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Come to Daddy

2019
Titolo Originale:
Come to Daddy
REGIA:
Ant Timpson
CAST:
Elijah Wood (Norval Greenwood)
Stephen McHattie (Gordon)
Garfield Wilson (Ronald Plum)

Il nostro giudizio

Come to Daddy è un film del 2019, diretto da Ant Timpson.

Ragazzi, non so che dire ma una qualche forma di rispetto per Elijah Wood ce l’ho. L’ex Frodo ha dimostrato una passione per il cinema dell’orrore che ha un sapore genuino. Da quando ha lasciato la Terra di Mezzo si è avventurato in progetti rischiosi e folli che altri nella sua posizione non avrebbero mai affrontato. Alcuni (pochi) si sono trasformati in prodotti curiosi e divertenti (Cooties, Maniac) altri (la maggior parte) in mere cagatone (Open Windows, Il ricatto). Tutti, comunque, sono stati, bene o male, dei clamorosi flop. Ma lui non si è arreso e per dar sfogo alla sua passione c’ha messo pure i soldi, producendo The Boy, Mandy, Daniel Isn’t Real e il prossimo Richard Stanley, Color Out of Space. Insomma, si è dato da fare. In Come to Daddy, Frodo si mette al servizio di Ant Timpson, un altro pazzesco scriteriato che ha prodotto Turbo Kid, Housebound, The Greasy Strangler e Deathgasm. Mica poco.

Il risultato non poteva che essere un film bizzarro, stralunato e di difficile catalogazione. Un giovane (Elijah Wood) bussa alla porta di un anziano signore (Stephen McHattie) che vive solo in riva al mare. Il ragazzo gli annuncia di essere il figlio che non ha mai incontrato. Adesso che la madre è morta, lui ha trovato il coraggio di andare a scoprire la verità sulle sue origini e cercare di stabilire un contatto con un genitore che vuole imparare a conoscere. Il vecchio ci rimane di gomma ma accetta di ospitarlo in casa. Il confronto tra questo padre scorbutico e il giovane fricchettone non è semplice ma le cose sembrano andare per il meglio, fino a quando il ragazzo non scopre una botola nel pavimento.

Difficile andare oltre nel raccontare una trama dove qualsiasi spoiler rovinerebbe il già di per sé altalenante grado di interesse. Diciamo che le cose precipitano in una direzione difficile da prevedere, che lo scivolone nell’assurdo e nel non plausibile è fortemente voluto e che, a un certo punto, Elijah rompe letteralmente i coglioni a un ciccione che sta cagando. Basta per farne un cult? Vedremo. Per certo, Come to Daddy è l’espressione (come lo fu Mandy) del bisogno fisico del giovane cinema dell’orrore di cercare nuove strade e nuove vertiginose latitudini. Merita rispetto.