Alberto il grande
Luca e Carlo Verdone omaggiano Alberto Sordi
In ritardo, ho finalmente visto il documentario di Carlo e Luca Verdone su Alberto Sordi: Alberto il grande. Qualcuno lo ha caricato su Vimeo, e ha fatto bene, perché costui crede e lo credo anche io che questo documentario vada visto. Non perché contenga chissà quali rivelazioni sull’oggetto e soggetto del suo essere, su Alberto Sordi. No, anzi: è un documentario molto classico, stilisticamente sobrio. Carlo Verdone va, religioso pellegrino, attraverso le stanze della casa di Sordi, con la scorta virgiliana dell’autista, peruviano, di Albertone. Verdone srotola le sue memorie di quei luoghi: la prima volta che vi mise piede, le sorelle che lo assediavano offrendogli vermuttini e caffè e il grande comico che, dall’alto di una scalinata, allacciandosi la camicia, lo sottrasse all’assedio. Non moltissimi gli intervistati, il giusto: Fofi, Scola, Emi e Christian De Sica, Baudo e qualche altro.
Ma è Verdone che ascoltiamo con più interesse in quel suo modo saporito e lento di parlare di Sordi, nel suo sacrario. Questo approccio ossequiente il nume sordiano, con tatto ma senza timore, restituisce il senso ultimo della profonda e irredimibile solitudine del grande Alberto. Sordi fu un uomo solo e vedendolo nei film, questo, lo abbiamo sempre saputo. Lanciava ponti verso il mondo, dove entrava, ci rimaneva quanto era necessario, e poi ne riusciva, la sera, chiudendosi in quella magione dove trovava probabilmente solo il silenzio e dove lo custodiva il volto della sorella Aurelia, guardare il quale era come guardare se stesso in uno specchio, tanto fisiognomicamente gli somigliava. Aurelia è nel documentario, parla poco, assente a quel che dice Verdone. E da qualche tempo ha raggiunto il fratello, ovunque sia, per continuare ad accudirlo. Silenziosamente.