Games of Thrones 7×01
Un inizio promettente
Vendetta, innumerevoli morti violente e colpi di scena di grande impatto. Inizia con il botto la première della settima stagione di Game of Thrones, tornata in onda su HBO (in Italia Sky Atlantic) dopo oltre un anno di attesa. Un primo episodio che da subito racchiude tutto ciò che ha reso cult la serie tv creata da David Benioff e D.B. Weiss (e tratta dalla saga di George R. R. Martin), ancora oggi una delle migliori in assoluto nel vasto e ricco palinsesto televisivo. Se l’incipit non delude le aspettative, con una Arya Stark (Maisie Williams) che trionfa ancora sui propri nemici e mette a segno un altro colpo da maestro, non sono da meno i restanti 60 minuti, che vedono il ritorno dei personaggi principali più amati e odiati di Game of Thrones, alle prese con nuove sfide, nuove alleanze e nuovi nemici, nell’eterno gioco del trono. Jon Snow (Kit Harington) ancora fresco di elezione a Re del Nord inizia a governare dando i primi ordini ad alfieri e alleati, al fianco di Sansa (Sophie Turner), che non ha intenzione di stare a guardare; mentre Bran (Isaac Hempstead-Wright) arriva finalmente alla Barriera e Cersei Lannister (Lena Headey) accetta il consiglio del fratello Jaime (Nikolaj Coster-Waldau), accogliendo ad Approdo del Re un inaspettato alleato. Intanto Samwell Tarly (John Bradley) continua il suo addestramento alla Cittadella per diventare maestro, riuscendo finalmente a scoprire qualcosa di utile per la futura lotta al Re della Notte. In questa première, trova spazio anche il Mastino (Rory McCann), unitosi alla Fratellanza senza Vessilli, l’annunciato cameo del noto cantante Ed Sheeran e il ritorno a casa di Daenerys Targaryen (Emilia Clarke).
Siamo solo all’inizio, eppure c’è già tanta carne al fuoco. Quest’ultimo è un elemento naturale, insieme al ghiaccio, che continua ad acquisire maggiore significato e importanza nello show, rivelando un futuro che appare già scritto, visibile persino agli occhi di un incredulo Mastino. Quella che si profila all’orizzonte è una guerra terribile e spietata, il classico conflitto tra bene e male, luce versus oscurità, una lotta eterna ancestrale ormai sempre più prossima, contraddistinta da un manicheismo che, però, non tocca i singoli personaggi, troppo complessi e sfaccettati per essere inseriti in una categoria piuttosto che un’altra. Ne è un esempio Cersei Lannister, tra i caratteri più controversi della saga, costretta ad ammettere la propria posizione di svantaggio mentre fa il punto della situazione – oltre che l’elenco dei numerosi nemici. Il primo episodio della nuova stagione di Game of Thrones serve a questo, a riprendere le fila di un lungo discorso iniziato sei anni fa.
Come da tradizione, infatti, non succede poi molto in Dragonstone – questo il titolo dell’episodio – ma, come di consueto, si posizionano le fondamenta sulle quali poggerà l’intera stagione, che per la prima volta avrà durata ridotta per quanto concerne gli episodi (solo 7), ma più lunga per quanto riguarda il contenuto (fino a 80 minuti). Di Dragonstone rimane la tanto attesa vendetta messa a segno ai danni della casa Frey, le scoperte, o meglio conferme, di Samwell Tarly e del Mastino e due emozionanti ritorni: quello di Bran, al fianco della fedele Meera (Ellie Kendrick), alla Barriera, e quello di Daenerys, che dopo un lungo viaggio, infinite conquiste e battaglie, approda in Occidente (Westeros) a Roccia del Drago, pronta alla tanto agognata conquista del Trono di Spade. “Shall we begin”?