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Solo: A Star Wars Story

2018
Titolo Originale:
Solo: A Star Wars Story
REGIA:
Ron Howard
CAST:
Alden Ehrenreich (Han Solo)
Emilia Clarke (Qi'ra)
Woody Harrelson (Tobias Beckett)

Il nostro giudizio

Solo: A Star Wars Story è un film del 2018, diretto da Ron Howard.

Han Solo (Alden Ehrenreich) è un giovane furfante che sogna il colpo grosso della sua vita così da comprarsi una nave spaziale e fuggire alla volta dello spazio celeste. Dopo una serie di disavventure il grande colpo forse arriva, ma la situazione non si metterà bene per lui e per i suoi nuovi compagni. Gli spin-off dedicati a Star Wars, da quando tutto il franchise è sotto la mano della Disney, si sono rivelati un fertile terreno per sperimentare nuovi modi di narrare l’ormai conclusa trilogia originale (1977-1983). L’ottimo Rogue One fece da apripista, mostrando come quel potenziale narrativo aveva ancora tantissimo da dire. Solo: A Star Wars Story, il secondo capitolo di questo progetto, è un film dedicato al famoso contrabbandiere spaziale che vide per prima faccia e corpo di Harrison Ford. La missione, dunque, è quella di narrare una storia inedita, aiutando lo spettatore ad arricchire il background di un personaggio tanto amato, ma ancora oscuro ai più. Così facendo la Disney, dopo aver cacciato via i due registi Miller e Lord per divergenze creative, arruola Ron Howard in cabina di regia, di certo non proprio la scelta migliore per un film su contrabbandieri spaziali e affini.

Il risultato, purtroppo, non si presenta al massimo dello splendore, anzi, per una saga che ha cercato sempre di sperimentare e proporre prepotentemente l’effetto novità, Solo: A Star Wars Story rappresenta un brusco stop, con una realizzazione finale che sembra abbracciare delle intenzioni più miti e classiche. Ron Howard, così, trasforma Han Solo da pirata spaziale a cowboy impavido dalla risposta diretta. Tutta la storia assume direttamente dei connotati di genere, tanto da inserire un’incredibile rapina al treno, con tutti gli stilemi del caso e pone attenzione anche alle riprese di piccoli dettagli: la fondina slacciata, l’impugnatura del Blaster, lo sguardo di sfida e le riprese alle spalle di sagome oscure. Solo è uno di quei casi dove la sceneggiatura dice una cosa e la regia prende inavvertitamente la direzione opposta, lasciando parecchi dubbi nella testa dello spettatore, non tanto nella logica degli eventi, quanto alla constatazione che tutto il film sia stato realizzato senza un tassello fondamentale, pur non avendo chiaro quale sia. Forse il totale annientamento dell’epica spaziale, forse un attore che non calza bene il ruolo e lo rende anacronistico con il Solo che abbiamo conosciuto e idealmente coltivato nella nostra mente per decenni. Un dubbio che purtroppo non trova una risposta.

Tutto questo però non toglie l’ottima resa visiva e dinamica che Howard conferisce al film, difatti, se proprio si deve scendere a patti, Solo: A Star Wars Story è un grandissimo film d’avventura, di quelli che si costruivano su pochissimi step, quali l’amore, l’azione, i compagni di viaggio e nulla più. Questi sono quelli riusciti meglio, partendo dal mentore di Han Solo, Beckett (Woody Harrelson) o anche Qi’ra (Emilia Clarke), vecchia fiamma del nostro protagonista che sembra nascondere qualche segreto. A primeggiare su tutti, oltre il fido Chewbecca, è il Lando Calrissian di Donald Glover, altro bracconiere spaziale che grazie ad uno charme affilatissimo e una deriva metrosexual, risulta forse il personaggio meglio riuscito tra tutti, più di Solo stesso. Difficile dunque inquadrare questo film come passo falso oppure necessario risultato di una lavorazione travagliata. Howard cerca comunque di confezionare al meglio delle sue possibilità un capitolo della saga che, invece di guardare al futuro, si accontenta di un risultato concreto con il minimo sforzo, seppur povero.