Festival di Venezia: i film più oscuri

Dieci titoli horror, thriller, erotici in programma dal 28 agosto al 7 settembre al Lido
Featured Image

Mercoledì 28 agosto inizia il Festival di Venezia. L’edizione numero 81 si svolgerà fino a sabato 7 settembre 2024 con la consegna del Leone d’oro. Un programma ricco e sfaccettato, come sempre: tralasciamo qui i due big americani, Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton (film d’apertura) e Joker: Folie à Deux di Todd Phillips, che vedremo presto in sala. Ecco i dieci film più oscuri e nocturniani che saranno in anteprima al Lido.

Maldoror di Fabrice du Welz

Fuori concorso (ci mancherebbe) c’è uno dei film più attesi di un regista amato, almeno da noi. Il percorso nell’horror del belga Fabrice du Welz fa tappa a Maldoror: un racconto obliquo e malsano di 155 minuti che segue il personaggio di Paul Chartier, giovane poliziotto sulle tracce di un serial killer pedofilo. Una lunga caccia che gira attorno alla task force ribattezzata, appunto, Maldoror. Ispirato alla storia vera di Marc Dutroux, non si può dire oltre, solo aspettare le immagini di uno dei maggiori talenti di genere.

The Brutalist di Brady Corbert

Il film racconta la storia dell’architetto ebreo László Tóth emigrato dall’Ungheria negli Stati Uniti nel 1947.
Costretto dapprima a lavorare duramente e vivere in povertà, ottiene presto un contratto che cambierà il corso dei successivi trent’anni della sua vita. Progetto monstre di Corbet, che ha già girato L’infanzia di un capo e Vox Lux, che fu lanciato come attore da Michael Haneke in Funny Games. Stavolta l’impresa è gigantica: tratto liberamente dal romanzo La fonte meravigliosa di Ayn Rand, un film di 215 minuti con protagonista Adrien Brody. L’opera della vita o l’opera della morte.

Queer di Luca Guadagnino

C’è poco da dire: Guadagnino porta sullo schermo Queer di William Borroughs, in una messinscena – parole sue – molto esplicita dal lato sessuale. Il protagonista scrittore è Daniel Craig, il caleidoscopio erotico-visivo è tutto farina del regista di Challengers. Durata 135 minuti. Possibile film scandalo, spaccature, dibattito.

Cloud di Kiyoshi Kurosawa

La trama: Ryōsuke Yoshii lavora in una piccola fabbrica e fa qualche soldo in più come rivenditore sotto lo pseudonimo di “Ratel”. Tratta attrezzatura medica, borsette, oggettistica. Tutto ciò che può rivendere per ricavarne un profitto. Compri al ribasso, vendi al rialzo: tutto qui. Muraoka, che gli ha insegnato i trucchi del mestiere quando erano compagni ai tempi del college, gli fa una proposta potenzialmente redditizia, ma lui rifiuta e continua con la sua discutibile attività. Le parole del regista: “Negli angoli oscuri del Giappone di oggi si verificano a volte episodi violenti senza motivo apparente”… Kiyoshi e il genere, sempre da non perdere.

The Order di Justin Kurzel

In competizione si annida il nuovo film di Kurzel, descritto come un action indiavolato con protagonisti Jude Law e Nicholas Hoult… Di cosa parla? Nel 1983 una serie sempre più violenta di rapine in banca, operazioni di contraffazione e rapine a mezzi blindati sta instillando il terrore nel nordovest degli Stati Uniti. Fucile in spalla, immagini di lancio quasi manniane, la curiosità è alta.

Sanatorium Under The Sign of The Hourglass dei Quay Brothers

Occhio al titolo misterioso dei fratelli Quay nella sezione Giornate degli autori. Loro sono grandi video artisti, la visione viene lanciata come un horror: il viaggio spettrale di un treno che procede su una diramazione abbandonata. A bordo c’è Jozef e si sta dirigendo al capezzale del padre in un remoto Sanatorio galiziano… Il fascino ipnotico delle prime immagini impone una visita.

Babygirl di Halina Reijn

Ogni festival ha il suo scandalo e qui potrebbe essere Babygirl, insieme a Guadagnino, of course. Una potente amministratrice delegata mette a repentaglio la carriera e la famiglia quando inizia una torrida relazione con un suo stagista molto più giovane. Al di là della sinossi, ad alzare la temperatura erotica è la scelta della protagonista, Nicole Kidman, è lei la “signora” che viene attratta fatalmente da Harris Dickinson. Da verificare il coraggio, o al contrario la patina del film.

Baby Invasion di Harmony Korine

Si può davvero dire ancora qualcosa di Harmony Korine, fuori concorso e fuori da tutto? Credo di no, mi limito a riportare la trama offerta dalla Biennale: “Baby Invasion è un nuovo e ultra-realistico gioco sparatutto in soggettiva multi-giocatore che segue un gruppo di mercenari che usano volti di neonati come avatar per nascondere la propria identità”. Capito?

From Darkness To Light di Michael Lurie e Eric Friedler

La vicenda del film perduto di Jerry Lewis, The Day the Clow Cried del 1972, è forse una delle più affascinanti nella Storia del cinema. Qui la ricostruzione di Davide Pulici. Ora arriva questo documentario che affronta di petto la questione, la rimette in scena con materiali ritrovati e restaurati. Vera e propria archeologia del cinema. E grande attesa fra tutti gli appassionati, anche solo per capire cosa c’è dentro il doc e cosa vedremo del film fantasma.

L’orto americano di Pupi Avati

Dulcis in fundo, il miele del diavolo. Ovvero Avati a 85 anni torna al gotico padano, adattando il suo stesso romanzo L’orto americano. Il festival lo proietta fuori concorso nell’ultimo giorno, sabato 7 settembre: avrebbe meritato una collocazione migliore. Ma è bello sapere che c’è, al Lido e in seguito nelle sale italiane. Ne abbiamo parlato qui. Buone visioni.