A scorrere velocemente il programma del prossimo Festival di Cannes non può che formarsi una prorompente acquolina in bocca. Non solo per la presenza di tre film italiani in concorso come non accadeva da 20 anni, ma per le promesse che certi autori portano con se, partendo proprio dai nostri portabandiera. Nanni Moretti con Mia madre (da oggi al cinema), Paolo Sorrentino con Youth (La giovinezza) e Matteo Garrone con Il racconto dei racconti, dove tre su tre hanno cast internazionali, e due su tre hanno girato in lingua inglese e dai trailer (non essendo ancora usciti) ci fanno sperare colpacci emotivi e grandezze pittoriche.
Ma lo spirito nazionalistico va a farsi benedire quando appaiono anche i nomi di Jacques Audiard, che già con Il Profeta ci aveva sconquassato l’anima, di quel geniaccio di Todd Hynes, dell’impietoso greco Yorgos Lanthimos (Kynodontas), del nuovo idolo delle folle cinefile Denis Villeneuve (Prisoner), della vecchia conoscenza Gus Van Saint, dell’immarcescibile Jia Zhang-Ke e delle tostissime Valérie Donzelli (La guerra è dichiarata), Maïwenn (Polisse) ed Emmanuelle Bercot che aprirà la kermesse con La tȇte haute. Un concorso, che secondo quanto affermato durante la conferenza stampa di questa mattina dal patron Thierry Fremaux, riserverà ancora sorprese con nuovi ingressi nei prossimi giorni.

Un’altra buona notizia da Cannes sul fronte cinema che piace a noi, arriva anche dalle proiezioni fuori concorso, che oltre al nuovo Woody Allen, proporrà l’anteprima di Mad Max: Fury Road di George Miller, il remake più atteso dell’anno e con il trailer più figo.
Si rinnova poi la tradizione delle proiezioni di mezzanotte che quest’anno saranno due: Amy, documentario dedicato ad Amy Winehouse di Asif Kapadia (Senna), e O Piseu (Office) opera prima dello sceneggiatore del sorprendente thriller coreano The Chaser (consigliatissimo!).

La 68^ edizione del Festival di Cannes si terrà dal 14 al 25 maggio 2015 e fin dalle premesse, anche quest’anno, si conferma come il più prestigioso appuntamento cinematografico del mondo. E non vorremmo proprio esser e nei panni dei Fratelli Coen, che in qualità di presidenti della giuria dovranno barcamenarsi tra tutti questi film, che a noi sembrano proprio nelle loro corde.