Star Wars Chronicles: 1976-1977
Un’epopea cinematografica intergalattica lunga quarant’anni: 1976-1977
Il casting di Guerre stellari è un film nel film, nel senso che è circondato da un alone leggendario. Proviamo a farne un sunto il più possibile preciso, con la consapevolezza che la leggenda sia fatta anche di aneddoti inventati o di circostanze inverosimili. Per il ruolo di Luke Skywalker viene provinato William Katt, ma scelto Mark Hamill, che aveva qualche esperienza solo in tv. Leia è Carrie Fisher, all’epoca “organica” al gruppo della Nuova Hollywood, ma pare che Lucas fosse stato interessato anche a Terry Lynn, Cindy Williams e Sissy Spacek, poi scelta da Brian De Palma per Carrie – Lo sguardo di Satana (Carrie, 1976). Le attrici che comunque parteciparono alle audizioni furono decine. Tra le più celebri: Kim Basinger, Meryl Streep, Farrah Fawcett, Debra Winger, Cybill Shepherd... De Palma e Lucas, amicissimi all’epoca, pare si siano scambiati anche comparse e comprimari; il regista di Scarface, inoltre, fu tra i primi (insieme a Spielberg) a vedere Star Wars giudicandolo puerile. Secondo alcune fonti, aiutò l’amico a riscrivere alcune sequenze (in particolare la prima). Per il ruolo di Obi-Wan Kenobi Lucas pensava a Toshiro Mifune, ma provinò anche Peter Cushing, poi impiegato nel ruolo minore di Tarkin. Poi fu scelto Alec Guinness. Anche qua, un aneddoto. Il grande attore britannico sostenne di avere insistito affinché Obi-Wan morisse perché detestava il copione e non voleva essere ulteriormente coinvolto nella saga, ma ci sono dubbi che la circostanza sia vera e Lucas non conferma. Nella parte di Darth Vader, nella versione italiana Lord Dart Fener, un altro attore inglese, David Prowse, che recita costantemente mascherato ed è doppiato da James Earl Jones, non accreditato nella versione distribuita nel 1977. Per la voce over del cattivo Lucas aveva pensato a Orson Welles. Il motivo per cui Prowse fu doppiato si disse fosse dovuto al suo accento british troppo accentuato.
La parte più difficile da assegnare fu quella di Han Solo, uno dei personaggi più affascinanti della storia. Inizialmente Lucas voleva un attore che non avesse mai lavorato insieme a lui, ma dopo il fallimento delle audizioni (numerosissime, e con tra i nomoni coinvolti Kurt Russell, Al Pacino e Jack Nicholson) tornò sulla sua decisione e richiamò Harrison Ford, che aveva lavorato in American Graffiti. Altri aneddoti si sprecherebbero, ma trovate tutto facilmente su Imdb. È invece vero che gli attori, molti di scuola inglese come (il poi Sir) Alec Guinness o il grande Peter Cushing, i due più importanti nomi dell’intero cast, approcciarono in modo diverso il lavoro del cineasta George Lucas… Cushing accettò il ruolo del villain Grand Moff Tarkin perché convinto che questo potesse piacere ai suoi estimatori “di genere”, e perché sarebbe stato un film adorato dai bambini; la vera star, Guinness, per motivi meno nobili. Di certo, tutti gli interpreti che già avevano avuto esperienze cinematografiche non erano sicuri di quale sarebbe stato il risultato finale. Dialoghi abbondantemente farciti di parole incomprensibili (una della maggiori difficoltà di Cushing e Guinness; per non parlare dello stesso sfacciato Harrison Ford, che non mancò di farlo notare rudemente al timido autore!), creature misteriose, lunghe battaglie con armi e mezzi bizzarri: tutti fattori che spinsero lo stesso Sir Alec a definire Star Wars “fiabesca spazzatura”. Il fatto che si trattasse di un vocabolario filmico complesso e mai sentito prima lo ritroviamo anche nel doppiaggio italiano, guidato dal grandissimo Mario Maldesi (“quello” di Kubrick e Fellini), che si è trovato a fronteggiare invenzioni fonetiche come “blaster” o “Star Destroyer”; per le quali ha ideato suoni armoniosi e legati a una fantascienza anni Sessanta, più sognante che tecnica (per esempio la scelta di “quoti” anziché cloni e di “stellopilota” per “star pilot”).
Lo scetticismo degli interpreti era destinato a subire una clamorosa smentita: quando nell’autunno 1977 il film approdò trionfante in Europa, e quando nelle menti dei caratteristi inglesi che ne avevano fatto parte non era altro che il ricordo di un lavoro come un altro, ecco che esplose la magia. Vagando per le strade di Londra questi stessi attori furono travolti dall’orda dei neo-fan starwarsiani: era nato istantaneamente un mito.
1976: la produzione
Per gli effetti speciali, George Lucas vuole il migliore di tutti, Douglas Trumbull, celebre per 2001: Odissea nello spazio. Non essendo disponibile, consiglia al regista di coinvolgere il suo primo assistente, John Dykstra, il quale accetta e porta “in dote” alla ILM un dream team di ingegneri informatici e artisti bravissimi che poi saranno il cuore della fabbrica di SFX lucasiana. Le astronavi vengono disegnate da Joe Johnston, futuro regista di Captain America – Il primo vendicatore (Captain America: The First Avenger, 2011). Lucas ha subito in mente la possibilità di sfruttare un eventuale merchandising, del quale, per un accordo esplicito con la Fox, mantiene la totale titolarità dei diritti. Per questo chiede ai suoi collaboratori-artisti di superare nei concept di oggetti, astronavi, basi e costumi l’immaginario fantascientifico preesistente. Le riprese cominciano il 22 marzo in Tunisia e si concludono il 16 luglio dello stesso anno. La distribuzione vorrebbe il film pronto per Natale ma i tempi si allungano per gli imprevisti del set. Gli esterni sono girati negli Stati Uniti, in Guatemala e, appunto, Tunisia, mentre gli interni sono tutti in Inghilterra.
1977: il trionfo
A Los Angeles, in una sala privata, l’attesa preview del film vede schierati gli amici del regista. De Palma, come abbiamo visto, è scettico. Steven Spielberg si diverte e, per scommessa, scrive e poi chiude in una busta il suo pronostico di incasso: 20 milioni di dollari. Sarebbe comunque un successo, visto che Guerre stellari è costato la metà, ma il destino riserva ben altre cifre e ben altri “zero”. Il film viene distribuito negli Stati Uniti il 25 maggio 1977 inizialmente in sole 40 sale. Un anno dopo ha incassato già 200 milioni di dollari e superato Lo squalo (Jaws, 1975) come titolo di maggior incasso della storia del cinema. Spielberg si prenderà la rivincità perché il record di Star Wars sarà poi battuto da E.T. – L’extraterrestre (E.T.: The Extra-Terrestrial, 1982). Sommando però gli ottimi risultati della riedizione del film riveduta e corretta nel 1997 da un punto di vista visivo, Guerre stellari resta il film più visto dopo Titanic (775 milioni di dollari worldwide).