Margaux
2022
Margaux è un film del 2022, diretto da Steven C. Miller.
Il progresso tecnologico corre fortissimo e, oltre a rappresentare nuove opportunità, nasconde sempre un altro lato della medaglia, più oscuro e distorto. Il cinema e le serie hanno da sempre trovato nelle devianze tecnologiche terreno fertile per raccontare i nuovi turbamenti della società e Margaux, tech slasher di Steven C. Miller disponbile su Netflix, prende spunto da una dalle ultime scoperte subito tramutate in pressante minaccia per l’uomo: l’AI che ormai tutti individuiamo in Chat GPT. Tra gli ultimi prodotti seriali di grande risonanza che hanno esplorato il lato oscuro dell’avanzare tecnologico c’è l’apprezzato Black Mirror. Chiaramente anche il cinema è costellato di opere che, attraversando i generi, hanno immaginato verso quali derive le nuove scoperte potrebbero portare: da eXistenZ di David Cronenberg, passando per Il Tagliaerbe di Brett Leonard a Her di Spike Jonze, fino a tutti quegli horror che hanno cavalcato l’onda del terrore dietro l’uso dei social network come la saga Unfriended, tanto per citarne alcuni. Nel 2024 ciò che fa paura è l’Intelligenza artificiale, una minaccia vera e propria che già è reale, vedi l’uso improprio di tanti per creare contenuti equivoci e talvolta pericolosi. Una paura tanto sentita se anche un veterano dell’horror comics come Dylan Dog si cimenta con l’A.I, in una trilogia culminante nell’episodio 447 intitolato Hazel la morta, edito da Sergio Bonelli Editore.
Ma torniamo a Margaux, horror che mette in scena il ritrovo di sei amici del college. Il gruppo affitta una smart house per trascorrere un weekend insieme e ripercorrere i vecchi tempi quando erano spensierati studenti. La casa ha un’intelligenza artificiale che si chiama Margaux, una presenza costante che esaudisce ogni loro desiderio, ma nel contempo spia e trama alle loro spalle. Addirittura tramite un materiale biodinamico color bianco latte, gli ospiti possono desiderare qualsiasi cosa, desideri che prenderanno vita facendoli sentire in paradiso, soprattutto Margaux può creare delle repliche umane. Dietro la voce affabile di Margaux si nasconde qualcosa di terribile, un glitch inaspettato che trasformerà gli ospiti in bersagli da abbattere. La domanda perciò è la seguente: come sconfiggere una super intelligenza e salvarsi la vita? Tecnologia vs mente umana, freddo calcolo binario contro il calore dei sentimenti. Margaux va alla radice e azzera qualsiasi riflessione strutturata per riportare la questione all’essenza: le intelligenze artificiali potranno davvero essere i sostituti dell’essere umano? Per sviscerare il tema la sceneggiatura del film mette al centro l’amore inesploso ai tempi dell’università tra Hannah (Madison Pettis) e Drew (Jedidiah Goodacre). Lei è una super nerd esperta di codici e diffidente delle automazioni, lui il leader del gruppo finito in una storia d’amore con una influencer superficiale. Nonostante tra i due ci fosse feeling nessuno è riuscito ad andare oltre l’imbarazzo di manifestare il proprio interesse, lasciando ingabbiati i sentiment di entrambi. Ecco, è proprio qui che Margaux si fissa perché non riesce a leggere quei sentimenti – o meglio trovare in rete gli interessi di Hannah assente dai social. L’AI finsce per comportarsi come una pettegola inacidita del liceo, chiaramente con tendenze omicide, che insiste nel far sbocciare l’amore tra i due ragazzi, ovviamente minacciandoli, per farli confessare il loro amore.
L’impianto è da classico slasher: solito gruppo di ragazzi, tra seri e cazzari, orientati a drogarsi, fare sesso e macinare like sui social. La regia di Steven C. Miller (Escape Plan 2, Silent Night) è semplice e pulita, è il montaggio che in alcuni punti vacilla, soprattutto in uno dei momenti in cui il climax impenna. Poco gore e retorica molto basica: il film cerca di giocare con i cliché intentando anche alcuni momenti ironici, ma il risultato è fallimentare e il sapore è proprio quello di un film Tv di bassa leva. Il risultato non arriva alla sufficienza, soprattutto perché il male che si cela dietro l’uso improprio della tecnologia, in tema di furto di dati, o meglio dietro l’ingenuità con cui le persone forniscono i propri dati ai server, è decisamente sentito.