Upload
2020
Upload è una serie tv del 2020, ideata da Greg Daniels.
Cosa accadrebbe se l’aldilà potesse essere una app a portata di tutti (o quasi), in cui poter vivere tanto quanto la tecnologia digitale possa permetterlo? Cosa comporterebbe dal punto di vista logistico, economico, sociale e religioso? Questi e tanti altri interrogativi si pone Upload, la nuova serie della piattaforma streaming di Amazon, realizzata dallo showrunner Greg Daniels. Prima stagione di dieci episodi (la seconda è stata appena confermata) dalla durata approssimativa di 30 minuti ciascuno (a eccezione di un paio di episodi, intorno ai 40 minuti), un formato insolito per le serie di fantascienza. Difatti il nucleo futuristico, ai limiti della distopia, è solo lo sfondo di una commedia brillante, dai forti toni satirici sullo sviluppo della tecnologia e sull’influsso che può avere sulla società, andando addirittura a toccare una sfera sacra come quella dell’aldilà, del dopo la morte. Daniels viene dalla comedy dei grandi network: dopo aver lavorato nei Simpson, ha divertito gli spettatori di mezzo mondo con The Office e Park and Recreation e con lo stesso fare dissacrante e (apparentemente) leggero, converte il proprio stile agli schemi della serialità streaming, dove la disponibilità di tutti gli episodi in un colpo solo spingono gli autori a creare trame orizzontali sempre più concrete e legare con il meccanismo del binge watching lo spettatore allo schermo.
Anche se ogni episodio si focalizza su una tematica o sviluppa un personaggio in particolare, Upload ha un plot molto forte che si snoda in equilibrio continuo lungo l’intera stagione: il giovane programmatore Nathan (Robbie Amell) ha un incidente con la propria auto a guida autonoma e la fidanzata (Allegra Edwards), per evitare di perderlo, finanzia l’upload dei suoi ricordi e della propria coscienza in un avatar digitale sito in una realtà virtuale idilliaca, in compagnia di altri deceduti. Nell’aldilà digitale comunicare con i vivi è ancora possibile e mentre il suo vecchio rapporto, mai veramente saldo, si deteriora rapidamente, un nuovo amore sboccia con Nora (Andy Allo), l’assistente responsabile del suo avatar, in rotta di collisione con il proprio capo, incapace di trovare un compagno stabile e in lotta con il padre malato per convincerlo a farsi uploadare. Tra i mille problemi quotidiani, Nora comincia ad affezionarsi e a innamorarsi del Nathan digitale e scopre che le cause della sua morte non sono del tutto accidentali e che parte della sua memoria è stata cancellata artificialmente. Seppur molti spunti siano presi di peso da Black Mirror, la serie di Daniels ha una cifra molto personale, apparentemente leggera specie se confrontata col modello di origine, da cui viene espunto ogni gravame cupo e decadente.
Upload è una commedia fantascientifica a tutti gli effetti, molto divertente e con un cast in stato di grazia. Andy Allo carica su di sé la parte più romantica della storia, ma Robbie Amell, volto noto degli appassionati dell’Arrowverse della DC, sorprende per la sua capacità di alternare comicità e momenti più toccanti, così come il personaggio di Allegra Edwards che, nel corso della stagione, subisce un’evoluzione bipolare assolutamente credibile grazie alla sua interpretazione. E se lo spunto thriller (chi ha fatto fuori Nathan?) risulta pleonastico, ben più riuscito è lo sguardo satirico dei confronti della tecnologia. Il futuro che viene descritto è molto simile al nostro presente e ogni invenzione fantascientifica è, a suo modo, verosimilmente compatibile con l’evoluzione della tecnica attuale. Dalla risata e dalle trovate geniali, come gli acquisti in-app nell’aldilà o i bug digitali o la sezione del paradiso a traffico limitato, così come da pochi ma ben assestati momenti splatter, con teste che esplodono come in un film di David Cronenberg, Daniels riesce a creare un forte senso di inquietudine nei confronti della tecnologia. Upload descrive due mondi, reale e virtuale, in cui le pulsioni umane più viscide, come l’avidità, hanno avuto la meglio sui buoni sentimenti, sull’amore e sulla solidarietà e così, in una realtà dove non esistono rapporti sinceri, bensì possessi (Nathan dipende dal portafoglio della fidanzata, Nora ha un amante su ordinazione tramite app), la liaison sbocciata trasversalmente tra Nathan e Nora possiede ancora una volta il carattere della speranza, della vittoria dell’amore sulla tecnologia imperante e persino sulla morte.