinariamente dotati e bravi a fare cinema con un budget da ridere, ma di un’intera famiglia. La famiglia Adams (con una “d” sola), appunto: padre John, madre Toby (all’anagrafe Posatore detta Poser), le due figlie, Lulu e Zelda. I membri della family scrivono, dirigono, interpretano e montano da soli i propri film, senza dimenticare di comporre anche le musiche, grazie alla band di papà John e di Zelda, Quei suoni metal che irrompono senza preavviso da immagini scolarizzate e ammiccano alla psichedelia più acida sono anzi una delle firme riconoscibili della ditta.
La migliore raffigurazione degli Adams forse la forniscono essi stessi in Where the Devil Roams (2023), il film presentato quell’anno al FrightFest londinese. Qui, nell’America della gGrande Depressione degli anni ’30, una famiglia di giostrai sbarca il lunario alternando spettacoli sul palcoscenico dei baracconi all’assassinio di ricchi e facoltosi che hanno approfittato della crisi o, più semplicemente, hanno avuto la sfortuna di incontrarli sulla loro strada, ritrovandosi nel tempo e nel luogo sbagliati. Tra atmosfere che richiamano Nightmare Alley non meno di innumerevoli gangster story, è mamma Toby, ex infermiera, che si incarica di eseguire il lavoro sporco, per non traumatizzare ulteriormente il suo compagno (John Adams), reduce di guerra. I doni del diavolo richiamano nell’ultimo atto la traccia soprannaturale del film. Così un puntaspilli infernale, rivelano ago e filo in grado di ricucire e restituire ogni sera come nuove le dita che un artista da circo si amputa al termine di ogni suo spettacolo. Senza poter pronunciare la formula dell’incantesimo, però, la carne ricucita non smette di decomporsi e inflaccidire e, sotto lo sguardo impotente della figlia muta, le membra mozzate dei due genitori cadono nuovamente a pezzi. Ciò, almeno, finché un nuovo ordine non sarà infine ristabilito, riunendo i due corpi e riconfigurandoli in un unico organismo ibrido e gloriosamente oscuro, che torna ad occupare il centro della scena familiare, rinnovandosi ad ogni spettacolo.
Entrambi newyorkesi, John e Toby fondano negli anni ‘10 la Wonder Wheel Production, la casa di produzione che li vede tuttora associati. Per come la raccontano sul loro sito (aggiornato a diversi anni fa): “Nel 2010 la famiglia comprò una macchina fotografica e alcuni microfoni e partì per l’autostrada americana. Facendo amicizia con coste, montagne e deserti, hanno girato il primo lungometraggio di Wonder Wheel”. L’horror non è stata in realtà la loro primissima scelta ma sicuramente il genere che ha permesso alla famiglia di svoltare e incontrare un pubblico; mettendo a frutto i loro molteplici talenti.
Leggenda o meno, la storia appartiene, a buon diritto, all’America delle seconde opportunità. Prima di trasformarli in filmaker affermati nel raffinato circuito cinematografico dei B Movies, la vita ha infatti riservato ai due parecchio altro movimento. A John una carriera come modello nel mondo della moda dei ruggenti anni ‘90, oltre a un assortimento di band (Banana Fish Zero, Statues of Liberty, Kid Kalifornia) con cui suonare dal vivo. A Toby una lunga gavetta nei teatri off Broadway e alcuni ruoli minori in serie tv come Law & Order. I suoi studi teatrali lasciano emergere una nota più lirica nei dialoghi spesso improvvisati e nella scrittura cinematografica del gruppo. Archetipo matriarcale, sul piano della performance Poser forma l’asse attoriale attorno a cui ruotano più spesso le storie della Adams Family.
