Berlinale Nera

Tutti gli horror, thriller e noir al Festival di Berlino
Featured Image

Numeri importanti per Berlino, 75, con una direzione totalmente nuova: dentro Tricia Tuttle, fuori Carlo Chatrian, ma leggendo il programma sembra cambiato poco. Sembra, per l’appunto, perché quest’anno la Berlinale assume connotazioni più di genere, senza dimenticare la sua natura di rabdomante del cinema d’essai strizzando, sempre, l’occhio al pop.

Sono parecchi i titoli da tenere d’occhio alla Berlinale, più una gustosa retrospettiva. Dalla sezione Concorso si parte subito con una co-produzione Belgio/Italia/Francia Lussemburgo con Reflection in a Dead Diamond: diretto e scritto da Hélène Cantet e Bruno Forzani, è la storia di John, una piacente spia ormai in pensione che si gode la Costa Azzurra e la vista delle belle donne, ma quando la sua vicina di stanza sparisce la psiche dell’uomo sembra andare in frantumi. Casualità? Nemici dal passato? Complotti? Un vero e proprio omaggio a quel filone eurospy da tempo dimenticato. Nella sezione Panorama troviamo The Ugly Stepsister (foto principale) e Welcome Home Baby: è una Cenerentola completamente stravolta quella di The Ugly Stepsister, dove Elvira, per conquistare il cuore del principe, farà di tutto per gareggiare in bellezza contro la sorella Agnes: chi sarà la bella del prom? Il film è scritto e diretto da Emilie Blichfeld, una coproduzione Norvegia, Svezia, Polonia e Danimarca.

Reflection in a Dead Diamond di Hélène Cantet e Bruno Forzani

Welcome Home Baby si avvicina alle tinte dell’horror psicologico (comunque vietato ai minori di 16 anni). Judith, una dottoressa del pronto soccorso a Berlino, scopre di avere ereditato dalla famiglia che l’ha abbandonata una casa in Austria; col marito decide di recarsi sul posto per vendere l’immobile, ma una sconosciuta zia la trattiene sul suo luogo di origine facendo emergere dubbi, traumi e oscurità dal passato della donna.  Viene presentato in anteprima mondiale il 13 febbraio ed è diretto da Andreas Prochaska. Per la sezione Berlinale Special altri due titoli, Honey Bunch e The Old Woman with the Knife. Scritto e diretto da Min Kyu-dong, The Old Woman with the Knife è un’anteprima mondiale dalla Corea del Sud dove una esperta assassina, Hornclaw, sul viale del tramonto instaura un legame lavorativo con Bullfight, un giovane e promettente killer, ma una serie di malintesi, un oscuro passato e una totale mancanza di fiducia da deformazione professionale, porteranno i due a una escalation di violenza.

Altra anteprima mondiale dal Canada diretta da Madeleine Sims-Fewer e Dusty Mancinelli, dove una donna – Diana – dopo un brutto incidente perde la memoria e viene fatta ricoverare dal marito Homer in un particolare centro di traumatologia. A mano a mano che la terapia va avanti e ci sono sensibili miglioramenti, Diana inizia a vivere in una sorta di paranoia dovuta a dei ricordi (chi lo sa?) che lei ha volutamente o meno rimosso per non affrontare la realtà inquietante del suo matrimonio. Cadet, presentato in anteprima Europea, nella sezione Forum, potrebbe rivelarsi il film meno digeribile e più soddisfacente per gli amanti dell’horror psicologico. Nella migliore scuola militare in Kazhakstan, Alina prende il ruolo da insegnante di storia mentre suo figlio Serik s’iscrive come allievo. Adilkhan Yerzhanov (regia e sceneggiatura) ci mostra non l’educazione cattolica, ma quella sovietica, fatta di connivenza e silenzi d’oro, dove la calma apparente della scuola viene agitata da una serie di morti (omicidi? Suicidi?). e da un investigatore comunale pronto a fare luce sugli orrori della scuola. Nella sezione serie l’atteso Jacob Elordi è il protagonista di The Narrow Road to the Deep North, tratto dal romanzo di Richard Flanagan: seguiamo la vita del medico Dorrigo Evans che passa da quella di soldato, prigioniero durante la Seconda Guerra Mondiale, chirurgo a star, sostenuto dal pensiero di Amy, la moglie di suo zio e da una serie di verità nascoste.

Welcome Home Baby di Andreas Prochaska

In una chiave sempre inquietante ma più leggera, fuori concorso, troviamo Mickey 17 di Bong Joon Ho, dove un povero Robert Pattinson è un “sacrificabile” con una sola missione: morire. Ha il vantaggio, però, di potersi rigenerare con una parte della memoria intatta. Insomma, il suo compito è morire, peccato che durante una di queste rigenerazioni qualcosa vada storto (tratto da un racconto di Edward Ashton). E poi, ancora, due cortometraggi con Sammi, who can detech his body parts di Rein Maychelson e Nighfishing; per Generazione Kplus The Leap.

Per concludere la retrospettiva sul cinema di genere tedesco Wild, Weird, Bloody a cura di Rainer Rother: il tema è l’exploitation anni ’70, da horror a thriller passando per musical, noir e così via. Insomma, un’imperdibile occasione per capire cosa ci siamo persi non perdendoci il Muro: da Bloody Friday a Strange city, da Deadlock a Lady Dracula, alcuni titoli per abbracciare un periodo prolifico per più generi considerati minori – e non lo sono – in quello che fu il Nuovo Cinema tedesco.