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The Walking Dead – Stagione 10

2020
REGIA:
Greg Nicotero Rosemary Rodriguez Dan Liu Michael E. Strazemis John Polson Larry Teng David Boyd Jeffrey F. January Michael Slovis
CAST:
Norman Reedus (Daryl Dixon)
Melissa McBride (Carol Peletier)
Danai Gurira (Michonne)

Il nostro giudizio

The Walking Dead – Stagione 10 è una serie tv del 2020, ideata da Frank Darabont.

Attesa lunga, dovuta allo stop della programmazione a causa della pandemia, per il finale di The Walking Dead – Stagione 10, ancora non del tutto conclusa, perché ci attende ancora un’inedita appendice (una sorta di stagione 10b) di sei episodi che rappresenta la vera, attesa, chiusa di una delle serie americane più famose al mondo e già da anni sofferente dal punto di vista degli ascolti e della critica. La grossa sfida di quest’anno è stato andare avanti togliendo dallo scacchiere la regina o per meglio dire lo sceriffo, il pezzo più forte e considerato intoccabile, persino in una serie in cui notoriamente il clima di incertezza aleggia sempre su ogni personaggio. The Walking Dead è solo Rick Grimes? A quanto pare no, anzi la messa da parte dello sceriffo è stato uno spunto per cercare di trovare nuova linfa narrativa, dato che da un paio di stagioni la benzina sembrava agli sgoccioli. Esauritasi la scossa narrativa data dall’ingresso di Negan, uno dei migliori villain del piccolo schermo, bisognava rimescolare coraggiosamente le carte. Il risultato, pur vivace, non è comunque sufficiente, nonostante il continuo clima di tensione che si tenta di costruire nell’arco delle sedici puntate montando l’atmosfera da guerra fredda tra i nostri sopravvissuti di Hilltop e Alexandria e i sussurratori di Alfa.

Ma più che gli intrighi, familiari o meno, e le dinamiche sociali, sono evidenti le trappole narrative in cui gli sceneggiatori continuano a cadere: come era accaduto per il Governatore, ma soprattutto con Negan, anche il personaggio di Alfa cade vittima di una parabola discendente che ne scema subito l’interesse. Ascesa a nuovo villain già nella stagione precedente, con un buon background e una ferocia superiore alla minaccia degli zombi, era da subito entrata nel cuore degli spettatori per la sua complessità e la particolarità del proprio potere, esercitato mimetizzandosi con gli zombi e manovrandoli per emulazione a proprio piacimento. La sua filosofia – gli zombi sono il futuro dell’umanità e i sussurratori devono adattarsi ritornando alle proprie origini animali – aveva spinto la serie verso un indirizzo maggiormente apocalittico e non a caso il loro mantra è essere proprio la fine del mondo. Una costruzione che però traballa subito col passare degli episodi, con un personaggio che contraddice continuamente quello che va con sempre rinnovata convinzione vaticinando, risultando a tratti ridicolo. Gli unici momenti in cui il personaggio si risveglia dal torpore avvengono nell’alleanza con Negan, unica nota che porta una certa dose di tensione e anche di ilarità, perché finalmente l’umorismo macabro e sferzante del cattivo con la mazza chiodata torna a riaffiorare e ben si abbina, con risultati eclatanti, al fanatismo serioso del personaggio di Alfa.

I problemi di scrittura non sono solo ai danni dei cattivi, ben inteso, perché anche Carol e Gabriel stanno rivelando crepe insopportabili nelle evoluzioni (?) dei loro personaggi, trovando forzatamente e per inerzia la propria posizione all’interno della grande storia. Al di là delle scosse e degli strappi che devono portare, inevitabilmente, allo scontro armato del finale, The Walking Dead – Stagione 10 offre però spunti molto poveri. L’inizio con il satellite russo precipitato faceva presagire sviluppi interessanti, ma è un pretesto abbandonato subito e ben poco utile ai fini della trama, mentre i (pochi) nuovi personaggi introdotti aiutano a fare minutaggio ma sono introdotti forzatamente e ci si affida spesso e volentieri alla nostalgia per riprendere lo spettatore e condurlo per mano verso il finale emozionale. Tra questi momenti il più suggestivo è sicuramente la sliding door, indotta dalle droghe allucinogene somministrate dal misterioso Virgil, in cui Michonne vive una linea narrativa alternativa dove non salva Andrea dai vaganti e finisce, per una serie di circostanze, per diventare il braccio destro di Negan e quindi dalla parte dei cattivi, visione che non amplia sicuramente il personaggio di Michonne ma dà la possibilità di inserire sullo schermo molti volti di personaggi da tempo deceduti e caricare l’emozione da amarcord in vista del gran finale. E che adesso si punti più sui sentimenti che sull’horror lo dimostrano la pressoché totale assenza di scene gore, concentrate per lo più tutte nell’ultima puntata, e l’utilizzo degli zombi in CG nelle numerose scene di massa.