Ancora auguri per la tua morte
Continua il loop mortale
Alcuni istanti della vita sono così belli e speciali che vorremmo poterli rivivere infinite volte. Sarà capitato a tutti desiderare di tornare indietro per poter riprovare le sensazioni di un primo incontro, di un’esperienza particolare o una giornata indimenticabile. Allo stesso tempo la malinconia mista al rimorso – soprattutto nelle ore notturne – fa nascere pensieri surreali quali “vorrei poter tornare indietro e cambiare il corso degli eventi”. Ma se fosse proprio il giorno peggiore della vostra vita a ripetersi in un loop infinito? E’ ciò che accade a Tree (Jessica Rothe), la studentessa universitaria protagonista di Auguri per la tua morte (Happy Death Day, 2017), costretta a rivivere una giornata speciale, quella del suo compleanno, che malauguratamente coincide anche con il giorno della sua morte. Un déjà vù perenne in cui la ragazza si sveglia ogni giorno, lo stesso, sapendo che alla fine un serial killer mascherato la ucciderà a suon di coltellate. Cercando di capire chi è l’assassino, in modo di sfuggire a tale sorte interrompendo il loop, irrimediabilmente Tree va incontro ogni volta a una fine diversa, una più fantasiosa e ansiogena dell’altra. Scritto e diretto da Christopher B. Landon e prodotto dal Re Mida dell’horror Jason Blum, Auguri per la tua morte sbanca al botteghino: con un budget inferiore ai 5 milioni di dollari ne incassa oltre 122 in tutto il mondo. Il successo arriva anche da pubblico e critica, che lo accoglie positivamente definendolo un “Ricomincio da capo che incontra Scream” o addirittura “la versione slasher di Mean Girls”, è proprio il mash up di generi a rendere speciale il film che, oltre alla componente slasher, ha al suo interno una storia d’amore alla John Hughes, l’atmosfera coming of age, tanta ironia, ma anche il mistero di una ragazza che deve capire da chi è stata uccisa. Un progetto nato, in realtà, quasi 10 anni prima, pensato per essere prodotto da Michael Bay con il titolo Half to Death e con Megan Fox nei panni della protagonista. Dopo essere stato accantonato per anni, Landon recupera lo script proponendolo a Blum – con il quale aveva già lavorato alla saga Paranormal Activity – che con il suo sguardo lungimirante resuscita la proposta. Nell’ottobre 2017, mentre Auguri per la tua morte esce nelle sale americane, Christopher Landon dichiara di voler girare un sequel che si concentrerà sul perché Tree si trovi intrappolata in un anello temporale. Iniziano, così, le riprese di Ancora auguri per la tua morte (Happy Death Day 2 U) il 14 maggio 2018, sempre con Landon alla regia e sceneggiatura più il cast del film precedente, con Jessica Rothe nei panni di Tree Gelbam e Israel Broussard in quelli del fidanzato Carter. Il primo film ci lasciava con un sospiro di sollievo: dopo mille peripezie e tante coltellate, Tree, con l’aiuto di Carter, riesce finalmente a scoprire chi è il serial killer con l’inquietante maschera da neonato (costruita dal creatore della ghostface di Scream), interrompendo il loop e iniziando una storia d’amore con il ragazzo che inizialmente considerava uno sfigato.
Il trailer di Ancora auguri per la tua morte ci catapulta di nuovo nell’incubo senza fine: due anni dopo, apparentemente, la vita di Tree sembra svolgersi serenamente e secondo una normale logica temporale, fino alla ricomparsa del killer mascherato che, inesorabilmente, la accoltella senza pietà. Ed ecco ricominciare la stessa giornata, ma non è tutto! Questa volta anche gli amici della protagonista sono in pericolo, anche loro preda dell’assassino e destinati a morire per sempre se il loop si blocca. Una bella grana intricata. Frustrata all’ennesima potenza dalla ripresentata tragica situazione, la ragazza deve scoprire l’identità del nuovo carnefice, prima che questo uccida, per uscire dal loop salvando la pelle degli amici. A giudicare da trailer e sinossi, la stessa atmosfera horror-comedy del primo capitolo – termine poco amato da Jason Blum che preferisce definirlo fun-comedy – viene mantenuta se non addirittura raddoppiata: a forza di risvegliarsi ogni giorno sapendo che alla fine dovrà morire, Tree inizia a divertirsi consapevole che l’indomani nulla di tutto ciò sarà accaduto. Se nel primo film girava nuda per il campus o insultava chiunque, nel trailer del sequel la vediamo sbizzarrirsi a più non posso, gettandosi sorridente da un aereo in volo con addosso solo reggiseno e mutandine. In effetti Auguri per la tua morte, nonostante il finale risolutivo, lasciava alcuni quesiti aperti che il sequel potrebbe spiegare, evitando il rischio di cadere in una banale riproposta della precedente