The Boys – Stagione 2
2020
The Boys – Stagione 2 è una serie tv del 2020, creata da Eric Kripke.
La prima stagione di The Boys è entrata a gamba tesa sulla scena della nuova giovinezza del genere supereroistico, quella che prende le mosse dagli X-Men di Singer per dar vita a un filone che ha sparigliato le carte del cinema supereroistico con sommo rodimento di culo di un vecchio bollito, da tempo l’ombra di se stesso, qual è Alan Moore al giorno d’oggi. E a ragion veduta. La rilettura del genere operata da Ennis nel contesto dei fumetti non è davvero niente di nuovo, ma lo stesso non si può dire per film e serie tv dove un approccio dissacrante e tagliato con l’accetta mancava. Il merito maggiore di Eric Kripke è di aver ripulito la scrittura di Ennis da tutta la zavorra inutile in termini di compiaciuto umorismo cacca pupù. Il risultato è una prima stagione divertente, non un prodotto per educande ma che va un pelo oltre alla risata di grana grossa. C’è una trama, ci sono personaggi, c’è un’estetica, e tutto funziona.
In The Boys – Stagione 2, invece, tutto ciò viene meno. Le dinamiche che hanno tenuto in piedi la prima stagione iniziano a fossilizzarsi e, riprendendo le mosse dal finale a sorpresa della stagione precedente, la situazione si arricchisce di ben due eventi perturbanti che dovrebbero sparigliare le carte e ridare alla serie un certo dinamismo. Il che riesce fino a un certo punto. Uno di quelli che dovevano essere gli show stealer, l’asso pigliatutto Stormfront, aspirante villain della serie, come personaggio riesce a venir fuori a metà, oscurata dall’interpretazione sopra le righe di Antony Starr/Patriota che a sua volta le ruba la scena. A livello narrativo, più che tirare fuori la serie dall’immobilismo di uno stallo alla messicana prolungato, Stormfront sposta gli equilibri in maniera abbastanza statica, accentrandoli nelle sue mani pur senza trasformarli in niente di diverso che altri stalli alla messicana.
L’altro showstealer, per l’appunto Starr, fa il suo lavoro e funziona ma, di nuovo, non risolve il problema reale di The Boys – Stagione 2, ovvero quel vagare di puntata in puntata senza una direzione reale, navigando a vista in assenza di una bussola vera e propria. L’umorismo, il gore, la caratterizzazione dei personaggi, risulta molto divertente ma alla lunga il gioco mostra la corda e si arriva all’ultima puntata senza che la narrazione decolli mai sul serio. Questo non significa che questa seconda stagione di The Boys nel complesso non sia godibile, ma dalla serie evento di Prime Video ci si poteva aspettare qualcosina di più, a Kripke sembra mancare quel centimetro che collega la mano al polso e rende la serie una vera cannonata. Nonostante i numerosi momenti memorabili. L’apertura per una terza serie c’è, la trama principale è conclusa insieme a un buon numero di sottotrame ma più di uno spiraglio è lasciato aperto just in case. Quindi, diciamo un sì con riserva. Una terza stagione potrebbe essere interessante a patto di vedere quel colpo di reni che la porta un po’ più avanti.