Lupin
2021
Lupin è una serie tv del 2021, ideata da George Kay e François Uzan.
Sicuramente la piega che ha preso la comunicazione sui social ha giocato il suo ruolo, ma Lupin è una serie TV che, prima che per ogni altro aspetto, si è distinta per le polemiche che l’hanno accompagnata, dovute per lo più all’ignoranza. Perché il Lupin interpretato da Omar Sy non è un adattamento dei romanzi di Maurice Le Blanc e meno che mai ha a che vedere con la creatura di Monkey Punch (che tra l’altro è a sua volta giapponese, visto che il succo della polemica più becera è che un protagonista nero sarebbe segno di un eccesso di politically correct). Quindi, con buona pace dell’ignoranza feroce galoppante in rete, il protagonista nero in questa serie ci sta alla perfezione, anche perché il tema della discriminazione razziale è uno dei suoi motori narrativi. Il protagonista, Assane Diop, ladro di altissimo livello ispirato all’Arsène Lupin di Le Blanc, si lancia nell’impresa che mette in moto gli eventi proprio a causa di una ferita profonda del suo passato dovuta a una grave ingiustizia che sfrutta il razzismo.
Nonostante la premessa piuttosto grave, Lupin è una serie leggera e godibile, a tratti avvincente ma con diversi intermezzi ironici che pur senza sconfinare nella comicità stemperano un po’ la tensione che comunque non raggiunge mai livelli troppo alti. E non è un difetto, perché si tratta di un prodotto per tutti, da guardare per rilassarsi. La qualità non manca, il ritmo c’è e le trovate funzionano. Assane è un protagonista per cui si prova empatia: tormentato, motivato in quel che fa ma scanzonato quanto basta. Un gentiluomo, proprio come la figura che lo ispira, uno di quegli eroi che se la cava sempre grazie alla sua intelligenza e alla sua astuzia, per tacere le sue numerose abilità, i suoi contatti e la tecnologia che maneggia con grande disinvoltura.
La trama non nasconde grandi sorprese ma è ben congegnata, un meccanismo che gira liscio e senza scossoni supportato da un attore protagonista carismatico e good looking quanto basta per portarsi la serie sulle spalle, contornato da un cast che fa il suo lavoro senza brillare, eccezion fatta per una Lea Bonneau di una sensualità disarmante, purtroppo inversamente proporzionale al tempo concessole sullo schermo. Presa nella sua lineare semplicità, questa prima parte di Lupin intrattiene senza grosse pretese, si lascia vedere e congeda lo spettatore con la voglia di scoprire la seconda parte, fosse anche solo per sapere come va a finire, con quel suo cliffhanger tutto sommato telefonato ma non fastidioso, forse perché il resto del prodotto è così piacevole. Se questo è il livello delle produzioni francesi contemporanee verrebbe da pensare che un pò di coraggio non farebbe male, perché a livello di prodotto finito i presupposti per osare di più ci sono.