trama. Qualche indizio su ciò che attende gli spettatori lo ha rivelato la stessa Jessica Rothe in alcune interviste, dichiarandosi entusiasta di prendere parte al sequel e assicurando che Ancora auguri per la tua morte non sarà una semplice ripetizione di contenuti con attori diversi e storie leggermente diverse, elevandosi a qualcosa di più rispetto a un semplice horror, ma avvicinandosi a un “film di genere alla Ritorno al Futuro, con il sequel che riprende da dove era finito il primo film, spiegando moltissime cose che non erano state spiegate”. In Auguri per la tua morte Tree – personaggio che la sexy e simpatica Jessica Rothe interpreta alla perfezione – si presentava come la classica reginetta del college, spocchiosa, superficiale e impegnata in una relazione clandestina con un professore. Sarà il processo irreversibile in cui rimane intrappolata a farle maturare una crescita interiore, fino a trasformarla in un’eroina tosta alla Kick-Ass, pronta a combattere per salvarsi, rivalutando le sue amicizie e il ragazzo che aveva sempre ritenuto un perdente. In Ancora auguri per la tua morte saranno proprio degli studenti decisamente geek e appassionati di scienze ad aiutare la protagonista per uscire dal loop temporale che, ormai, della “mean girl” ha solo l’aspetto e dopo essere morta decine di volte sa il fatto suo.
Che Landon avesse intenzione di far rivivere ancora alla povera Tree l’esperienza della propria dipartita lo si capiva già dal finale originale del primo film, decisamente cupo, scartato poi dal pubblico alle proiezioni test della Blumhouse/Universal, in cui la ragazza, dopo aver finalmente eliminato il misterioso killer, si sveglia in ospedale. Tutto sembra tornato alla normalità, quando un’infermiera si avvicina al suo letto iniettandole del liquido nella flebo; si tratta della vendicativa moglie del professor Butler – con cui Tree ha avuto una relazione – che prima di ucciderla le chiede “Pensavi davvero che saresti riuscita farla franca dopo aver fatto sesso con mio marito?”. La tematica dell’anello temporale è un espediente narrativo che permette di sbizzarrirsi: dalla possibilità di alterare gli eventi mantenendo la memoria delle esperienze vissute (come nel già citato cult Ricomincio da capo, allo sci-fi Looper), alla componente paranormale come una maledizione che condanna a rivivere sempre lo stesso giorno (come accade in 1408 di Stephen King), fino alla tematica della resurrezione in cui i protagonisti muoiono e si risvegliano sempre lo stesso giorno (come in Nirvana di Salvatores o Edge of Tomorrow). Storie paranormali o fantascientifiche, più o meno riuscite, che mischiano i complicati paradossi della fisica quantistica al fitto sottobosco del genere cinematografico. Ma, a volte, la realtà supera la finzione: qualche anno fa diventò eclatante il caso di un vent’enne inglese che sconcertò e incuriosì la medicina, il quale affermava di vivere in un loop temporale da ben otto anni. Che si tratti di un disturbo neurologico o l’effetto collaterale di troppi droga-party, si tratta certamente di un destino forse peggiore di quello di Tree che, per lo meno, ha un mistero da risolvere. Landon riesce a instillare una curiosità crescente nello spettatore, che condivide con la protagonista l’ansia di non sapere mai come andrà a finire, perché se è vero che l’eterno ritorno di Tree dipende dalle sue azioni, infinite sono le combinazioni e gli epiloghi. Un processo che crea forti attese e aspettative nel sequel, che spiegherà per mano di chi e per quale motivo tutto ciò continua a verificarsi. Anche perché l’epilogo di Auguri per la tua morte e la svelata identità del serial killer erano spiazzanti; una tensione che si spera continui con un altro trick inaspettato degno del primo film. La ripetizione ad infinitum della storia – tutte le volte uguale ma diversa – ma anche dei topoi del contaminato filone slasher, stanno metalinguisticamente alla base del progetto di Landon e Blum, dimostrando come un sottogenere così inflazionato possa continuare a reiterarsi proponendo ancora qualcosa di nuovo. Una delle principali caratteristiche della Blumhouse, quella della serialità, che con le sue fortunate saghe low budget (Insidious, Paranormal Activity, La notte del giudizio) riesce (quasi) sempre a ripetersi variando. Lo slasher, proprio come Tree, ancora oggi può continuare a morire e risorgere proponendo qualcosa di nuovo. Ed è questo che noi ci auguriamo, una, anzi tante morti, anche dopo questo sequel…le carte in regola per diventare una saga ci sono tutte. Per ora limitiamoci a sprofondare nelle poltrone del cinema e goderci il film: buio in sala e buona morte!