The Affair – Una relazione pericolosa – Stagione 2
Ricomincia la serie vincitrice di 3 Golden Globe
Su Sky Atlantic è partita, senza soluzione di continuità con la prima stagione, The Affair – Una relazione pericolosa – Stagione 2, serie TV statunitense vincitrice di 3 Golden Globe e firmata da Sarah Treem e Hagai Levi. Avevamo lasciato la coppia di protagonisti, Noah ed Alison, nel bel mezzo di un apparente lieto fine: sembravano sul punto di coronare la loro storia d´amore che li aveva portati a lasciare i precedenti consorti e rispettive famiglie, seguendo il sentimento e la forte reciproca attrazione. Ma sul piano narrativo alternativo, quello proiettato nel futuro e che inserisce regolarmente nella narrazione flash-forwards riferiti a un delitto, agli interrogatori ad esso connesso e alle indagini che coinvolgono anche i due protagonisti, vediamo che la felice convivenza (si accenna anche alla presenza in casa di un bebè) e il successo professionale con cui i protagonisti sembrano essere stati finalmente premiati, vengono bruscamente interrotti dallarresto di Noah, considerato colpevole del delitto al quale si fa riferimento fin dalla prima puntata. La nuova stagione riparte, però, dalla prima fase di Noah ed Alison nelle vesti di coppia ufficiale uscita allo scoperto, le cui vicissitudini sono sempre narrate secondo il doppio punto di vista dei due personaggi, stratagemma narrativo che fin dalla prima serie si era rivelato come una delle novità più interessanti nel racconto e sua cifra stilistica. Vengono quindi approfonditi ed esplorati gli effetti psicologici ed emotivi di una relazione che ha messo fine a due matrimoni, e del crimine che riporta insieme i membri delle doppie coppie: le precedenti e le attuali.E i punti di vista narrativi da due (Noah ed Alison) a un certo punto diventano quattro, includendo anche quelli degli ex Helen e Cole, rivelando ciascuno una sua verità.
L’aggiungersi alla narrazione delle voci dei partner traditi è una prova ulteriore non solo della fallacia della memoria umana ma anche di quanto ci si possa sentire isolati pur vivendo in una relazione di coppia. I momenti migliori sono quelli in cui vediamo i protagonisti agire da soli, raccontati da loro stessi e poi confrontati al modo in cui i loro partner li vedono nella stessa situazione; anche negli apparenti momenti “d’oro” di una coppia,la percezione della realtà è sempre diversa, nessuno si sente mai davvero come invece l’altro/l’altra lo considera.Un esempio per tutti: quando Alison accetta di vivere con Noah nelle Hudson Valley in un cottage offerto a lui dalla casa editrice per far sì che possa portare a termine il libro che sta scrivendo.L’uomo vede lei come una divinità del sesso addomesticata, ma Alison si racconta come una beata santa che combatte per fare le scelte giuste.E mentre lui fa riferimento a sé come ad una persona che risparmia alla sua donna il racconto delle brutture del quotidiano, lei lo ricorda sempre pronto a vomitarle addosso tutto lo stress della sua giornata quando la sera rientra a casa. The Affair – Una relazione pericolosa – Stagione 2 chiarisce una volta per tutte che la verità è un valore molto instabile e soggettivo, anche quando al centro di tutto c’è un misterioso omicidio. E allo spettatore resta la libera scelta di credere ad una versione o ad un’altra, nella consapevolezza che nessuna di esse corrisponderà mai alla realtà vera e propria.
Come pure lo spettatore saprà ritrovarsi sempre un po’ in ciascuno dei personaggi, perché tutti hanno le loro grandezze e miserie e lungi dal rappresentare dei ruoli stereotipati quali quello di amante/traditore- coniuge/vittima, ognuno ci offre lati nobili ad altri orribili della propria persona, per cui anche la definizione manichea di “buoni” e “cattivi ” lascia il tempo che trova: alla fine la vita è una lotta per la sopravvivenza in cui possono capitare le peggiori sofferenze (capovolgimenti di fortune, lutti prematuri, troncamenti di relazioni a cui non si era preparati) la cui condivisione con gli altri resta spesso un’utopia. E ad ognuno non rimane altro che provare a fare del proprio meglio per sopravvivere, nei limiti delle umane possibilità. Degna di nota sempre la recitazione degli attori, capaci di esprimere la profondità di espressioni e stati d’animo, non privi però di una presenza fisica che a tratti sembra rispondere ad un’estetica naturalista,soprattutto nelle scene di incontri carnali , che non sono mai perfetti ma belli proprio perché reali, a volte abili ad esprimere la dimensione profonda dei sentimenti e delle emozioni, altre volte anche anche drammatici, imbarazzanti o quasi al limite del ridicolo,esponendo i corpi nella loro veridicità. Ma è chiaro che in questa seconda stagione il dramma psicologico, a volte quasi teatrale nella sua messa in scena, prevale su tutto, anche sull’elemento poliziesco e noir molto più presente nella serie precedente, tanto che avevamo parlato senza dubbio di un mix di generi; salvo poi scoprire che le categorie del thriller sono ricadute ampiamente sull’intreccio “rosa”, conferendogli suspense, attesa e tensione narrativa.