Se la figlia Lulu vi prende parte per lo più figurando in ruoli occasionali e secondari, il rapporto genitoriale tra Poser e Zelda Adams, sembra invece perpetuarsi, da un set all’altro; adattandosi di volta in volta a esigenze di plot e di produzione. Ad esempio in The Deeper You Dig (2019), un thriller tra le nevi dove, con un cast ridotto all’osso – cioè a se stessi – Toby, madre single, tira avanti truffando le vecchiette come medium mentre John figura come il cattivo della storia. Zelda compare qui soltanto per pochi minuti – è la figlia adolescente e competitiva, prima di finire travolta da un’auto e poi strangolata dal conducente – ma figura per la prima volta anche alla regia. In Hellbender (2021), una storia coming-of-age in chiave matriarcale e stregonesca, le corrispondenze tra la madre e la sua unica figlia diventano il vero nucleo del film. Una strega tiene infatti la figlia all’oscuro del proprio retaggio e dei propri poteri soprannaturali che ha ereditato per proteggerla e risparmiarle ciò che lei stessa ha dovuto subire nella sua vita. Le due vivono isolate dal mondo tra le montagne e la natura, finché la giovane non scopre la verità e, una volta rivelatasi lupo, non potrà perdere il pelo né più fingersi agnello. Girato tra i boschi nei dintorni di casa durante il lockdown Covid 19, Hellbender incasella quelle rappresentazioni luminose e stupefacenti della natura che gli Adams rivendicano come un “pilastro nel mestiere di regista”. Le circostanze hanno anche consentito a John di sfruttare la quarantena per sperimentare filtri e effetti imprevedibili nella post produzione del film, risultato alla fine forse quello visivamente più terso e psichedelico. Zelda Adams per l’occasione è stata premiata come migliore attrice al 25esimo Fantasia International Film Festival di Montreal.
Il 2024 è stato un anno di importanti cambiamenti per la family. Il loro ultimo film, Hellhole, diretto da John Adams e Toby Poser e scritto per la prima volta assieme alla figlia Lulu, è stato finanziato e prodotto dalla piattaforma streaming Shudder. Girato in Serbia, con una troupe e un cast di professionisti, è in pratica la loro prima produzione con un budget, ancorché minimo. Ciò ha permesso tra le altre cose, grazie alla partecipazione di Todd Masters (Flashforward, The Boy, La bambola assassina) di utilizzare nel film complicati effetti speciali a passo uno, abbordando, in chiave parodistica ma del tutto effettiva, un classico dello sci-fi horror come il parassita spaziale. A metà strada tra lo xenomorfo in chiave scatologica e una versione particolarmente malata di The Thing, l’extraterrestre di Hell Hole si riproduce usando come incubatrici solo maschi terrestri etero e sfruttando qualsiasi loro orifizio per raggiungere il suo obiettivo.
I suoi ospiti, una volta posseduti dalla creatura, emanano inoltre un pessimo odore che permette di individuarli facilmente. Sepolto nelle viscere della Terra dall’età napoleonica, il mostro viene accidentalmente portato alla luce ai nostri giorni da una scalcagnata compagnia petrolifera di fracking americana, che ignora gli avvertimenti degli scienziati nerd locali. A capo del team c’è una ex hippy (Tony Poser), passata nel breve volgere dell’era Trump-Biden dell’ambientalismo al suo esatto contrario. A proprio agio con il registro comico, in modo persino inaspettato, gli Adams divertono per 90 minuti di fila. Esilarante e sporco, l’umorismo di Lulu impregna dalla prima stesura la scrittura del film con battute tipo: “Non ho bisogno di un tampone, ma me lo infilo nel naso se mi impedirà di sentire l’odore della tua merda”. Rigirando abilmente tra le mani un tropo visto e stravisto all’infinito, lo stile Adams si conferma tonico e concreto anche quando si tratta di mettersi spudoratamente dalla parte del pubblico.
La seconda novità si chiama Plastic Smile, episodio diretto da John e Tony – da un soggetto dei due showrunner, Rebecca Klingel e Francesco Loschiavo – per il canale Screambox e per la miniserie horror canadese Tales from the Void, che ha visto coinvolto anche un regista come Joe Lynch. La storia vede una bambina e la sua bambola al centro delle fantasie necessarie per sopravvivere alla sopraffazione di un ambiente famigliare distruttivo e a una madre tossicodipendente e bipolare. Il risultato è un pugno allo stomaco. Brutalmente macabro e cupamente edgy, l’episodio racchiude nelle sue scelte estetiche anche il senso di questa partecipazione non scontata, che testimonia anche dal versante televisivo l’interesse crescente per la famiglia. Il 2025 potrebbe essere dopotutto l’anno del crossover. Quello in cui sarà messa alla prova, avendo finalmente a disposizione mezzi produttivi adeguati e un budget più sfidante.
FILMOGRAFIA ESSENZIALE
Hell Hole (2024) – JA, TP
Where the Devil Roams (2023) – JA, TP, ZA
Hellbender (2021) – JA, TP, ZA
The Deeper You Dig (2019) – JA, TP, ZA
The Hatred (2018) – JA