Inciso nelle ossa
2019
Inciso nelle ossa è un film del 2019, diretto da Fernando González Molina.
Inciso nelle ossa rappresenta la seconda tappa di una trilogia, detta di Baztan, il cui primo momento è rappresentato dal precedente The Invisible Guardian del 2017, entrambi basati sui romanzi della serie omonima di Dolores Redondo; il primo film ci ha fatto conoscere Amaia Salazar (Marta Etura), ispettrice femminile di Navarra, in Spagna, e Inciso nelle ossa, oltre ad approfondire questo personaggio, sfida le convenzioni del noir classico coinvolgendo l’audience in una cinematografia differente. Il film è ambientato quasi un anno dopo l’arresto di Jason Medina per aver aggredito sua figlia, Amaia Salazar, che ora è incinta e ha assistito a una serie di suicidi e omicidi che affliggono l’intera città, con lo stesso Jason Medina tra le vittime. Si scopre che questi suicidi hanno una cosa in comune: tutte le vittime custodivano una nota scritta a mano che diceva “Tarttalo”. Contemporaneamente, i fantasmi del passato di Amaia iniziano a riaffiorare al punto che l’investigatrice si vede costretta a tornare nella sua vecchia casa nella valle di Baztan, e mentre si fa carico dell’inchiesta vertiginosa, si rende conto che essa è molto più complessa e personale di quanto avesse inizialmente immaginato.
Inciso nelle Ossa aggiunge un livello completamente nuovo ai crimini del film precedente e porta il suo mistero ben al di là della media nel genere. Data la portata enigmatica e la complessità della sua trama, avrebbe potuto facilmente essere di livello inferiore alla prima puntata; invece crea sorprendentemente una passaggio molto agevole dall’essere un tipico dramma criminale ad una storia con una prospettiva molto più ambigua. La trama del film procede su due fronti: mentre uno mette in evidenza la serie generale di suicidi, ruotando attorno alla vita professionale del personaggio principale, l’altro intende lasciare un’impressione indelebile sul pubblico attraverso la rappresentazione della profondità psicologica del personaggio principale, che alla fine diventa anche una parte importante dell’indagine. Il film ha anche una corrente sotterranea di temi che ruotano attorno alle prove e alle tribolazioni di Amaia come madre e come figlia. Sebbene queste rimangano solo semplici sottotrame sono in qualche modo legate allo sviluppo del personaggio e alla trama generale del film, consentendo cosi anche di comprendere più a fondo la protagonista e di sapere chi è lei veramente quando non è a caccia di criminali.
Il film gioca molto con i suoi spettatori permettendo loro di partecipare a ogni piccola indagine elettrizzante di Amaia. Per tutta la durata, lascia cadere abbastanza indizi da decifrare senza poi però concedere troppo alle conclusioni. Inoltre, il coinvolgimento di temi mitici e folklore locale si fonde ulteriormente con la sua messa in scena e aggiunge più intensità ai suoi misteri e personaggi. Anche l’intera ambientazione umida e nebbiosa in alta quota infonde realismo nella sua storia, che sottilmente si sposta sempre un po’ di più verso il genere soprannaturale. Il forte radicamento nel suolo della mitologia basca è ciò che rende speciale la storia, mentre gli elementi soprannaturali sono stati lasciati in sospeso, forse per lo sviluppo di un terzo capitolo. Peccato che invece il ritmo non risulti troppo equilibrato a causa di rallentamenti e fasi trascinate che solo verso la chiusura si riprendono. Per questo motivo, ci sono momenti in cui si rischia di perdere il controllo generale sulla storia, per non parlare del fatto che, a dispetto della sua forte produzione, la narrazione ha delle debolezze. Nel complesso, Inciso nelle Ossa, lungi dall’essere un film di fantascienza, resta ancora abbastanza originale e avvincente anche se una familiarità con il suo precedente, The Invisible Guardian, sembra necessaria ad una visione più consapevole di esso.