Midnight Mass
2021
Midnight Mass è una serie tv del 2021, ideata da Mike Flanagan.
Nella sua nuova miniserie Netflix lo specialista dell’horror Mike Flanagan esplora il potere e i pericoli della fede. Invece di scatenare uno spettacolo di demoni selvaggi, il regista e sceneggiatore lascia che l’orrore esploda lentamente nei primi tre episodi, che proprio per questo motivo restano i più avvincenti. Hush, Hill House e The Haunting of Bly Manor, negli ultimi anni Flanagan ha già presentato vari lavori che sono stati pubblicati su Netflix, ma la miniserie Midnight Mass, basata su un’idea originale, riprende il popolare motivo horror dell’isola solitaria. L’ambientazione in cui si sviluppano i sette episodi è infatti un pezzo di terra immaginario chiamato Crockett Island, che ha da un pezzo salutato i suoi momenti migliori. Qui non ci sono strade asfaltate, i segni del tempo stanno chiaramente rosicchiando le case di legno dei residenti e la terraferma sembra molto lontana, nonostante un collegamento in traghetto. Come se non bastasse, i pescatori locali stanno soffrendo per condizioni che minacciano la loro stessa esistenza dopo una fuoriuscita di petrolio nella zona. Al centro della piccola comunità troneggia ancora una chiesa. Tuttavia, anche la fede che un tempo dava forte significato alle esistenze sta perdendo il suo splendore. Riley Flynn ( Zach Gilford ), da poco rilasciato dopo un periodo di detenzione per aver causato un incidente mortale sotto l’influenza dell’alcol quattro anni prima, è attratto con riluttanza da questo luogo desolato che un tempo chiamava casa sua. Nella casa dei suoi genitori Annie (Kristin Lehman) ed Ed (Henry Thomas), due devoti cattolici, l’ex detenuto che si era allontanato da Dio vuole ritrovare se stesso e riprendere il controllo della sua vita. Comincia a frequentare una sua ex, l’insegnante incinta Erin Greene (Kate Siegel, moglie di Flanagan), altro personaggio da poco tornato inaspettatamente sull’isola di Crockett dove sono le sue radici.
L’arrivo di Riley coincide con quello di un nuovo prete che dovrebbe sostituire temporaneamente il pastore dell’isola che si è gravemente ammalato durante un pellegrinaggio. La presenza di padre Paul (Hamish Linklater) provoca presto un cambiamento di umore tra le persone non esattamente credenti. Poco dopo una violenta tempesta, tutti i gatti dell’isola vengono ritrovati morti sulla spiaggia e ciò pare indicare un disastro imminente. Ben presto, però, accade un primo grande miracolo che strappa gli isolani dal loro letargo e riaccende il calante interesse per la Bibbia. Una svolta che la devota Bev Keane (Samantha Sloyan), perpetua che si rivelerà a dir poco invasata, desiderava. Dopo una quarta puntata di riflessione, in cui lo spettatore si ritrova in attesa di sviluppi difficilmente prevedibili, uno zelo pericoloso prende piede,e lo showrunner Flanagan , regista meritevole di tutti i sette episodi di Midnight Mass, va per la sua strada riutilizzando in maniera personale varie allusioni ad altre opere di tensione e horror: Gli uccelli di Hitchcock, per atmosfere e ambientazioni, ma anche La notte dei morti viventi di Romero. Gli effetti shock sono usati con parsimonia nei primi episodi, mentre nella seconda parte abbondano e quasi disturbano.
Piuttosto, le conversazioni dei personaggi, che ruotano attorno al dolore, alla colpa, ai dubbi sulla fede e alla mancanza di prospettive, causano un interessante disagio: i dialoghi sono la parte migliore di questa serie, originali, profondi, mai scontati. Una nota di merito anche alla fotografia, che con inquadrature molto poetiche dai colori tenui o sbiaditi, riesce sempre a creare un languido e malinconico relax visivo che si contrappone ai momenti sanguinari. Il tempo che la mente creativa dietro Midnight Mass impiega per mostrare l’insicurezza e le ferite dei suoi protagonisti dà l’idea che una questione personale si nasconda dietro l’autore. Come chierichetto, lo stesso Flanagan è entrato in contatto con la chiesa e la religiosità in tenera età e in seguito ha lottato con problemi di alcol. L’orrore della dipendenza e le false promesse della Bibbia sono particolarmente evidenti nelle conversazioni tra Riley, in cerca di salvezza, e padre Paul. Laddove altri film e serie graffiano solo la superficie, la produzione Netflix penetra più volte nelle profondità e più che inorridire fa pensare. Ma il lungo, troppo lungo, finale, che vorrebbe portare acqua a non si sa bene quale mulino lasciando libertà di interpretazione ma anche un po’ di delusione, sicuramente non mantiene le premesse di un’opera che seppur notevole e comunque nell’insieme innovativa, a un certo punto sembra riavvolgersi su se stessa.