ZeroZeroZero
2020
ZeroZeroZero è una serie tv del 2020, creata da Stefano Sollima, Leonardo Fasoli e Mauricio Katz.
Aspromonte, Calabria. I capi dei clan della ‘Ndrangheta si riuscono su iniziativa del boss latitante Don Minu La Piana, deciso a riconquistare la fiducia delle famiglie persa in seguito ad una feroce guerra intestina. L’affare della possibile svolta: l’arrivo di un carico di 5.000 chili di cocaina da Monterrey inviato dalla famiglia di narcotrafficanti Leyra. A mediare tra i clan mafiosi e i narcos messicani i Lynwood di New Orleans, con il capostipite Edward broker esperto nelle trattive di carichi ‘delicati’. Una spedizione complessa e dal livello di pericolosita’ altissimo, destinata a dipanarsi come una rete mortale attorno alle esistenze di tutte le parti coinvolte. Una pioggia di bossoli su una distesa nera; un fiume di lava che avanza squarciando una terra oscura, preda di tempeste e animali letali. Un rosario, simbolo della fede cattolica, attorcigliato ad una pistola conficcata nella punta dello Stivale, monumento di Morte tra il sacro e il profano. Dalla terra di Calabria si estende una coltre che tutto sovrasta e annerisce, come un cancro dilagante che infetta e uccide, inarrestabile. Ad accompagnare la sequenza di immagini dei titoli di testa, accentuandone la carica simbolica e drammatica, la musica della band scozzese Mogwai. La loro colonna sonora diventa la traccia melodica, subito riconoscibile, dell’angoscia e della violenza che impregnano l’intreccio discorsivo di ZeroZeroZero. Note di piano ripetute e dal ritmo ossessivo, giri di basso e arpeggi di chitarra, arricchiti dallo scorrere di percussioni: ogni elemento contribuisce alla creazione di un senso ineluttabile di tragedia, oltre le volontà degli individui e le regole d’onore di un Sistema alternativo fondato sulla guerra e la prevaricazione.
Produzione internazionale a firma SKY, Amazon Studios e Canal + con set sparsi per tutto il mondo (Stati Uniti, Messico, Africa, Italia), ZeroZeroZero e’ liberamente tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano del 2013. Un lavoro illuminante sulla presenza invasiva – e il valore, non solo economico – della cocaina negli ingranaggi della societa’, dalla produzione alla commercializzazione e distribuzione a livello globale. L’adattamento seriale, i cui primi due episodi sono stati presentati in anteprima alla 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha visto la collaborazione nella scrittura di Stefano Sollima (Romanzo criminale, 2008-2010, Gomorra – La serie, 2014-in produzione, Acab, 2012, Soldado, 2018) Leonardo Fasoli e Mauricio Katz. Alla regia, oltre lo stesso Sollima per i primi due episodi, l’olandese Janus Metz (Armadillo, 2010) e l’argentino Pablo Trapero (El Clan, 2015; La quietud, 2018). Otto episodi in totale, della durata tra i cinquanta e i sessanta minuti circa ciascuno. Otto episodi per raccontare l’odissea di un carico che dal Messico deve giungere in Italia, e per delineare la portata dell’orrore che il bene-rifugio cocaina lascia dietro di se’. Sulle linee guida narrative di Narcos (2015-2017), Narcos Messico (2018-in produzione) e Gomorra – La serie, con echi di ambientazione e ripresa che rimandano a Traffic (2000) e Soldado, ZeroZeroZero aspira allo status di opera-compendio, di discorso amplificato e multiprospettico sul groviglio di corruzione e bramosia di potere. La serie accumula e dispiega, ci trasporta in piu’ continenti e oltre gli stessi confini, sovrappone le storie dell’intreccio con percorsi paralleli e riavvolgimenti delle linee temporali. I punti di riannodamento – spesso segnati dalla separazione di due o più personaggi all’interno della stessa storia – aprono la via ai flashback esplicativi: la narrazione si sviluppa, cosi’, secondo un movimento centrifugo di esplorazione delle individualita’, degli interessi e motivazioni personali, delle molteplici lotte per la sopravvivenza.
In questo movimento che e’ il motore dell’azione, le piccole similitudini tra le storie e i personaggi sono gli elementi che acquisiscono la dimensione connotativa più pregnante. Il misticismo religioso deviato di Manuel Contreras, detto il ‘Vampiro’, ex militare ora al servizio dei narcos, e l’ossequiente fede cattolica degli ‘ndranghetisti; l’isolamento sonoro indotto di Chris Lynwood e di Contreras, meccanismi di difesa nei confronti di mondi ostili; la determinazione oltre la temerarietà di Emma Lynwood e Lucia La Piana, occhi e sguardi devastati dal terrore. Come quel rosario annodato fitto intorno ad una pistola nella sigla di apertura, e’ l’impasto di brutale violenza e ferocia e principi morali corrotti la materia raffinata che l’imponente impianto produttivo lavora e modella, creando legami e proponendo rimandi, setacciando storie e montando eventi, caratteri, situazioni. Non sempre, pero’, all’accumulo corrisponde un dispiegamento della stessa entita’: ZeroZeroZero non e’ ne’ Narcos nè Gomorra nella resa della profondità del contesto umano -sociale e culturale insieme – nel quale operano le organizzazioni criminali. La serie di Sollima, Fasoli e Katz lavora per sottrazione: lascia intendere, fa intuire, propone scene e sequenze che riuniscono, in pochi gesti simbolici, il senso di un clan, di una missione, di una guerra, di un mondo. In tal senso, ZeroZeroZero risponde ad un preciso imperativo di verità e realismo. Realismo della rappresentazione, fatta di salti, ellissi, ritorni; realismo delle prove attoriali di un cast di autentici professionisti – tra i tanti: Giuseppe De Domenico (Stefano La Piana), Andrea Riseborough (Emma Lynwood), Dane DeHaan (Chris Lynwood), Harold Torres (Manuel Contreras); e realismo del racconto di una delle forme più subdole e aberranti di schiavitù moderna, quella che destina l’uomo ad un percorso di cieca autodistruzione. Otto episodi per attraversare i gironi dell’Inferno, intravederne i colori, sia cupi che accecanti, e percepirne la stretta mortifera. Otto episodi per prendere coscienza della verita’, di quell’unica verita’ che parla attraverso il petrolio bianco: “Guarda la cocaina, vedrai polvere. Guarda attraverso la cocaina, vedrai il mondo” (Roberto Saviano, ZeroZeroZero, 2013).