The Walking Dead: World Beyond – episodio 1
2020
The Walking Dead: World Beyond è una serie tv del 2020, ideata da Scott M. Gimple e Matthew Negrete.
Il mondo popolato dai morti viventi creato su carta da Robert Kirkman prosegue l’ampliamento dei propri orizzonti narrativi con un nuovo spin off della serie ufficiale della AMC, arrivata al momento alla decima stagione e ancora monca, a causa della vera pandemia che affligge i nostri tempi, del finale. Dopo essere andati alle origini dell’outbreak con Fear The Walking Dead, giunta adesso alla quinta stagione, con la prossima in arrivo, e l’annuncio di una trilogia di film con protagonista Rick Grimes, si lancia lo sguardo in avanti, al di là dell’apocalisse, raccontando la nuova generazione di persone, per così dire native apocalittiche, e il modello sociale che dalle macerie del vecchio mondo è stato messo in piedi, in un tentativo di sfruttare ulteriormente la vena aurifera del successo della storia con Grimes e co. e contemporaneamente rilanciarla, svecchiandola, con setting, mood e linee tematiche più attuali. The Walking Dead: World Beyond cerca il nuovo ma non abbandona il vecchio e il legame, forte, con la serie classica è garantito da Scott M. Gimple, già coinvolto come showrunner in alcune stagioni (a ben vedere le migliori) di The Walking Dead e come produttore esecutivo di Fear The Walking Dead, e da Matthew Negrete, sceneggiatore abituale della serie classica e showrunner effettivo di World Beyond. La realtà forgiata da dieci anni di epidemia zombi è concretamente una copia, pur sbiadita, dell’ordine pre-outbreak.
All’interno di una comunità del Nebraska, due sorelle, Iris (Aliyah Royale) e Hope (Alexa Mansour) elaborano a modo loro la perdita della madre avvenuto dieci anni prima, quando l’apocalisse si è letteralmente schiantata dal cielo sotto forma di un aereo carico di zombi: la prima è occupata attivamente a gestire le normali attività sociali e, nella puntata, sta organizzando la cosiddetta Monument Day, una festa il cui scopo è saldare i legami tra i componenti della comunità; la seconda invece vive nel rimorso di non aver fatto nulla per poter salvare la propria madre ed elabora il proprio rancore convergendolo contro la CRM, acronimo per Civil Republic Military, un’alleanza paramilitare, di chiara ispirazione dittatoriale, tra alcune comunità di sopravvissuti che apparentemente sta lavorando a risolvere il problema degli zombi e che il fan del franchise ha già avuto modo di conoscere sia nella nona stagione di The Walking Dead (sono i responsabili del salvataggio di Rick Grimes in elicottero dopo l’esplosione del ponte) sia nell’ultima stagione di Fear The Walking Dead. Nonostante le frizioni, le due sorelle sono ancora unite dall’affetto nei confronti del padre, scienziato costretto a lavorare per la CRM per trovare la cura che salverebbe finalmente l’umanità dall’assedio dei morti viventi. Un messaggio disperato da parte sua fa partire le due sorelle con un paio di amici lungo le terre popolate dagli zombi. Per chi è abituato all’estetica post-apocalittica di The Walking Dead: World Beyond rappresenta visivamente e narrativamente un momento di rottura: si abiura ai vestiti laceri e capelli unti e ai drammi quotidiani per la sopravvivenza.
La vita a dieci anni dall’apocalisse ricade quasi nella gamma della normalità: gli zombi esistono ancora, deambulano come sempre e sono, ovviamente, ancora più decomposti, ma gli esseri umani hanno nuove armi e questo permette alle generazioni più giovani di poter crescere come un tempo, affrontando i propri drammi esistenziali e niente più, magari ascoltando musica o dedicandosi alle solite attività ricreative. Come tematiche ed età media del cast, The Walking Dead: World Beyond si avvicina maggiormente al genere Young Adult e, come da prassi del sottogenere, la vera minaccia non è il mostro al di fuori delle mura, ma l’adulto, in questo caso sintetizzato dalla figura del tenente colonnello del CRM Elizabeth Kubler (Julia Osmond). Che sia una scelta riuscita è ancora difficile da giudicare a partire da questo tiepido, già interlocutorio, episodio pilota, diretto comunque con buon piglio, soprattutto nei flashback con l’incidente aereo, da Jordan Vogt-Roberts, regista di Kong: Skull Island. Data la natura sintetica di due stagioni da dieci episodi cadauna per mantenere un certo ritmo, World Beyond sembra iniziare presentando i peggiori difetti della scrittura tipica di Scott M. Gimple, che predilige l’avanzamento lento della storia a favore dello sviluppo di personaggi, intervallandolo con strappi improvvisi e spettacolari. Ma se nella serie classica la stagione lunga giocava a suo favore, qui ogni episodio deve essere decisivo e non aiuta imbastire, per l’ennesima volta, il solito conflitto tra comunità mettendo i morti viventi, in un mondo in cui la fanno ancora da padroni, sullo sfondo, quasi fossero incidenti di percorso.