Mad Max: il ritorno del guerriero
Mad Max torna dopo trent'anni dall'ultimo film
Mad Max: Fury Road, il nuovo progetto di George Miller, ha una cabala numerologica a dir poco impressionante e grazie alle cifre che gli ruotano intorno è possibile intuire molto di quella che è stata e che sarà storia. Vediamole. Trenta: gli anni che lo separano dall’ultimo capitolo della serie, Mad Max: Oltre la sfera del tuono (1985). Venticinque: gli anni che ci sono voluti allo script per uscire da una gestazione lunga e sofferta. Cento: i milioni di dollari consegnati “in bianco” a George Miller per realizzare questa pellicola. E infine due: come i protagonisti della storia del tutto nuova che vedremo a maggio 2015 e come i minuti del trailer. Andiamo con ordine.
Sono passati trent’anni dall’ultima pellicola incentrata sulle imprese di Max Rockatansky e a interpretare il pazzo vendicatore del deserto non sarà più Mel Gibson ma il poliedrico (e bellicoso) Tom Hardy: parliamo quindi di un reboot? Forse, ma il fatto che la storia di questo quarto capitolo sia nata come seguito di quanto raccontato in Oltre la sfera del tuono lo ascrive a pieno titolo alla categoria dei sequel. Nessuna spiegazione sulla storia personale di Max, nessun salto nel passato. Uno stile concreto e incisivo: vecchia scuola insomma. Per coloro i quali temono, trailer alla mano, di aver già visto il meglio del film condensato in questi due minuti, niente paura Mad Max: Fury Road sarà quasi un unico, ansiogeno inseguimento. Dialoghi asciutti, quasi tutti assegnati a Max, e tanta, tanta azione.
A orchestrare questa sinfonia distruttiva, accanto a Tom Hardy, vedremo una Charlize Theron determinata a spezzare più ossa di quante ne possiamo contare. Suo sarà il personaggio di Imperator Furiosa, luogotenente del micidiale Immortan Joe (Hugh Keays-Byrne), che deciderà di tradire il sanguinario leader nel tentativo di perseguire scopi personali. Max, o almeno così sembra dal trailer, si troverà suo malgrado invischiato nello scontro tra Furiosa e le truppe di Joe. Scontro che dovrebbe occupare tutta, o quasi, la durata del film. Miller, galvanizzato da un budget pressoché illimitato, è intenzionato e deliziarci con qualcosa di puro e sanguigno perciò dimentichiamo la CGI estrema del cinema moderno: ogni macchina che vedremo saltare in aria è davvero esplosa per la realizzazione del film.